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Ricerca indipendente su Mais OGM

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energy
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“Il mais Ogm è veleno”. Studio choc in Francia, allarme del governo e della Ue
Per la prima volta una ricerca scientifica indipendente ha analizzato gli effetti nel lungo periodo degli organismi geneticamente modificati. Sotto accusa la variante Nk603 prodotta dalla Monsanto, che in Europa può essere solo importata ed è destinata prevalentemente all'alimentazione del bestiame. La commissione europea chiede all'Efsa analizzare i dati. Mentre Parigi medita di richiedere il blocco delle importazioni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/20/mais-ogm-uccide-studio-choc-in-francia-allarme-del-governo-e-della-commissione-ue/357857/
http://tempsreel.nouvelobs.com/ogm-le-scandale/20120918.OBS2686/exclusif-oui-les-ogm-sont-des-poisons.html

La differenza fra muscolo e grasso è che il grasso non si mette al servizio della volontà. Per questo deve sparire. [Sven Lindqvist, Il sogno del corpo, Ponte alle Grazie]


   
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Tropico
(@tropico)
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Ogm: l'Italia non puo' bloccare le varieta' autorizzate dall'Ue
Lo ha stabilito la sentenza della Corte europea nella causa Pioneer Hi Bred contro Mipaaf

“Uno Stato membro non è libero di subordinare a un’autorizzazione nazionale, fondata su considerazioni di tutela della salute o dell’ambiente, la coltivazione di Ogm autorizzati e iscritti nel catalogo comune, salvo i casi espressamente previsti dal diritto dell’Unione che non sono oggetto del procedimento principale”. È il succo della sentenza emessa dalla Corte europea il 6 settembre scorso nell’ambito della causa che vedeva contrapposti Pioneer Hi Bred e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).

La messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais MON 810, prodotto dalla Pioneer Hi Bred, non può essere dunque assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole previsto dalla direttiva 2002/53/CE del Consiglio.

La sentenza ha ovviamente scatenato molte reazioni tra cui quella di Coldiretti: secondo l’associazione “la sentenza non cambierà nulla anche perché il 71% degli intervistati da Swg ritiene il cibo Ogm meno sicuro di quello tradizionale”.

“Prendiamo atto della sentenza della Corte di Giustizia – è invece il commento di Confagricoltura -. Abbiamo chiesto, da sempre, che il tema degli Ogm venisse affrontato, nel nostro Paese, senza pregiudizi, ma sulla base di certezze scientifiche”. La ricerca, secondo l’organizzazione, è indispensabile e va sostenuta e non frenata e “va fissato un sistema di regole che garantisca la coesistenza tra le diverse forme di agricoltura (convenzionale, biologica e geneticamente migliorata) senza che l’una danneggi l’altra”.

La Cia, infine, sottolinea che la sentenza della Corte di Giustizia “conferma la necessità di un adeguato quadro legislativo. L’Unione europea deve adottare al più presto norme chiare e comuni in materia di Ogm, dall’etichettatura alla coesistenza”. Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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(@bobbioebabbo)
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bressanini sul fatto quotidiano già ha messo su l'armamentario per dire che gli ogm tutto bene tutto regolare,il fatto che il suo commento sia il più votato è francamente desolante


   
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Tropico
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La propensione agli OGM di Bressanini è nota, convinto magari che possano essere la soluzione alla fame per certa gente. Ora che la ricerca si sta muovendo in questa direzione, sull'effetto a medio-lungo termine degli OGM, direi che il tempo delle supposizioni sta finendo e si hanno dei fatti concreti da consultare, spero ne seguiranno altri, possibilmente non finanziati dalla Monsanto e Co. .
L'effetto dell'aver modificato il grano è sotto gli occhi di tutti. Un conto è la selezione dell'uomo delle specie più redditizie e produttive avvenuto nei millenni, altro sono le modifiche casuali tramite raggi X e quelle di oggi della bioingegneria.
Finchè mi scriveranno sulla confezione la presenza degli OGM sono abbastanza contento in modo da poter evitarli, anche se per il bestiame vengono usati molto e di conseguenza dovremmo rivolgerci al costoso bio o al grass fed.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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(@bobbioebabbo)
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La propensione agli OGM di Bressanini è nota, convinto magari che possano essere la soluzione alla fame per certa gente. Ora che la ricerca si sta muovendo in questa direzione, sull'effetto a medio-lungo termine degli OGM, direi che il tempo delle supposizioni sta finendo e si hanno dei fatti concreti da consultare, spero ne seguiranno altri, possibilmente non finanziati dalla Monsanto e Co. .
L'effetto dell'aver modificato il grano è sotto gli occhi di tutti. Un conto è la selezione dell'uomo delle specie più redditizie e produttive avvenuto nei millenni, altro sono le modifiche casuali tramite raggi X e quelle di oggi della bioingegneria.
Finchè mi scriveranno sulla confezione la presenza degli OGM sono abbastanza contento in modo da poter evitarli, anche se per il bestiame vengono usati molto e di conseguenza dovremmo rivolgerci al costoso bio o al grass fed.

