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Il protocollo Ciampolini...

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 Muso
(@muso)
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Secondo me quello che dice salvio è vero a patto che si abbiano le riserve di glicogeno ben piene,se per sbaglio uno va in deficit è giocoforza costretto a ricaricarle con carbo a medio-alto ig in quantità abbondanti.
Dopo potrà riprendere il normale ciclo..


   
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(@andrea)
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a favore di quello che dici Vittorio c'è un articolo di Albanesi si sempre lui :sarcastic2:

Quando si mangia, il livello degli zuccheri nel sangue (glicemia) aumenta a seguito dell'assunzione di carboidrati. Tale innalzamento provoca le secrezione da parte delle cellule beta del pancreas dell'insulina, il cui compito è di abbassare la glicemia. La risposta è tanto più rapida quanto più alto è l'indice glicemico dei carboidrati assunti. L'insulina:
a) facilita l'ingresso del glucosio nelle cellule muscolari;
b) dà il via all'immagazzinamento delle scorte di glicogeno (cioè le scorte di carboidrati) nel fegato e blocca il rilascio di quello presente;
c) trasforma il surplus di carboidrati in grasso;
d) blocca il consumo dei grassi già presenti.
In base a questo semplice meccanismo Sears ha demonizzato l'insulina insistendo sui punti c) e d). In realtà la condanna dell'insulina pronunciata da Sears ha senso solo se esiste un surplus di carboidrati e se l'individuo ha bisogno di carburante attinto dal glicogeno o dai grassi (e non dal glucosio circolante). Tradotto in altri termini, se si tratta di un sedentario sovrappeso che assume un surplus di carboidrati il quadro negativo dipinto da Sears è del tutto condivisibile. Non è invece condivisibile se si tratta di uno sportivo che deve reintegrare le scorte di glicogeno ed è a riposo (dopo l'allenamento o la prestazione agonistica).
Ciò che Sears ha dimenticato nel suo modello è che le scorte di glicogeno devono esser ripristinate e che, per farlo, MATEMATICAMENTE non si può stare in zona. Infatti se per ripristinare le scorte di glicogeno si usano carboidrati nella percentuale 40-30-30, saremo costretti ad assumere una dose di proteine che lo stesso Sears ritiene eccessiva. Un atleta di 70 kg che corre per 20 km consuma almeno 1.300 kcal circa, 420 kcal di proteine vogliono dire 105 g di proteine in più!!! Ma allora, sommandole a quelle basali, ne assume ben oltre le quantità indicate da Sears e da tutti gli esperimenti sul fabbisogno proteico. Né d'altra parte posso usare i grassi per ricostruire le scorte di glicogeno. Purtroppo:

non esiste una via biochimica di trasformazione da grassi a glicogeno.

I grassi producono energia (beta-ossidazione), ma non possono ripristinare le scorte di glicogeno. Questo perché alcune reazioni chimiche del nostro metabolismo sono irreversibili e procedono solo in un senso.
Quindi ricapitolando:
l'insulina e il picco insulinico (attivato da alimenti ad alto indice glicemico come la pasta, lo zucchero o la fetta di pane con il miele) sono utili per ripristinare le scorte di glicogeno, mentre sono dannosi quando l'individuo è già in condizioni di scorte sature.
Ricordiamo che le scorte vengono intaccate non solo dall'attività fisica, ma anche da richieste fisiologiche (sangue e cervello) e da attività quotidiane


   
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(@salvio)
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Secondo me quello che dice salvio è vero a patto che si abbiano le riserve di glicogeno ben piene,se per sbaglio uno va in deficit è giocoforza costretto a ricaricarle con carbo a medio-alto ig in quantità abbondanti.
Dopo potrà riprendere il normale ciclo.

Scusa ma se so piene le riserve uno perchè dovrebbe mangiare. Inoltre se consuma più grasso che carboidrati, la perdità in un giorno anche senz amangiare non dovrebbe essere incisiva. Io credo che il meccanismo del glucosio serva anche a limitare i danni che gli zuccheri comportano se lasciati liberi, oltre garantire che vi siano sempre zuccheri disponibili, cosa non possibile se non si riesce a reperire cibo, e in natura non è detto che trovi sempre carboidrati facilmente.

