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[Tè - Thè] caldo o freddo?

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Tropico
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Thè: caldo o freddo?
Uno studio italiano evidenzia come lunghe infusioni in acqua calda pregiudicano le proprietà antiossidanti

Numerosi studi hanno dimostrato che consumo regolare di thè può svolgere un ruolo protettivo nei confronti dell’insorgenza di numerose patologie come malattie cardiovascolari e tumori. Nel thè sono, infatti, presenti molecole biologicamente attive tra cui composti fenolici come flavanoli (catechine e loro composti di polimerizzazione) e flavonoli (kempferolo, quercetina, and miricitina) e altre molecole come la teina (analogo della caffeina) e aminoacido L-teanina che hanno numerose proprietà benefiche tra cui proprietà antiossidanti. Queste sostanze sono anche responsabili del colore e dell’aroma del thè. Numerosi fattori quali il tipo di pianta, il luogo di coltivazione e la lavorazione cui vengono sottoposte le foglie influenzano la composizione e di conseguenza le caratteristiche organolettiche del thè .

Esistono centinaia varietà di thè ma in base al tipo di lavorazione che subiscono le foglie si possono individuare 4 tipi principali di thè:

Thè bianco: è un thè che subisce meno lavorazioni. Si raccolgono i germogli della pianta prima che si schiudano e poi vengono lasciati appassire ed essiccare, in questo modo assumono un tipico aspetto argentato e l’infuso che ne deriva ha un colore chiaro.
Thè verde: prevede una fase di torrefazione delle foglie prima dell’essiccamento. In questo modo le foglie conservano il loro colore, l’infuso che ne risulta ha un caratteristico colore giallo pallido.
Thè nero: le foglie fresche dopo la maceratura vengono fermentate e successivamente essiccate.
Thè oolong: è un tipo di thè a metà tra il nero e il verde perché viene fermentato ma per meno tempo rispetto al te nero e le foglie hanno un color marroncino.

Nello studio pubblicato recentemente sulla rivista Food Chemistry eseguito nell’Università Politecnica delle Marche dal titolo “Hot vs. cold water steeping of different teas: Do they affect antioxidant activity?” è stato dimostrato, utilizzando diversi parametri biochimici, che thè nero, oolong, verde e bianco hanno un diverso potere antiossidante. In particolare, il thè bianco è risultato essere quello con maggiori proprietà antiossidanti, mentre il thè nero quello con minori effetti antiossidanti. Ciò è dovuto alla loro diversa composizione in composti biologicamente attivi. Infatti, le foglie fresche del thè sono ricche catechine nella loro forma monomerica .

Nelle stesse foglie, ma in comparti diversi, sono presenti anche gli enzimi polifenol-ossidasi. Quando le foglie del thè vengono triturate e macerate durante la lavorazione , questi enzimi entrano in contatto con le catechine con conseguente formazione di dimeri e polimeri di catechine note come teaflavine e tearubigine, rispettivamente. Il thè nero subisce una lavorazione più spinta rispetto agli altri tipi di thè quindi è particolarmente ricco di teaflavine e tearubigine, che donano il caratteristico colore scuro e proprietà astringenti. Al contrario il thè verde e il thè bianco non contengono e teaflavine e tearubigine ma sono particolarmente ricchi di catechine in forma monomerica che probabilmente hanno una maggiore attività antiossidante, rispetto ai loro composti di polimerizzazione.

Nello stesso studio si è valutato se la diversa preparazione dell’infuso è in grado di influenzare le proprietà del thè. La preparazione dell’infuso, infatti, differisce molto da Paese a Paese e spesso costituisce una forma d’arte e un vero e proprio rituale intorno alla quale sono state costruite tradizioni e filosofie. Ad esempio, in Cina le foglie del te vengono immerse in acqua bollente (70-80°C per thè verde , 80-90°C per oolong and 100°C per thè nero) per 20-40 secondi e tale processo viene ripetuto sette volte. In Giappone le foglie del thè verde vengono immerse in acqua bollente per 2 minuti e il processo viene ripetuto per 2 o 3 volte. In Gran Bretagna, Irlanda e Canada viene utilizzato prevalentemente te nero preparato utilizzando acqua bollente e successivamente consumato con latte e zucchero. In America viene consumato te freddo preparato aggiungendo ghiaccio al thè caldo. Recentemente, soprattutto in estate è diventato popolare preparare te mediante infusione in acqua fredda (4 o 25 °C) per 2 ore.