tropico io penso che bressanini sia un gran cialtrone,conscio delle bugie che propaganda

se a bressanini dici che hai risolto molte patologie senza medicinali ma sono correggendo l'alimentazione ti riderà dietro,ma non perchè crede ciecamente nella scienza ma semplicemente perchè il suo business-orticello non va intaccato


   
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Tropico
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BfR e Efsa bocciano lo studio su topi e Ogm di Séralini. Al contrario studio su sementi GM e antiparassitari di Benbrook merita attenzione

C'è una notizia molto interessante per chi non vuole l’ulteriore espansione delle sementi geneticamente modificate (GM) che però non ha avuto il giusto risalto sui media rispetto ad altre, come il tanto discusso studio di Séralini sugli effetti cancerogeni del mais Monsanto.

Il mais, la soia e il cotone GM, dopo i primi anni di raccolto, favoriscono la selezione di erbe infestanti resistenti e ciò fa aumentare significativamente il bisogno di erbicidi. In altre parole, il loro utilizzo spiana la via al paradossale risultato di utilizzare in campo ( e quindi sui prodotti alimentari) più agrofarmaci rispetto alle sementi tradizionali, con un risultato opposto rispetto a quanto proclamato dalle aziende.

La fonte è autorevole: lo studio è stato compiuto da Charles Benbrook, docente di agricoltura sostenibile della Washington State University, che ha passato al setaccio i dati ufficiali dello US Department of Agricolture's National Agricolture Statistics Service, dimostranso che le cose non stanno andando affatto bene. Ogni anno negli Stati Uniti il volume degli erbicidi usati per queste tre colture, e soprattutto il famigerato glifosato (principio attivo del Roundup, per ridurre il quale sono state introdotte le colture GM della Monsanto) aumenta del 25% (183 milioni di chili in più dal 1996 al 2011).

Secondo i dati riferiti su Environmental Science Europe da Benbrook, se la situazione non cambierà in modo drastico, il quantitativo di glifosato necessario a preservare le colture salirà presto di un ulteriore 50%. Il dato è particolarmente allarmante se si considera la pervasività delle sementi GM: circa il 95% della soia e del cotone made in USA provengono ormai da piante geneticamente modificate, così come l'85% del mais.

Più che temere i danni sull’incremento delle forme tumorali nei ratti prospettati dal gruppo francese di Séralini, i consumatori dovrebbero preoccuparsi dell'aumento della quantità di erbicidi assunti con la dieta in conseguenza della maggiore diffusione degli alimenti che contengono ingredienti derivati da piante GM, e chiedere studi approfonditi abbinato a un generale ripensamento.

Quanto poi ai dati di Séralini, in attesa che si pronunci l'EFSA, il the Federal Institute for Risk Assessment (BfR) tedesco ha pubblicato una vera propria stroncatura. Le conclusioni, si legge nel comunicato, non sono corroborate a sufficienza dai dati sperimentali, perché si riscontrano gravi carenze tanto nella conduzione dei test quanto nella raccolta e presentazione dei dati. Non solo: la parte dello studio che riguarda gli animali trattati solo con glifosato che - quello sì - può comportare gravi problemi di salute e morte prematura, come attestato ormai da decine di studi - non è approfondita a sufficienza, e avrebbe meritato ben altro risalto.