Quando si mangia, il livello degli zuccheri nel sangue (glicemia) aumenta a seguito dell'assunzione di carboidrati. Tale innalzamento provoca le secrezione da parte delle cellule beta del pancreas dell'insulina, il cui compito è di abbassare la glicemia. La risposta è tanto più rapida quanto più alto è l'indice glicemico dei carboidrati assunti. L'insulina:

Ci sono troppe supposizioni in questa frase.

L'insulina viene prodotta perchè il corpo non sa che le persone mangiano per divertimento, suppone che stia mangiando per caricare le riserve di glicogeno.

In base a questo semplice meccanismo Sears ha demonizzato l'insulina insistendo sui punti c) e d). In realtà la condanna dell'insulina pronunciata da Sears ha senso solo se esiste un surplus di carboidrati e se l'individuo ha bisogno di carburante attinto dal glicogeno o dai grassi (e non dal glucosio circolante). Tradotto in altri termini, se si tratta di un sedentario sovrappeso che assume un surplus di carboidrati il quadro negativo dipinto da Sears è del tutto condivisibile. Non è invece condivisibile se si tratta di uno sportivo che deve reintegrare le scorte di glicogeno ed è a riposo (dopo l'allenamento o la prestazione agonistica).

Va bhe che Sears non abbia capito una cippa, e che il semplice rispetto dei vincoli di Ciampolini garantisce sensibilità a essa, lo vado predicando da una vita.

Infatti anche Albanesi sbaglia, visto che il surplus deve essere energetico, ma guardandolo dal punto di vista metabolico e non calorico.

Metabolicamente se uno è sedentario è mangia carboidrati nella misura che può depositarli sia come glucogeno che come grasso, abituato ad usare i grassi nel periodo interprandiale, non ingrassa, dato che se anche l'insulina fa si che vengano depositati, il corpo poi li smuoverà inevitabilmente per fini energetici.

Ripeto che l'unica cosa che conta è il computo energetico.

non esiste una via biochimica di trasformazione da grassi a glicogeno.

No non esiste ma in condizioni di emergenza ci sono i chetoni e gli amminoacidi in un metabolismo sano, brucia tanto grasso e poco glucosio non il contrario, certo se poi la condizione di emergenza è continua le cose cambiano.

l'insulina e il picco insulinico (attivato da alimenti ad alto indice glicemico come la pasta, lo zucchero o la fetta di pane con il miele) sono utili per ripristinare le scorte di glicogeno, mentre sono dannosi quando l'individuo è già in condizioni di scorte sature.

Peccato che in natura la pasta, lo zucchero e la fetta di pane non esistano e il miele non sia cosa comune, quindi non si possa stimolare l'insulina così facilmente, quindi non è facile riempire quelel scorte, quindi figuriamoci renderle sature, comunque anche lui arriva alle conclusioni di Ciampolini.