Si sono quindi confrontate le proprietà antiossidanti dei diversi tipi di thè preparati in due diverse modalità: infusione in acqua calda (90 °C, 7 min) e infusione in acqua fredda (temperatura ambiente, 2 ore). I risultati ottenuti hanno dimostrato che le proprietà antiossidanti erano maggiori nei thè preparati con acqua fredda, rispetto che in acqua calda. Tale differenza è evidente soprattutto nel te bianco. La preparazione in acqua bollente provoca la degradazione termica di alcuni composti con attività antiossidante e probabilmente le catechine di cui è particolarmente ricco il thè bianco sono più sensibili a tale degradazione rispetto ad altri composti presenti negli altri tipi di thè.

I risultati ottenuti hanno quindi evidenziato che sia la lavorazione delle foglie del thè sia la modalità di preparazione dell’infuso a livello domestico influenzano in maniera significativa le proprietà benefiche dell’infuso.Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Il tè è meglio senza latte
Secondo uno studio tedesco l’aggiunta di latte al tè ne annullerebbe gli effetti benefici sul sistema cardiovascolare. L’indagine ha coinvolto 16 donne sane in post-menopausa le quali hanno consumato 500 ml di tè nero, 500 ml di tè nero con l’aggiunta di latte scremato al 10% oppure 500 ml di acqua bollita (controllo). Dopo 2 ore dall’ingestione della bevanda è stata misurata, a livello dell’arteria brachiale, la funzionalità endoteliale.
Dallo studio è emerso che il consumo di tè nero, rispetto al consumo di acqua, migliorerebbe significativamente la capacità dell’endotelio arterioso di rilassarsi ed espandersi in risposta al passaggio del flusso sanguigno: l’aggiunta di latte, tuttavia, annullerebbe completamente tale effetto. In seguito, per estendere i risultati ottenuti a un modello funzionale, i ricercatori hanno osservato la vasodilatazione indotta dall’esposizione a tè nero “puro” e tè nero addizionato da singole proteine del latte. Il latte, infatti, contiene diversi tipi di proteine; esaminando l’effetto di ognuna su sezioni di arterie di ratto è stato possibile individuare la categoria responsabile dell’annullamento dell’effetto protettivo del tè: si tratterebbe delle caseine che formando dei complessi con le catechine (flavonoidi presenti nel tè) ne annullerebbero l’azione sull’endotelio vasale.
Lorenz M, Jochmann N, von Krosigk A, Martus P, Baumann G, Stangl K, Stangl V European Heart Journal Advance Access published online on January 9, 2007

