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(@pondle)
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I carboidrati in eccesso vengono convertiti in grasso, specie quelli raffinati.
In natura hai voglia a mangiare carboidrati prima di creare un eccesso...
Ad ogni modo, il grasso è di scaroi per cui certamente cattivo.
Ammettianmo che le teorie che vanno per la maggiore sui SATURI siano in parte vere..
Ricordiamo però che, eliminando o riducendo drasticamente un macronutriente (carboidrati) bisognerebbe raddoppiare gli altri per pareggiare l'introito energetico.
Riassumendo:
troppe proteine no (fegato e reni)
carboidrati no perchè se non raffinati ne dovresti mangiare troppi per raggiunger un livello calorico di compenso (il imiele lo escludo perchè non se ne può mangiare unn vasetto, sarebbe innnaturale tra l'altro)
Restano I GRASSI: i saturi in eccesso son o tosti per il fegato perchè vanno in una certa misura emulsionati e poi purtroppo oggi abbiamo tante ncognite sulla carne.
estano I GRASSI BUONI: secondo voi ci si potrebbe letteralmente abbuffare di olio di oliva e noci ad esempio per raggiungere la quota calorica desiderata?.


   
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 Muso
(@muso)
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Volendo sì....


   
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OneLovePeace
(@onelovepeace)
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Secondo me l'olio d'oliva è più innaturale del miele.


La natura non fa nulla di inutile.


   
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 Muso
(@muso)
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Ma cosa c'entra? .
Muso


   
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Tropico
(@tropico)
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Per raggiungere l'introito energetico necessario puoi attingere da più fonti, eviterei di aumentare solo un macronutriente.
Ripartisci le calorie da raggiungere tra grassi presi da noci,mandorle,burro,olio e i carbo aumentando la frutta,e anche qualche cucchiaino di miele perchè no.
Eviterei di raggiungere la quota calorica desiderata solo per esempio da un etto di lardo.

Poi dipende sempre dall'attività svolta...se sei semi/sedentario allora puoi propendere per raggiungere la quota con un pò più di grassi rispetto ai carbo di miele e frutta.
Eviterei di mangiare molto proteico, proprio in questi giorni mi sono ringolfato come un tempo,in cui feci la prova a mangiare iperproteico.
Fanculo alle teorie paleodietiste, che poi vorrei vedere se un uomo paleo aveva a disposizione 2 pasti al giorno fonti di carne/pesce/uova 365 giorni l'anno.
Che poi le proteine possano essere usate per altri scopi energitici son d'accordo ma a me personalmente danno alito cattivo e a lungo andare costipazione.

Per i grassi saturi è stato detto molto, in pratica devi mangiare molto low-carb perchè sennò anch'essi danno insulino resistenza.

Io ormai cerco di aggiustare solo con la pratica ed il buon senso,sto tornando a saltare qualche pasto proteico a favore di pasti con frutta,insalata mista e qualche noce/mandorla..insomma un pasto da cacciatore-raccoglitore.

Non ti resta che provare... ti dico che io faccio fuori un quantitativo di olio di oliva pari a quasi mezzo bicchiere al giorno, lo preferisco rispetto al grasso saturo animale, il lardo-sego in gran quantità non mi da un feedback positivo.

L'olio di oliva è innaturale?bè se pensiamo che è il prodotto di spremitura (quindi raffinazione?) del frutto ci può anche stare..ma allora lo è anche il burro etc etc.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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 Muso
(@muso)
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Mi permetto qualche appunto:
Cosa intendi per iperproteico?
Un minimo di proteine è necessario,direi almeno un g per kg,e ripartirle su 3 pasti non mi sembra una cattiva idea,se a te questi quantitativi danno fastidi tropico forse dipende da un tuo problema che dovresti indagare.
Personalmente ne assumo molte di più(non per scopi particolari)e non mi danno alcun fastidio.Idem i grassi.
Magari sei più suscettibile di altri....
Se invece ti riferivi a quantitativi molto superiori allora potrei anche concordare sul fatto che a qualcuno possano dare noie.
Una quantità minima di saturi è necessaria anche in una dieta normale e non low carb,non criminalizziamoli troppo,magari stando attenti a non mischiarli con carbo ad alto ig(che cmq è tutta da dimostrare).
Il lardo rispetto al sego è molto ricco di monoinsaturi e polinsaturi,il lardo non è un vero e proprio saturo,in teoria dovrebbe dare meno problemi.
Cmq anch'io sono un grande consumatore d'olio d'oliva.
Altri saturi molto digeribili sono il cocco e il burro,tra l'altro sono a catena media e quindi vengono digeriti molto facilmente e usati quasi subito per scopi energetici..