   
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 Muso
(@muso)
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Salvio se uno non ha grassi propri per mantenere l'omeostasi(temperatura ed efficienza costante)quando ha la glicemia bassa deve mangiare altri grassi ed inspiegabilmente questi alzano la glicemia,probabilmente fanno sì che il corpo trovi le energie per reperire gli zuccheri che gli servono o dal glicogeno o,se le riserve non sono ben piene,dai muscoli.
Ho letto uno studio che afferma che finchè il fegato è in riserva di glicogeno e non è ben pieno l'organismo non accumula adipe,mi piacerebbe che qualcuno indagasse in questa direzione poichè non ricordo ove ho letto ciò.
Io sono giunto alla personalissima conclusione che cmq l'organismo ha sempre bisogno di zuccheri,specialmente se si fa sport,mangiando sempre almeno 150g di carbo-die e ricaricando adeguatamente ho eliminato ogni benchè minimo problema sia di stanchezza che della pelle e ho un senso di benessere maggiore.
Se tu parli di avere le riserve epatiche in riserva salvio sono daccordo,ma quelle muscolari,anche se sono svuotate di poco,danno senso di fatica e non fanno rendere bene,io sono convinto che vadano sempre tenute piene.
Mi pare di ricordare che se anche il glicogeno del fegato inizia a scarseggiare poi si avvia automaticamente la gluconeogenesi,indipendentemente dalla propria capacità di ossidare i grassi,quindi per un sedentario valgono regole diversissime rispetto a uno sportivo degno di questo nome.
è ovvio che se uno come sport pratica la camminata e il passeggio,oppure blande corse può anche assumere pochissimi carbo.
Interessante il fatto che quando ho le riserve di glicogeno ben piene dormo come un bambino per 8-9 ore e mi sveglio con glicemia bassa,se sono in riserva mi sveglio con glicemia circa a 85 dopo 5-6ore e se non mangio velocemente essa scende ancora per poi risalire a causa del cortisolo,evidentemente il corpo capta la situazione di emergenza dettata dalla carenza di cibo.
Sono sempre più convinto che i paleolitici usassero più carbo di quanto si creda(e cordain non lo nega)e frutta e tuberi fossero abbastanza presenti.
Patate alla brace= carbo ad alto ig che i paleolitici avevano,saltuariamente il miele,probabilmente spesso frutti maturi venivano consumati.
Credo che un soggetto con riserve di adipe proprie ben espanse possa permettersi meno carbo di un soggetto magro,magari con i muscoli piccoli che contengono poco glicogeno.
Esso dovrà avere introduzioni di carbo più frequenti ma limitate in quando il glicogeno muscolare farà presto a depletarsi in percentuali che per un grosso omone sarebbero irrisorie.
Tra l'altro i suoi grassi endogeni gli consentiranno una migliore omeostasi.
Io cmq quando mangio mi accerto sempre di essere in riserva di glicogeno sicura o perlomeno a glicemia bassissima..


   
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(@andrea)
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Vittorio come fai ad essere sicuro di essere in riserva di glicogeno? dopo l'allenamento?

comunque il fatto è che quando il glicogeno epatico si esaurisce viene secreto cortisolo per ricavare energia bruciando muscolo, in quanto il glicogeno muscolare viene consumato solamente durante uno sforzo fisico intenso e prolungato.
Nel muscolo, infatti, il glucoso 6 P che si produce dalla demolizione del glicogeno non può uscire dalla miocellula perchè manca la glucosio 6 fosfatasi, ed è perciò utilizzato a livello di demolizione locale ; il fegato invece possiede la glucosio 6 fosfatasi-> con capacità di liberazione a glucosio libero: ciò avviene al momento del bisogno quando, subito dopo il pasto, i livelli glicemici scendono

Quindi in condizioni normali non si dovrebbe mai esaurire la riserva di glicogeno epatico, giusto? pena secrezione di cortisolo con tutti i problemi che ne derivano.

Comunque l'uomo può immagazzinarne circa 380 - 480 grammi, una quantità di carburante sufficiente per percorrere 30 km di corsa. non pochi!! mi domando in una seduta di 1 ora di allenamento con i pesi quanto se ne consuma..

Nel fegato è stoccato 1/3 del glicogeno di tutto l'organismo (circa 100 - 150grammi), sottoforma di catene più lunghe e più pesanti rispetto ai muscoli.
Nei muscoli sono immagazzinati i 2/3 del glicogeno dell'organismo (circa 300 grammi), sottoforma di catene più corte e leggere.

Nel digiuno protratto si rende necessaria una serie di adattamenti metabolici idonei a fornire all’organismo adeguate quantità di materiale energetico. In un uomo di 70 Kg ad esempio il glicogeno è pari a 1600 Kcal per cui le riserve di carboidrati sufficienti sono per un giorno; l’organismo per mantenere la glicemia a 50 mg/dl provvede alla neosintesi endogena di glucosio a partire da precursori non carboidratici (neoglucogenesi): acido lattico, glicerolo ed aminoacidi. A partire da un paio di giorni dall’ultima assunzione alimentare l’organismo attua un ulteriore adattamento metabolico rappresentato dalla produzione di corpi chetonici, ciò è necessario quando nel digiuno protratto sono andate esaurite le scorte di glicogeno ed il fegato deve ossidare grosse quantità di acidi grassi con produzione di acetil-CoA. Questo non riesce ad entrare nel ciclo di Krebs perchè il deficit di glucosio causa una ridotta disponibilità di ossalacetato, che si può solo ottenere dagli aminoacidi neoglucogenetici.