Gli esperimenti erano stati così strutturati: su un totale di 200 animali, un gruppo è stato alimentato con mais NK603 (in parte trattato con il glifosato durante la coltura, in parte no), in tre dosi. Altri animali sono stati invece nutriti con cibo normale, ma dissetati con acqua contenente glifosato, anche in questo caso in tre dosi; infine, gli animali di controllo hanno ricevuto dieta e acqua normali, senza NK603 né glifosfato. Queste le critiche principali:

La suddivisione in così tanti gruppi (10) ha fatto sì che alla fine ciascuno di essi fosse troppo piccolo (critica mossa da molti), al di sotto degli standard internazionali richiesti nelle prove di cancerogenesi;
Non è stato approfondito il ruolo del glifosato, dato che sarebbe stato utile visti anche gli esiti di molti studi di lungo termine e considerato il fatto che esso è componente attivo di molte miscele di erbicidi;
I ratti utilizzati appartengono a una specie nota per la sua relativa facilità a sviluppare tumori e non sono quindi il campione ideale per studi di questo tipo; inoltre, alcuni animali del gruppo di controllo sono morti prima di quelli trattati, una contraddizione non spiegata e approfondita come avrebbe meritato;
Gli autori ipotizzano che gli effetti dannosi siano causati da un'interferenza di tipo ormonale causata da qualche componente del masi NK603, ma non lo dimostrano;
Le dosi di glifosato somministrate non sono comparabili da quelle che si ottengono in vivo quando viene dato Roundup, la forma più diffusa di glifosato;
I dati raccolti sono incompleti

Le lacune sono così numerose - conclude il comunicato BfR - tanto che l'ente ha chiesto agli autori di rispondere ai singoli punti.

La domanda allora è: come mai lo studio è stato accettato dai referee di una rivista scientifica fino a oggi apprezzata per la sua serietà come Food and Chemical Toxicology?

In attesa di avere chiarimenti su tutta questa vicenda, i consumatori italiani possono avere una qualche ragione di ottimismo: l'uso degli erbicidi, qui, è in costante diminuzione. Lo ha reso noto l'Istat, che ha pubblicato il consueto rapporto ( http://www.istat.it/it/archivio/71698 ) dal quale emerge che nel 2011 l'utilizzo di fitofarmaci in agricoltura è diminuito dell'1% rispetto al 2010, e che negli ultimi dieci anni il calo è stato del 3,6%, mentre nel ventennio 1990-2012 la diminuzione è stata addirittura del 32% (da 141.200 a 95.830 tonnellate). La parte del leone la fanno le regioni del Nord, che distribuiscono il 50,9% dei fitofarmaci, seguite dal Sud (37,1%).

Aggiornamento ultima ora: l'Efsa ha espesso un parere molto critico sulle modalità dello studio di Séralini (abbastanza analogo a quello del BfR tedesco). Un comunicato sarà pubblicato nelle prossime ore.
Agnese Codignola http://www.ilfattoalimentare.it/efsa-seralini-topi-ogm.html