   
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(@pondle)
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Ciao,
la mia affermazione sull'innaturalità del miele era riferita al fatto che in natura è difficile trovare una fonte così ricca di carbo...Anche l'olio d'oliva è, per certi aspetti, innaturale ma visto che devo stare il low carb e aumentare i grassi, non potendo attingere troppo dai saturi per i suddetti motivi, lo trovo il sostituto ideale

Olio d'oliva, acidi grassi monoinsaturi ed ossidazione
Autori:
Prof. Gerd Assmann e Prof. Ursel Wahrburg
Institute of Arteriosclerosis Research, Universit‡ di M¸nster, Germania

Edizione Italiana a cura di Hill & Knowlton/Eurosciences Communication con la collaborazione del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Universit‡ "Federico II", Napoli

1. Introduzione

Un'elevata concentrazione di colesterolo LDL nel plasma Ë uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dell'aterosclerosi. Tuttavia i meccanismi precisi in base ai quali le LDL provocano l'aterosclerosi e cioË le fasi intercorrenti tra l'infiltrazione di LDL nella parete arteriosa e la formazione di una lesione aterosclerotica, non sono del tutto note. Esistono sempre pi_ riscontri circa il fatto che le LDL debbono subire una qualche trasformazione prima di diventare patogene ed i dati provenienti dagli studi biochimici e sugli animali confermano fortemente l'ipotesi che le modificazioni subite dalle LDL durante il processo di ossidazione svolgono un ruolo cruciale e causale nell'aterogenesi. La sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione Ë determinata da molti fattori endogeni ed esogeni. Tra questi ultimi, i fattori nutrizionali rivestono un'importanza straordinaria, in particolare i tipi di acidi grassi presenti nella dieta e le vitamine antiossidanti. Il presente documento illustra l'ipotesi ossidativa dell'aterosclerosi ed il ruolo che la qualit‡ dei grassi alimentari potrebbe svolgere nel modulare tale processo.

2. Il ruolo dell'ossidazione delle LDL nell'aterogenesi

Secondo la cosiddetta ipotesi dell'ossidazione, una delle fasi iniziali dell'aterogenesi Ë la modificazione ossidativa delle LDL e la captazione delle particelle lipoproteiche modificate da parte dei macrofagi i quali, a loro volta, si caricano di lipidi e vanno a formare le cosiddette cellule schiumose1, ricche di colesterolo. L'accumulo di cellule schiumose sulla parete arteriosa Ë il primo segno visibile dell'aterosclerosi e viene denominato stria adiposa2. BenchÈ l'importanza dell'ipotesi ossidativa non sia stata completamente stabilita, negli ultimi dieci anni si sono raccolti molti dati a sostegno di tale tesi. Si Ë mostrato che le LDL sono in grado di ossidarsi in vivo3, si sono scoperti nell'uomo autoanticorpi diretti contro le LDL ossidate4, le LDL estratte da lesioni aterosclerotiche umane mostrano molte delle propriet‡ fisiche, chimiche e biologiche delle LDL ossidate in vitro 5. Inoltre, si Ë mostrato che il grado di sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione Ë correlato all'entit‡ dell'aterosclerosi6, ma senza dipendenza.