Una dieta che limita l'azione dell'insulina come quella chetogenica favorisce infine rilascio di cortisolo con alti livelli nel sangue

http://spazioinwind.libero.it/gastroepato/glicidi.htm
http://www.webnutrition.it/Articolo.asp?ID=255


   
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(@salvio)
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Io non ho detto che non l'usassero, tant'è che se la frutta che suavano e poco ricca di carboidrati le verdure usate ne erano più ricche.

Basta guardare le sole spezie per vedere che hanno una quota di carbo decisamente più alta delle normali verdure usate. e sono più caloriche.

Ma si muovevanpo di più...

Purtroppo i carbo sono gli unici che possono essere accumulati limitatamente nel corpo e usati in maniera continuativa evitano si il catabolismo, ma evitano pure una certa memeoria corporea verso l'uso dei grassi.

Purtroppo io e te non ci troviamo perchè io prendo come modello il sedentario tu uno che fa attività fisica, non ci troveremo mai con questi presupposti.

Per te i carbo non saranno mai abbastanza per me sempre troppi.

Un sedentario gioco forza deve cercare di imparare a ossidare i grassi dato che è mera pazzia voler bruciare i carbo senza fare attività fisica, alla lunga si instaura per forza la resistenza insulinica o si va in deficit della stessa.

Ecco perchè sia una dieta adeguata in grassi che in carbo minimizza l'azione catabolica del cortisolo e perchè motli all'inizio hanno grosse difficoltà ad usare i grassi.

Ma non credo che sia come dice Di Pasquale che ci vogliono quantità ridicole di carboidrati, ma credo che il corpo tende ad adeguarsi mediamente in pochi giorni a quelloc he succede.

Esempio un sedentario e uno sportivo diminuiscono i carbo a favore dei grassi, il primo ne risente meno del secondo.

A questo punto uno deduce che tutti gli sportivi devono consumare adeguate quantità di carbo, ma poi si paragona un maratoneta e si vede che per lui la sofferenza è minore.

Poi si prova a fare la cosa con un culturista ma il catabolismo è tremendo, salvo poi diminuire.

Quelloc he voglio dire che non l'ha scritto il medico che se un giorno non fate una cippa e mangiate pochi carbo con più grassi, salvo poi il giorno dopo fare attività di potenza e ritrovarsi ancora il giorno dopo a dover mangiare una quota esagerata di carbo.

Logicamente un maratoneta fesso che pretende di ricostruire le riserve lipidiche a suon di carbo, risente poco per carità della stanchezza momentanea datoc he le riserve glicemiche restano buone, ma alla lunga risente della mancanza di garsso visto che per l'insulina si fa dura convertire continuamente carbo in garssi da usare negli sforzi lievi e prolungati.

Suppongo che consumando meno carbo e più grassi, scusate se mi azzardo, e chiedo conferma a Vittorio, otterrebbe un'efficienza fisica migliore.

Attenzione ho detto meno carbo non zero carbo.

Vitto' è logico che un pugile ottiene efficienza migliore con una quota più consistente di carbo il girono dopo che si è allenato, ma se ne accorge dall'incapcità di contrarre i muscoli.

Attenzione su sta cosa, l'acido lattico simula questa incapacità, pur riempiendo di nuovo le riserve di glicogeno l'acido impedisce le contrazioni, si chiama stancheza e il recuipero serve a questo.

Volente o nolente un sedentario o comunque quasi tale, anche se fa palestra, non può consumare quote spropositate di carbo, se accade che senza fare alcuna attività fisica avete fame specielmente di zuccheri, allora la regolazione è pessima, se invece vi siente allenati bestialmente sarà naturale che il corpo cerchid i ricostruire le riserve, in fondo in natura potrebbe accadere che servano subito.

Ma ripeto se non si è fatto quasi niente, potete dire quello che vi pare, è quasi patologico avere fame una o due ore dopo aver mangiato e specialmente di carboidrati, vuol dire che l'insulina o è poca o non è efficace.

Quindi in entrambi i casi si è mangiato oltre il dovuto.

Paragoniamo stili di vita diversi cercando di uniformarli, ecco perchè poi non ci troviamo....