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Tè verde da Camellia sinensis nella prevenzione del cancro ?
Il tè è una delle bevande più consumate nel mondo, e i tè che derivano dalla pianta Camellia sinensis possono essere divisi in verde, nero e oolong.
Le abitudini relative al consumo di tè variano in base alle abitudini culturali.
La Camellia sinensis contiene l’ingrediente attivo polifenolo, che comprende un sottogruppo noto come catechine, potenti antiossidanti.
È stato ipotizzato che il polifenolo del tè verde possa inibire la proliferazione cellulare, e studi osservazionali hanno suggerito effetti di prevenzione del cancro per questa bevanda.
Un gruppo di Ricercatori tedeschi ha portato a termine una revisione della letteratura e ha valutato in modo critico l’associazione tra consumo di tè verde e incidenza di cancro e mortalità legata a questa malattia.
Sono stati inclusi nell’analisi tutti gli studi prospettici, di intervento e osservazionali controllati che prendevano in considerazione le associazioni tra consumo di tè verde e rischio di incidenza di cancro o che riportavano dati sulla mortalità per tumore.
Sono stati individuati 51 studi ( 27 caso-controllo, 23 di coorte e 1 randomizzato e controllato ) per un totale di oltre 1.6 milioni di partecipanti.
Tra gli studi selezionati, 27 hanno studiato l’associazione tra consumo di tè verde e tumore del tratto digestivo, soprattutto del tratto gastrointestinale superiore, 5 con il tumore del seno, 5 con quello della prostata, 3 con quello del polmone, 2 con il tumore ovarico, 2 con tumore della vescica, 1 con il tumore orale e altri 3 hanno incluso pazienti con diverse diagnosi di cancro.
I risultati degli studi sull’associazione tra tè verde e rischio di incidenza di tumore del tratto digestivo sono risultati piuttosto contraddittori. Sono state messe in luce poche prove sul fatto che il tè verde possa ridurre l’incidenza del tumore del fegato e i dati per il tumore di esofago, stomaco, colon, retto e pancreas sono discordanti.
In caso di tumore della prostata, gli studi osservazionali di alta qualità, e l’unico studio randomizzato e controllato incluso nell’analisi, hanno mostrato una diminuzione del rischio negli uomini che consumano grandi quantità di tè verde o di suoi estratti.
Tuttavia, ci sono pochi dati che sostengono che il consumo di tè verde sia in grado di ridurre il rischio di tumore del polmone, specialmente negli uomini, e di tumore della vescica, o che possa addirittura aumentare il rischio di quest’ultimo.
Le prove che il consumo di tè verde non provochi un aumento del rischio di mortalità per tumore gastrico sono abbastanza forti, come le prove relative a tumore del polmone, del pancreas e del colon-retto, che però sono limitate.
In conclusione, i dati presenti in letteratura sono pochi e troppo contraddittori per poter formulare raccomandazioni di qualsiasi genere sul consumo di tè verde per la prevenzione del tumore.
I risultati di questa revisione devono essere valutati con cautela e non è detto che possano essere generalizzati, dal momento che la maggior parte degli studi è stata effettuata in Asia ( n=47 ) dove c’è una forte cultura a favore del consumo di tè.
L’ideale sarebbe consumare da 3 a 5 tazze di tè verde ogni giorno ( fino a 1200 ml/giorno ) equivalenti a un minimo di 250 mg/giorno di catechine.
Se non si va oltre le dosi raccomandate, è possibile continuare a godersi una tazza di tè verde senza problemi, poichè tale bevanda sembra essere sicura se consumata in modo moderato, regolare e costante.
Fonte Boehm K et al, Cochrane Database Syst Rev 2009; (3): CD005004

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Tè nero? Si grazie, ma senza esagerare
Giovanna Serenelli, Policlinico Monteluce, Perugia
Che il tè sia una bevanda dalle proprietà benefiche è ormai noto da tempo.
I polifenoli contenuti nelle sue foglie, sono sostanze che ne garantiscono le proprietà antiossidanti e che possono spiegarne, ad esempio, l’attività protettiva contro i processi di carcinogenesi.
Il contenuto in polifenoli varia in relazione al tipo di tè utilizzato ed è particolarmente elevato nelle foglie secche di tè non fermentato (tè verde) ove raggiungere anche un valore del 30%. Si calcola che occorrano circa 5 tazze al giorno di bevanda per poterne ottenere dei vantaggi per la salute.
Attenzione però a non esagerare. Non è detto che quanto maggiore è la quantità bevuta, tanto maggiori sono i benefici.
Intanto il tè non è una bevanda miracolosa adatta a tutti e a tutti i mali e poi ricordiamoci che le sostanze attive che contiene, pur essendo naturali, possono interferire anche negativamente con i processi fisiologici del nostro organismo provocando la comparsa di effetti collaterali assolutamente indesiderati.
In Germania, al Dipartimento di Ematologia/Oncologia dell’Università di Francoforte è stato recentemente descritto il caso di una paziente con una grave anemia ferro-carenziale resistente alla terapia marziale (somministrazione di ferro). La giovane donna aveva l’abitudine di bere 2 litri di tè nero al giorno che, molto probabilmente, interferiva con l’assorbimento del ferro.
La guarigione si è prontamente verificata con l’abbandono di questa abitudine
Fonte (Haematologica 5, 559, 2001).