» noto che il processo di ossidazione delle LDL puÚ essere innescato in vitro incubando particelle isolate di LDL con cellule (macrofagi, linfociti, cellule della muscolatura liscia o cellule endoteliali), ioni metallici (rame o ferro), enzimi, radicali dell'ossigeno o luce ultravioletta7-9, ma i meccanismi che regolano l'ossidazione delle LDL in vivo sono molto meno noti. » dimostrato che le LDL sono protette dall'ossidazione nel plasma da sostanze antiossidative idrosolubili quali l'acido ascorbico, l'acido ureico o la bilirubina. » quindi probabile che la maggior parte delle modificazioni ossidative delle LDL avviene sulla parete arteriosa, dove le LDL risultano ampiamente isolate dagli antiossidanti plasmatici. Dati recenti suggeriscono che gli ioni metallici (rame o ferro) e gli enzimi mieloperossidasi e lipossigenasi svolgano ruoli di primo piano nella modificazione delle LDL10.

Se le LDL vengono esposte a condizioni pro-ossidative, perdono i loro antiossidanti. L'ossidazione degli acidi grassi poliinsaturi (PUFA) delle LDL in idroperossidi lipidici inizia proprio quando la maggior parte delle difese antiossidanti Ë ormai persa. La decomposizione dei PUFA porta a numerose ulteriori modificazioni della particella LDL come, ad esempio, l'ossidazione del colesterolo o le modificazioni della componente apo-B7; 11 che determinano due effetti importanti. In primo luogo vengono generate molecole ad alto potenziale biologico comprendenti sostanze chemiotattiche per i monociti ed i linfociti, citotossiche o in grado di alterare direttamente l'espressione genica delle cellule delle pareti arteriose (Tabella 1). In secondo luogo, le modificazioni dell'apo-B portano a mutamenti nella specificit‡ del recettore per la particella LDL ed aumentano la sua affinit‡ per i cosiddetti recettori spazzini.

Le LDL inalterate si legano principalmente al recettore per le LDL. PoichÈ la presenza dei recettori per le LDL sulle cellule Ë regolata dal contenuto intracellulare di colesterolo libero, le cellule possono captare solo quantitativi limitati di LDL da tali recettori. D'altra parte, i recettori spazzini, una famiglia di proteine eterogenee dal punto di vista strutturale, che si trovano sulla superficie delle cellule endoteliali, dei monociti e dei macrofagi12, non sono regolate mediante feedback dal contenuto intracellulare di colesterolo. Mediante i recettori spazzini, le cellule possono captare le LDL in modo non regolato ed accumulare enormi quantitativi di colesterolo e suoi esteri. PoichÈ tali caratteristiche delle LDL modificate promuovono l'aterosclerosi, la preoccupazione di ridurre al minimo la sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione dovrebbe essere costante.

Tabella 1: Propriet‡ aterogene delle ox-LDL (riesaminate in 11; 13; 14).
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* Le Ox-LDL mostrano una maggiore captazione da parte dei macrofagi che porta all'arricchimento in estere colesterilico ed alla formazione di cellule schiumose
* Le Ox-LDL sono chemiotattiche per i monociti ed i linfociti T
* Le Ox-LDL inibiscono la motilit‡ dei macrofagi sulla parete arteriosa
* Le Ox-LDL sono citotossiche
* Le Ox-LDL alterano l'espressione genica, inducendo la produzione di citochine e di molecole di adesione
* Le Ox-LDL inducono la proliferazione di cellule della muscolatura liscia
* Le Ox-LDL sono immunogene e possono determinare la formazione di autoanticorpi
* Le Ox-LDL sono pi_ sensibili all'aggregazione che conduce indipendentemente ad una maggiore captazione da parte dei macrofagi
* Le Ox-LDL possono modificare negativamente le vie della coagulazione, provocando ad esempio un'alterazione dell'aggregazione piastrinica
* Le Ox-LDL possono modificare negativamente le propriet‡ vasomotorie delle arterie coronariche

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3. L'olio di oliva ed i processi ossidativi