   
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Tropico
(@tropico)
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Mi sorge spontanea una domanda..ma come diavolo fanno gli eschimesi e i masai? Di carbo ne prendeno quasi zero...eppure stanno bene e la forza non penso gli manchi...
Appurato che in allenamento uno deve mangiare più carboidrati...ma che tipo di carboidrati? nei giorni di allenamento che carbo uno dovrebbe usare,ad alto indice glicemico??(il classico dei bodybuilder)
É utile fare il pasto WO a suon di carbo anche se uno non ha fame?.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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 Muso
(@muso)
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Ma Salvio non è che non ci troviamo,ogni volta poi specifichi meglio e mi accorgo di essere daccordo con te al 100% 8) ..


   
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(@rosenz)
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Purtroppo i carbo sono gli unici che possono essere accumulati limitatamente nel corpo e usati in maniera continuativa evitano si il catabolismo, ma evitano pure una certa memoria corporea verso l'uso dei grassi.

Purtroppo io e te non ci troviamo perchè io prendo come modello il sedentario tu uno che fa attività fisica, non ci troveremo mai con questi presupposti.

........Ma ripeto se non si è fatto quasi niente, potete dire quello che vi pare, è quasi patologico avere fame una o due ore dopo aver mangiato e specialmente di carboidrati, vuol dire che l'insulina o è poca o non è efficace.
...

Ma Salvio non è che non ci troviamo,ogni volta poi specifichi meglio e mi accorgo di essere daccordo con te al 100%.

Infatti, trovo che le vostre posizioni si integrino tranquillamente.
Salvio tu fai delle giustissime osservazioni, ma se dobbiamo prendere come riferimento un modello allora io preferisco il secondo, cioè di quello che fa attività fisica regolare (non agonistica) in quanto in linea con le nostre necessità e con il nostro benessere....e con gli scopi di questo qualitativo forum.
Il primo, il sedentario ad oltranza, quand'anche diffuso, è perdente su tutti i fronti per un infinità di motivi non solo legati all'alimentazione.

Perdente sul fronte del cibo sicuramente, in quanto dovrà porre molta maggiore attenzione alle entrate in generale, in proporzione più alle entrate dei carbo ma anche degli altri macronutrienti.
Adottando uno stile di vita non idoneo alla sua fisiologia il sedentario dovrà adottare anche un'alimentazione non in linea con le esigenze naturali di un organismo in equilibrio, non so se mi spiego.

Perdente di conseguenza sotto l'aspetto metabolico, come ricordato anche da Davide in un altro post, i fratelli Speciani hanno ben individuato nella quantità di cibo introdotto un chiaro segnale metabolico.
Dieta di segnale, scarso od insufficiente apporto di cibo, diminuzione del metabolismo con tutte le conseguenze del caso.
Se al contrario il sedentario continuasse ad assumere cibo in quantità equilibrate andrebbe in ogni caso incontro ad un surplus con i relativi problemi legati generalmente al sovrappeso ma anche ad una quantità eccessiva di cibo che l'organismo del sedendario non è in grado di gestire, e quindi via ai processi infiammatori, intolleranze, disfunzioni intestinali ecc....

Senza contare poi tutti gli aspetti negativi della sedentarietà che riguardano il benessere generale di tutto l'organismo che vanno dall'efficienza del sistema immunitario, apparato cardiovascolare, muscolo scheletrico ecc....

La persona che svolge regolare esercizio fisico (non agonistico perchè altrimenti sarebbe tutt'altra faccenda) dovrà invece preoccuparsi solamente di assicurare all'organismo le sue naturali esigenze fisiologiche.
Non su tutto si può essere d'accordo con Albanesi, ma quando fa dei ragionamenti logici da perfetto ingegnere bisogna dargli atto che sa essere molto efficace.
E la ripartizione di micronutrienti che lui fa (50 carbo+30grassi+20 proteine) mi sembra che più o meno sia la più rispettosa delle esigenze di cui sopra.

Soffermandomi sulla quota dei carbo, mi sembra che in tale situazione una very low carb ne offra una quantità insufficiente.
Sempre in tale ottimale situazione credo che non si possa prescindere, per raggiungere tale quota, da una ragionevole quantità di cereali (trattati come meglio uno crede) e di legumi.

Saluti a tutti.


   
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(@salvio)
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Enzo il 50 è troppo per un sedentario e viene metabolizzto grazie all'esercizio fisico da uno sportivo.

Questa non è una situazione ideale, il cibo dovrebbe comunque essere metabolizzato in un contesto avulso dall'esercizo fisico.