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Tropico
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Ogm sulle etichette: in California i consumatori preferiscono non sapere. Il referendum è vinto dai sostenitori degli organismi geneticamente modificati
http://www.ilfattoalimentare.it/ogm-california-referendum.html
Gli Ogm vincono 53 a 47. In California, nonostante per molte settimane i sondaggi avessero dato per vincente la coalizione che voleva rendere obbligatoria l'indicazione in etichetta della presenza di ingredienti OGM, alla fine la Proposition 37 non è passata.
Il vento liberal che sembra aver percorso gli Stati Uniti e grazie al quale sono state approvate proposte quali l'uso della cannabis a scopo ricreativo e il matrimonio tra omosessuali, nel caso degli Ogm si è fermato di fronte a un muro invalicabile: quello dei soldi. Tantissimi soldi, circa 46 milioni di dollari.
Tanto hanno infatti messo a disposizione degli oppositori quali Pepsi Cola, Monsanto, DuPont e tutte le principali aziende del settore chimico e agroalimentare, terrorizzate dalla probabile vittoria dei sì. E, in questo modo, hanno ribaltato i pronostici e annullato gli sforzi delle associazioni ambientaliste e dei consumatori, che avevano raccolto e speso "solo" 6,7 milioni. I commentatori sono tutti d'accordo: la sproporzione dei mezzi impiegati e le martellanti campagne pubblicitarie del fronte del no cui sono stati sottoposti i californiani hanno fatto cambiare opinione a moltissimi, come dimostra anche il fatto che solo un mese fa due elettori su tre dichiaravano ai sondaggisti dell'Università Pepperdine di essere favorevoli alla Proposition 37, mentre pochi giorni fa la percentuale dei favorevoli era scesa al 39%, contro il 51% dei contrari.
Molti gli argomenti utilizzati dai sostenitori del no: su tutti, le prese di posizione dell'Oms, dell'American Medical Association e dell'American Association for the Advancement of Science che in passato, chiamate a pronunciarsi, hanno più volte sottolineato che tutti gli americani ormai mangiano alimenti Ogm (principalmente soia e mais, ormai provenienti per più dell'80% del totale da coltivazioni geneticamente modificate) da oltre 20 anni, e che finora non sono emersi problemi specifici per la salute umana.
Gli oppositori si sono appellati anche a un supposto calcolo economico secondo il quale il cambio delle etichette sarebbe costato più di 400 dollari a famiglia, anche se tale cifra presupponeva una modifica immediata di tutte le etichette già presenti sul mercato e non su quelle ancora da realizzare, come invece era previsto nella legge che si voleva far approvare.
I sostenitori del Vote Yes, comunque, non sembrano essere più di tanto demoralizzati. Michael Pollan, giornalista e guru del movimento per il chilometro zero e gli alimenti sostenibili, autore di bestseller quali Il dilemma dell'onnivoro, ha scritto sul New York Times: "Il referendum ha l'enorme pregio di rivitalizzare il circuito delle fattorie locali e quello delle comunità agricole urbane ed extraurbane; allo stesso tempo, costituisce di fatto un segnale di stop per le grandi aziende, che ora saranno obbligate a prestare più attenzione a tematiche quali l'agricoltura sostenibile e il trattamento degli animali".
Ottimista è anche Dave Murphy, fondatore di Food Democracy Now: "La proposition 37 rappresenta comunque una svolta storica, perché ha cambiato il modo in cui le aziende trattano questi argomenti e cambierà il modo in cui risponderanno ai milioni di cittadini che da anni chiedono un cambiamento radicale e pretendono di sapere che cosa mangiano".
Secondo Murphy, comunque l'esito del referendum non potrà modificare un movimento che ormai è inarrestabile: "Più di 50 paesi, compresi quelli europei, la Cina, l'Australia, il Giappone e la Russia prevedono già l'obbligo di indicare la presenza di OGM" ha sottolineato "e anche da noi prima o poi verrà introdotta una legge del genere, perché è l'opinione pubblica che lo chiede.
In questa direzione si stanno del resto già muovendolo stato di Washington e quello dell'Oregon, che terranno lo stesso referendum nei prossimi due anni".

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Tropico
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LA POLONIA VIETA MAIS E PATATE OGM: SFIDA LANCIATA ALL'UNIONE EUROPEA
http://www.nelcuore.org/blog-associazioni/item/la-polonia-sfida-l-unione-europea-e-vieta-gli-ogm-mais-e-patate-vietati.html
Il premier: l'Ue vorrebbe farci dare l'ok in bianco
La Polonia ha imposto ieri nuovi divieti sulla coltivazione di alcune varietà di mais e di patate geneticamente modificati, il giorno dopo il via libera dell'Unione europea alle colture di Ogm (Organismi geneticamente modificati).
Il governo di centrodestra del primo ministro Donald Tusk ha imposto il bando alla coltivazione delle patate Amflora della tedesca BASF e del mais o del grano MON 810 della statunitense Monsanto, stando ad una dichiarazione del governo di mercoledì.
Il divieto di ceppi specifici utilizza essenzialmente una scappatoia legale per aggirare l'accettazione dell'Unione europea di questo genere di prodotti. Greenpeace, sentinella mondiale a livello ambientale, ha commentato il provvedimento, che entrerà in vigore il 28 gennaio. "Il governo ha mantenuto le promesse", ha scritto la sede polacca dell'associazione internazionale.
Tusk aveva promesso di vietare gli Organismi geneticamente modificati nel mese di novembre sulla scia di un via libera del Senato alla registrazione e alla vendita di piante geneticamente modificate, vietate in Polonia fino ad allora. Secondo il primo ministro, in base alle norme comunitarie, i legislatori erano stato costretto a far approvare in bianco le colture OGM entrate in vigore il primo gennaio di quest'anno.

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Tropico
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Il dilemma dell'onnivoro lo aveva letto Ginlnicc se non erro.

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