» indubbio che la nutrizione svolge un ruolo importante nell'ossidabilit‡ delle LDL. In particolare, la qualit‡ dei grassi ed il contenuto di componenti antiossidative nella dieta influisce sulla sensibilit‡ delle LDL e delle cellule ai danni derivanti dall'ossidazione. Esistono numerose vie potenziali attraverso le quali gli acidi grassi alimentari possono modulare l'aterogenicit‡ delle LDL. Innanzitutto, la quantit‡ e la composizione dei grassi alimentari influisce sui quantitativi di particelle LDL presenti sulla parete arteriosa. La sostituzione degli acidi grassi saturi presenti nella dieta con i MUFA od i PUFA abbassa i livelli di colesterolo totale e di colesterolo LDL (per i dettagli consultare il Fact Sheet "Olio d'oliva, fattori di rischio cardiovascolare e coronaropatia"). Gli acidi grassi alimentari possono influenzare direttamente la sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione, modificando la composizione degli acidi grassi presenti nelle stesse. Inoltre, possono modificare la composizione degli acidi grassi presenti nelle cellule della parete arteriosa, alterando cosÏ la loro attivit‡ pro-ossidante e la loro risposta agli stress ossidativi11;9.

Grazie al suo elevato contenuto di MUFA, l'olio d'oliva sembra avere propriet‡ protettive rispetto all'ossidazione delle LDL. Inoltre l'olio d'oliva puÚ dare una protezione supplementare in quanto fornisce alle LDL potenti antiossidanti, quali la Vitamina E ed i composti polifenolici. Questi effetti protettivi degli antiossidanti verranno descritti dettagliatamente in un documento successivo, dal titolo "Costituenti antiossidativi dell'olio di oliva ed ossidazione delle LDL".

3.1 Effetti degli acidi grassi alimentari derivanti dall'olio d'oliva sull'ossidazione delle LDL

Numerosi ricercatori hanno messo a confronto l'influenza che i MUFA ed i PUFA presenti nella dieta esercitano sull'ossidazione delle LDL. Si Ë potuto in primo luogo dimostrare nei conigli che le particelle LDL ricche di oleato sono notevolmente resistenti alle modificazioni ossidative15.

Uno dei primi studi che ha preso in esame tale questione negli esseri umani Ë stato condotto da Reaven e coll.16 che hanno sottoposto i partecipanti allo studio a diete liquide molto grasse con un contenuto di MUFA pari a circa l'80 % o di PUFA di circa il 60 % degli acidi grassi totali. Dopo tali diete, estremamente ricche di MUFA (derivati da olio di girasole altamente oleico) o di PUFA (derivati da olio di girasole), la composizione degli acidi grassi, presenti nelle particelle isolate di LDL, rifletteva la composizione degli acidi grassi della dieta e la distribuzione degli acidi grassi era similare nelle diverse frazioni lipidiche della particella LDL. Il contenuto di acido linoleico (C18:2) delle LDL era fortemente correlato al tasso ed all'entit‡ dell'ossidazione, mentre il quantitativo di acido oleico (C18:1), presente nelle particelle LDL, era inversamente correlato all'entit‡ dell'ossidazione.

Numerosi altri studi sono stati condotti con diete solide su soggetti sani17-23, pazienti iperlipidemici24; 25 e diabetici26. Tali studi mostrano costantemente che le diete ricche di MUFA rendono le LDL pi_ resistenti alle modificazioni ossidative, se paragonate alle diete ricche di PUFA. Per esempio, Bonanome e coll.17 hanno paragonato una dieta arricchita di olio di colza (45 % di grassi, 5 % di MUFA, 30 % di PUFA) ad una dieta ricca di olio d'oliva (45% di grassi, 30 % di MUFA e 5% PUFA) in 12 soggetti sani. Anche in questo, caso il tasso di ossidazione delle LDL durante la dieta PUFA era superiore rispetto a quello registrato con la dieta ricca di MUFA.

BenchÈ tali risultati siano privi di ambiguit‡, rimangono ancora aperte numerose questioni. In base agli studi sinora condotti, non Ë chiaro se Ë solo la diminuzione dell'acido linoleico facilmente ossidabile presente nelle LDL ad essere responsabile della ridotta perossidazione lipidica dopo una dieta ricca di MUFA o se tale diminuzione Ë dovuta alle propriet‡ antiossidanti dirette dell'acido oleico. Oppure, i due meccanismi sono entrambi coinvolti nel calo di sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione? I PUFA aumentano l'ossidazione delle LDL o i MUFA la diminuiscono?