Mi spiego meglio.

Se io mangio da paleodieta e non faccio una cippa dalla mattina alal sera, dovrò mangiare poco, ma questo non si rivolterà mai contro di me, mentre con cereali e latticini la produzione continuata di insulina, determina problemi ormonali.

Per non parlare dell'alopecia che sicuramente è nata con l'introduzione degli stessi.

Voglio mostrarvi una cosa:

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Se fate il conto per circa 54 milioni di anni noi i cereali e i latticni non li abbiamo mai mangiati mentre gli ultimi 10000 si, sapete in percentuale cosa vuol dire?

che per il 99,98% della nostra storia evolutiva, non li abbiamo mai mangiati, a voi la sentenza sulla loro presunta salubrità nei nostri confronti...


   
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(@rosenz)
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Enzo il 50 è troppo per un sedentario e viene metabolizzto grazie all'esercizio fisico da uno sportivo.

D'accordo Salvio, infatti se leggi bene il 50 di carbo lo riferivo a persona che decentemente si muove.

Questa non è una situazione ideale, il cibo dovrebbe comunque essere metabolizzato in un contesto avulso dall'esercizo fisico.
Mi spiego meglio.
Se io mangio da paleodieta e non faccio una cippa dalla mattina alla sera, dovrò mangiare poco, ma questo non si rivolterà mai contro di me, mentre con cereali e latticini la produzione continuata di insulina, determina problemi ormonali.
...

Su questo invece sono meno d'accordo, l'esercizio fisico moderato, essendo molto importante per il nostro benessere generale, non lo considero avulso rispetto a nulla.
L'uomo occidentale, più del paleolitico, che non muove le chiappe dalla sedia per tutto il giorno starà sicuramente meglio se mangerà poco, ma sempre peggio di chi farà movimento regolare in armonia con la sua natura.
Quindi in definitiva, se non il cibo, sarà il suo atteggiamento generale che gli si rivolterà contro.

Ciao.


   
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(@salvio)
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Io non ho detto che l'esercizio non è importante, ma se un cibo anche assunto poco mi provoca una fame innaturale come se io mi fossi fatto 50 km, vuol dire che sballa il mio assetto ormonale e mi farà mangiare di più.

Questo era il senso delle mie parole.

Tu fa il sedentario in paleo e prova ad avere appetito, vedrai che è quasi impossibile avere l'appetito di uno che macina chilometri e si allena tutta la giornata, mangia i carboidrati della pasta e vedi se ti viene o no la fame....


   
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 Muso
(@muso)
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Se uno fa il sedentario e applica bene la paleo ha fame solo con glicemia bassissima(almeno nella mia esperienza)ed è cmq una fame non esagerata(a meno che non sia in serio deficit di glicogeno).
Ma basta che si attivi un attimo perchè la sensazione di fame si amplifichi enormemente,rimanendo comunque gestibile,ovvero si riconosce chiaramente il senso di sazietà e non si esagera mai,specialmente se i carbo provengono da verdure cotte e qualche frutto.
Se si pratica sport a ivello abbastanza intenso la fame è inevitabile e si tendono ad assumere molte calorie ma penso che questa sia una cosa auspicabile,buona parte di esse,anche il 50%,da carbo, nel caso l'attività sia considerevole.
Se l'attività è esclusivamente anaerobica l'apporto di carbo può avvicinarsi nel post wo all'70-80%e la restante parte di proteine,ma dev'essere una cosa occasionale.
Se si è svolta attività aerobica-anaerobica direi che le percentuali potrebbero essere 60carbo 20grassi e 20 pro nel pasto seguente,se si nota debolezza mantenere buone quote di carbo ancora nel pasto successivo ma poi tornare su percentuali di carbo abbastanza contenute.
Se si è svolta attività prettamente aerobica i carbo introitati possono diminuire drasticamente,bisogna poi vedere la soggettività individuale e la propria capacità di gestire i carboidrati o di ossidare i grassi in maniera più o meno efficiente.
Le mie percentuali sono puramente simboliche,giusto per dare un idea,per ognuno potrebbe esserci un optimum ben diverso.
Ricordo che benchè i paleolitici non avessero cereali e latticini avevano tuberi(che se cotti alla brace erano ad alto ig)frutti simili a uva e cocomeri,altri frutti meno zuccherini e saltuariamente miele.
Vi è la possibilità che facessero essicare la frutta o la facessero fermentare ottenendo con il primo processo una fonte di carbo ad alto ig e con il secondo bevande alcoliche.
Insomma i carbo non sono il male ma devono essere gestiti bene e solo in caso di reale necessità.
è cmq evidente che sforzi prettamente anaerobici non sono l'attività naturale dell'uomo,o meglio erano un attività saltuaria a cui dovevano seguire lunghi riposi.
Ovviamente ci sono morfotipi in grado di reggere bene anche sforzi innaturali e gestire i carbo meglio di altri.
Se un cibo provoca fame quando si ha ancora lo stomaco pieno vuol dire o che si è sbagliata l'alimentazione per quel particolare momento o c'è qualcosa che non funziona a livello ormonale.
Anche l'eccessiva introduzione di grassi quando invece servirebbero carbo per ripristinare il glicogeno ,induce una sensazione di fame prima che si sia digerito tutto il pasto.
Penso che i dolciumi e gli junk food provochino questa sensazione a prescindere.
Osservate come un uomo contemporaneo fatichi ad alzarsi da tavola o a non bersi un bicchierino di vino dolce dopo il dessert...o un pezzetto di cioccolato... o come cmq si alzi da tavola malvolentieri anche dopo il dolce...gli ci starebbe sempre un altro po' di zucchero....