l tè per combattere la darmatite
Il tè oolong sembra migliorare le dermatiti atopiche, anche le più intrattabili.
Precedentemente uno studio pubblicato su Archives of Dermatology aveva evidenziato la soppressione delle reazioni allergiche di tipo I e IV in animali alimentati con té.
Lo studio giapponese ha coinvolto 118 pazienti che bevevano il té tre volte al dì dopo i pasti principali; il 63% dei pazienti ha dimostrato dei miglioramenti visibili a distanza di un mese, mantenendo questo effetto per almeno 6 mesi.
Gli scienziati sono concordi nell'affermare che l'azione positiva sulla dermatite atopica sia da attribuire ai polifenoli presenti, noti antiossidanti. Fonte

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(@andrea)
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io di solito quando preparo tisane e infusi uso acqua con temperatura leggermente sotto la soglia di ebollizione proprio per non denaturare alcune sostanze, ma non riesco a immagine come si possa fare un tè con acqua fredda. Ci vorrebbe molto piu tempo per prepararlo


   
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Tropico
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7min a 90°C contro 2 ore a temperatura ambiente

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gianlnicc
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Voglio provare, per temperatura ambiente si intende 20-24 gradi?

Io sono quel che sono e questo è tutto quel che sono

Popeye the sailor man


   
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Tropico
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Ma sì scalda leggermente l'acqua a 30 max 40°C e fai una infusione lunga.

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ANSA - NEW DELHI, 23 APR - L'India ha deciso di dichiarare il te' come bevanda nazionale ridimensionando quindi le ''velleita' del caffe''' di conquistare il mercato del gigante asiatico. E' quanto ha dichiarato il vicepresidente della Commissione per il Piano Montek Ahluwalia, uno dei piu' influenti economisti del governo indiano. Durante una recente visita nello stato nord orientale dell'Assam, ha annunciato che ''il te' sara' proclamato bevanda nazionale il prossimo 17 aprile 2013''.

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Tropico
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Esiste anche il tè fermentato e si chiama Kombucha.
Kombucha è il nome occidentalizzato di un tè addolcito e fermentato con una massa solida macroscopica chiamata "coltura di kombucha".
La coltura contiene una simbiosi di Acetobacter (batteri che producono acido acetico) e lievito, soprattutto Brettanomyces bruxellensis, Candida stellata, Schizosaccharomyces pombe, Torulaspora delbrueckii e Zygosaccharomyces bailii. La coltura è simile a una grande frittella di colore chiaro e spesso viene chiamato fungo, o con l'acronimo SCOBY ("Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast", colonia simbiotica di batteri e lievito), mentre il termine tecnico è zoogleal mat.
Le prime notizie relative a questa bevanda risalgono alla dinastia cinese Qin (intorno al 250 a.C.). I cinesi la chiamavano "elisir della salute immortale", perché credevano che il kombucha creasse un equilibrio tra il meridiano Ki (milza e stomaco) e aiutasse la digestione, permettendo al corpo di concentrarsi sulla guarigione. In seguito il kombucha si diffuse in Russia e nell'Europa dell'Est, verso la fine del Medioevo, quando il tè per la prima volta diventò un prodotto alla portata di tutti. Pare che il nome kombucha sia giunto dal Giappone, dove fu usato per la prima volta nel 415 d.C., quando un medico coreano, Kombu o Kambu, curò con il tè l'Imperatore Inyko e così la bevanda trasse il nome da lui, "Kombu", e "cha" (che in cinese significa tè).[1] In Giappone il tè kombucha è noto come "kocha kinoko." In lingua giapponese kombu significa "kelp" (un tipo di alga marina)[2] e "cha" significa tè. [3] [4]
Il "fungo del tè" russo
Il processo di preparazione del kombucha fu introdotto in Russia e in Ucraina alla fine dell'800 e diventò popolare all'inizio del '900. La coltura del kombucha localmente è chiamata chayniy grib, (чайный гриб - 'fungo del tè') e la bevanda è chiamata grib (гриб - 'fungo'), "tè kvass (квас)" o semplicemente "kvass (квас)", anche se il kombucha è diverso dal normale "kvass (квас)" che non è fatto con il tè e di solito viene fermentato solo con lievito, non con batteri.
http://www.seedsofhealth.co.uk/fermenting/kombucha.shtml
http://www.japantimes.co.jp/text/nn20070712f4.html