Finora esistono solo due studi che trattano di tali aspetti: Aviram ed Eias27 hanno messo a confronto gli effetti che un'integrazione di olio d'oliva (50g/die) ha sulla dieta di base (30 % di grassi, 50 % di carboidrati). Si Ë potuto dimostrare che le LDL ottenute dopo una o due settimane di dieta ricca di olio d'oliva erano meno sensibili all'ossidazione e presentavano una minor captazione cellulare da parte dei macrofagi. Si puÚ cosÏ suggerire che l'integrazione con i MUFA puÚ dare luogo ad un'indiscutibile diminuzione della sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione. Berry e coll.28 hanno confermato tali risultati nel loro studio in cui hanno messo a confronto una dieta ricca di MUFA (17 % di energia, grassi totali: 33 % di energia) con una dieta ricca di carboidrati (65 % di energia; MUFA: 7 %), mantenendo il contenuto di PUFA costante in entrambe le diete. La dieta ricca di MUFA ha portato ad una riduzione significativa della sensibilit‡ delle LDL agli stress ossidativi. Tali dati confermano il concetto che le diete ricche di acido oleico possono ridurre l'ossidazione delle LDL sia grazie alle intrinseche propriet‡ antiossidanti dei MUFA sia alla riduzione del contenuto di acido linoleico nelle LDL11.

3.2 Effetti degli acidi grassi alimentari sull'attivit‡ pro-ossidante delle cellule e sulla loro sensibilit‡ agli stress ossidativi

Gli acidi grassi alimentari possono anche avere effetti sull'attivit‡ pro-ossidante delle cellule. Numerosi ricercatori hanno dimostrato come l'integrazione alimentare con vari tipi di acidi grassi porti a modifiche della composizione degli acidi grassi presenti sulla membrana dei monociti e che ciÚ influenza la produzione di radicali dell'ossigeno, in particolare dell'anione superossido nei monociti e nei macrofagi. La produzione dell'anione superossido da parte di tali cellule contribuisce indubbiamente all'ossidazione delle LDL. Confrontando gli effetti dell'integrazione alimentare con i MUFA, gli n-3- o gli n-6-PUFA sulla generazione dell'anione superossido si Ë riscontrata una riduzione della produzione di superossido solo dopo l'integrazione con gli acidi grassi n-3, mentre i monociti derivanti dai gruppi sottoposti all'integrazione con i MUFA o gli n-6-PUFA non hanno mostrato modifiche o hanno incrementato i livelli di anione superossido29. Il meccanismo grazie al quale gli acidi grassi n-3 possono ridurre i radicali dell'ossigeno non Ë noto e altri studi non sono stati in grado di confermare tali effetti. Sono necessarie ulteriori indagini per valutare esattamente il ruolo dei diversi acidi grassi sull'attivit‡ pro-ossidante delle cellule11.

Inoltre, gli acidi grassi alimentari possono influire sulla sensibilit‡ delle cellule agli stress ossidativi probabilmente anche cambiando la composizione degli acidi grassi presenti sulla membrana cellulare. Le cellule arricchite con i MUFA si sono mostrate meno sensibili ai danni derivanti dall'ossidazione, mentre gli n-6 PUFA hanno fatto aumentare tale sensibilit‡. I danni ossidativi delle cellule della parete arteriosa possono favorire l'aggravamento delle lesioni aterosclerotiche. Per esempio, le lesioni alle cellule endoteliali indotte dall'ossidazione possono aumentare le probabilit‡ di rottura della placca e la formazione di trombi11. In aggiunta, i MUFA alimentari provenienti dall'olio d'oliva hanno mostrato di essere in grado di proteggere, nei ratti, le membrane dei mitocondri delle cellule cardiache dai danni perossidativi correlati all'invecchiamento30.