   
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(@andrea)
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Ottimo, il quesito rimane sempre, almeno per me, quando è meglio assumere i carbo in caso di all. anaerobico intenso..è giusto fare il post wo subito dopo l'allenamento (con la solita bevanda glucida e proteica o con qualcos altro che sia fonte di carbo e pro) per ricaricare le riserve di gglicogeno o è meglio aspettare in Ciampolini Style lasciando al cortisolo l'onere di espletare le sue funzioni? vabbe che anche facendo immediamente dopo il post wo il cortisolo non viene soppresso.
Da esperienza l'ultima volta che ho fatto allenamento mi ci sono volute 3 ore perche la glicemia scendesse per mangiare, segno di un eccessiva produzione di cortisolo da stress o di inadeguata quantita di carbo ingeriti.


   
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 Muso
(@muso)
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Se dopo il wo non mangi il cortisolo prima o dopo si impennerà comunque perchè hai un deficit di glicogeno all'interno di alcuni muscoli che il tuo organismo tenterà in qualche modo di riempire il più velocemente possibile e la strada più breve si chiama cortisolo.
Cmq ti pongo un quesito:se dopo il wo mangi 100g di carbo ad alto ig e dopo un paio d'ore(o meno nel caso di vitargo o similari)li hai già riassorbiti e non sei ingrassato i tuoi muscoli ne avevano bisogno o no?erano svuotati e c'era la necessità di riempirli repentinamente o no?
tutt'al più si potrebbero mangiare carbo a basso ig visto che iniziano a entrare nel torrente ematico dopo un paio d'ore,tempo necessario perchè il poco cortisolo prodotto e gli zuccheri che ha scomposto rientrino nelle cellule.
Sarebbe utile perchè anche solo l'atto di nutrirsi pare bloccare la produzione di cortisolo,quindi con una notevole quantità di carbo a bassi ig si bloccherebbe la produzione di cortisolo e si rimanderebbe di un paio d'ore o più l'assorbimento degli zuccheri ingeriti.
Ovviamente se dopo l'ingestione di carbo veloci la glicemia resta alta a lungo significa che si è insulinoresistenti e probabilmente incapaci di accumulare adipe.
Oppure si ha una produzione di insulina molto scarsa,in questi casi bisogna agire di conseguenza e limitare i propri sforzi.
La soluzione migliore in questo caso sarebbe rendere i muscoli molto sensibili all'insulina con un wo settimanale,ricaricarli del tutto(per quanto possibile)in quell'occasione e usare il glicogeno così stipato durante il resto della settimana,ma questo sarebbe una patologia,forse l'anticamera del diabete..


   
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(@andrea)
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Grazie Vittorio! ora l'unica è provare..ma tu e salvio vi trovate d'accordo anche su quest'ultima considerazione?.


   
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