3.3 L'impatto dell'olio di oliva sull'aterogenicit‡ delle LDL ossidate

Come sopra descritto, le LDL modificate in seguito ad ossidazione sono portatrici di propriet‡ aterogene. Tsimikas e coll.23 hanno studiato l'effetto dei MUFA e dei PUFA, presenti nella dieta, sulla capacit‡ delle LDL debolmente ossidate di indurre l'adesione e la chemiotassi dei monociti. Essi hanno scoperto una correlazione inversa tra il contenuto di acido oleico delle LDL e la stimolazione dell'adesione e della chemiotassi dei monociti ed una correlazione positiva tra il contenuto di acido linoleico delle LDL e tali parametri. Il che suggerisce come un quantitativo maggiore di acido oleico nelle LDL non solo rende le particelle LDL meno ossidabili, ma riduce altresÏ la loro attivit‡ biologica nei confronti dei processi aterosclerotici. Risultati similari per quanto riguarda l'adesione dei monociti sono stati riportati da Mata e coll.19.

4. Riassunto e conclusioni

Esistono ampi riscontri sul ruolo cruciale e causale che le modificazioni delle LDL svolgono nella patogenesi dell'aterosclerosi. L'ossidazione delle LDL inizia con la perossidazione dei PUFA nella particella LDL. Quindi la composizione degli acidi grassi delle LDL favorisce il processo di ossidazione delle stesse. La composizione degli acidi grassi delle LDL Ë influenzata dagli acidi grassi presenti nella dieta e di conseguenza la quantit‡ ed il tipo di grassi assunti con la dieta influiscono anche sulla sensibilit‡ delle LDL ai danni ossidativi. Le diete ricche di MUFA rendono le LDL pi_ resistenti alle modificazioni ossidative, se paragonate alle diete ricche di PUFA, in quanto le particelle LDL si arricchiscono di acido oleico, invece, che di acido linoleico.
Inoltre, la composizione degli acidi grassi delle membrane cellulari dipende dalla dieta e le diete ricche di MUFA garantiscono anche un maggior contenuto di MUFA delle membrane cellulari e, quindi, una maggior resistenza delle cellule ai danni ossidativi.

Infine, un aumento dei MUFA alimentari non solo riduce la sensibilit‡ delle LDL all'ossidazione, ma diminuisce anche le caratteristiche aterogene delle LDL una volta ossidate.

Fino a parecchi anni fa, l'attenzione per i benefici della dieta mediterranea era concentrata sugli effetti favorevoli che questa esercitava sull'iperlipidemia ed altri noti fattori di rischio cardiovascolari. Ora risulta sempre pi_ evidente che l'elevata assunzione di MUFA, tipica della dieta mediterranea e derivante dal consumo di olio d'oliva, combina i vantaggi di abbassare i livelli di colesterolo e di diminuire la sensibilit‡ sia delle LDL sia delle cellule all'ossidazione, riducendo anche le propriet‡ aterogene della particella LDL.

Bibliografia

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© Comunit‡ Europea, 1995-2002.


   
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(@pondle)
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Notare che l'organismo sviluppa anticorpi contro l'LDL ossdato!.


   
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(@salvio)
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I carboidrati in eccesso vengono convertiti in grasso, specie quelli raffinati.
In natura hai voglia a mangiare carboidrati prima di creare un eccesso...
Ad ogni modo, il grasso è di scaroi per cui certamente cattivo.
Ammettianmo che le teorie che vanno per la maggiore sui SATURI siano in parte vere..
Ricordiamo però che, eliminando o riducendo drasticamente un macronutriente (carboidrati) bisognerebbe raddoppiare gli altri per pareggiare l'introito energetico.
Riassumendo:
troppe proteine no (fegato e reni)
carboidrati no perchè se non raffinati ne dovresti mangiare troppi per raggiunger un livello calorico di compenso (il imiele lo escludo perchè non se ne può mangiare unn vasetto, sarebbe innnaturale tra l'altro)
Restano I GRASSI: i saturi in eccesso son o tosti per il fegato perchè vanno in una certa misura emulsionati e poi purtroppo oggi abbiamo tante ncognite sulla carne.
estano I GRASSI BUONI: secondo voi ci si potrebbe letteralmente abbuffare di olio di oliva e noci ad esempio per raggiungere la quota calorica desiderata?

Quale sarebbe la quota teorica?

il tuo fegato produce tanta bile quanti sono i tuoi bisogni metabolici, nessuno può fissare la sua quota calorica giornaliera, oltre un certo punto è necessario riposarsi per recuperare le energie.

Ho contato una settimana ho mangiato 800 kcal al giorno, senza nessuna perdita di peso senza stanchezza nè fame e non sono stato fermo fermo.

Il computo calorico totale non si ottiene al giorno ma a livello ultradiano...


   
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(@pondle)
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Attualmente il problema è quello di aumentare di peso.
Sto lavorando sui miscoli, ma per apprezzare visivamtente e in chili un aumento muscolare ci vuole molto tempo... Da natural se metti 5kg di muscoli in un anno hai fatto un lavorone. Per cui del grasso ci vuole, ma ci vuole buono. La mia domanda è se posso ricavare questo aumento "spingendo" molto sull'olio extravergine di oliva avendo dubbi sui saturi e volendo rimanere in low carb...Con le pro non me la sento di esagerare.
Ciao.

Poi ovviamnte, una volta raggiunto il peso voluto, entrerei in omeostatica consumando quello che introito....


   
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Tropico
(@tropico)
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Sull'olio di oliva posso dirti che è grazie a lui che ho sopportato un anno di alimentazione fruttariana.
Ne prendevo più di mezzo bicchiere (da acqua) al giorno,e come ne ho diminuito le quantità son crollato.
Se riuscivo ad alzare qualche peso e avevo desiderio sessuale in quel periodo era grazie all'olio di oliva.
Per completare il computo calorico secondo me l'olio di oliva è indicatissimo.

Per quanto riguarda la dieta iperproteica intendo, per me, superare 1,5g per Kg...intendiamoci,non è che sto malissimo ma mi viene l'alitosi e perdo un pò la regolarità.
Cosa che odio l'alitosi perchè ci ho sofferto per molti anni limitandomi le relazioni interpersonali.
Secondo me non ho niente che non va, semplicemente un quantitativo che si avvicina ai 2gr per KG mi provoca ristagno nell'intestino.
Quindi se voglio continuare a mangiare proteine in ogni pasto devo diminuire la quantità...ma preferisco mangiarmi un merluzzo da 4 etti in un pasto e niente nell'altro.
Da ehretista comunque non ho mai avuto l'alitosi,questo c'è da dirlo, quindi troppe proteine animali mi ristagnano, per le funzioni plastiche nonostante faccia pesi il mio corpo abbisogna di una quota uguale o minore di 1,5gr*Kg.
Oppure semplicemente come faccio adesso,mangio tutte le pro che voglio e quando mi ingolfo due giorni d'insalata e frutta e torno nuovo .

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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(@rosenz)
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Io la risposta alla tua domandina la trovo direttamente nel tuo post di presentazione.
Aumenterei tranquillamente la quota di carbo, parlo in questo caso di cereali e legumi considerato che di frutta e verdure già ne assumi assai.
Fai sport, non ti danno problemi quindi.......se invece vuoi come hai detto restare basso di carbo dovrai cercare soluzioni un pò più stravaganti, non so quanto valga la pena.

Lo studio sull'olio di oliva è interessante, avevo già letto gli studi sul suo ruolo di protezione verso l'ossidazione delle Ldl, la frazione aterogena e quindi potenzialmente pericolosa del colesterolo.
Quindi più che bene assumerlo, ma inutile abbuffarsi in quanto non penso possa sostituire la quota dei carbo.

Ciao.


   
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 Muso
(@muso)
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Sì probabilmente necessiti di un quantitativo di pro inferiore a 1,5g/kg , e probabilmente il tuo corpo non le usa bene a scopo energetico preferendo(giustamente)altri substrati.
Per sostituire i carbo a scopi energetici servono i saturi,c'è poco da fare,preferibilmente a catena media o corta.


   
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(@pondle)
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Perchè?????.


   
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(@rosenz)
Membro
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Muso ha scritto:

....
Per sostituire i carbo a scopi energetici servono i saturi,c'è poco da fare,preferibilmente a catena media o corta.
Già, più che altro io mi chiedo perchè utilizzi il verbo "sostituire"...perchè???.
rosenz
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(@andrea)
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e gli insaturi a questo scopo? e le proteine? cmq noto che molti limitano i saturi preferendo gli insaturi e aumentano le proteine


   
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