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Tropico
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Effetti protettivi di estratto di tè nero sul danno ossidativo indotto da testosterone nella prostata
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16112415


Nei ratti l'estratto di tè nero eleva il testosterone e funge da afrodisiaco orale
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18565706

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Tropico
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Uno studio epidemiologico e con autovalutazione, scarsamente indicativo, ma giusto per cronaca

Il tè verde contro il cancro allo stomaco
Effetto preventivo svolto dalla bevanda sui tumori dell'apparato digerente
http://www.italiasalute.it/News.asp?ID=1073
Bevande dalle tante proprietà riconosciute, il tè verde viene ora associato a un effetto preventivo dei tumori dell'apparato digerente, nello specifico quello dello stomaco, dell'esofago e del colon. A dirlo è uno studio apparso sull'American Journal of Clinical Nutrition da un gruppo di ricerca della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville, nel Tennessee, guidato dal dott. Wei Zheng.
Stando ai risultati emersi da un campione di 75 mila donne che partecipavano al vasto progetto di ricerca Shanghai Women Health Study, il consumo regolare della bevanda produce una riduzione del rischio di sviluppare un cancro di natura gastrica pari in media al 17 per cento.
I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da un ampio campione di donne cinesi che hanno risposto a domande sul proprio stile di vita e sull'alimentazione seguita.
L'effetto protettivo cresceva proporzionalmente all'aumento del consumo del tè verde. Le donne che bevevano due o tre tazze al giorno di tè mostravano un rischio inferiore del 21 per cento, chi lo aveva fatto per più di venti anni beneficiavano di un rischio ridotto del 27 per cento.
“I risultati suggeriscono che un consumo regolare di lungo periodo ha effetti significativi”, affermano i ricercatori. Ma per quale motivo? Secondo gli scienziati ciò sarebbe dovuto alla presenza dei polifenoli e di altre sostanze antiossidanti come le catechine, che sarebbero in grado di inibire lo sviluppo tumorale e impedire le lesioni al Dna.
Tuttavia, permangono dei dubbi sul metodo di analisi prescelto. Le donne del campione che mostravano una percentuale di rischio inferiore non si limitavano a bere tè verde, ma erano anche mediamente più giovani, facevano più esercizio fisico e mangiavano più frutta e legumi, fattori che possono generare confusione nella raccolta dei dati all'interno di uno studio di natura epidemiologica.
In ogni caso, una buona tazza di tè verde al giorno non può che farci bene, perlomeno ai nostri livelli di stress.

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Eva
 Eva
(@eva)
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Con acqua freddda dubito che vengano estratte le proprietà della pianta.
Esempio provate a fare un infuso di rosa canina con acqua calda e con acqua fredda.
Nel primo caso viene bello colorito, nel secondo no.


   
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Tropico
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Con tempi di infusione molto maggiori e acqua sui 50°C si dovrebbe avere una buona estrazione del contenuto dalle foglie.
In acqua fredda temo che ci vogliano giorni.

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Eva
 Eva
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Anche il te bianco è ricco di acido clorogenico?
Io bevo il te bianco fatto con i germogli di fiori perché dovrebbe NON essere astringente. Secondo voi è vero?


   
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crixus
(@crixus)
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Mai sentito il the bianco... io alla fine ne prendo un paio al giorno di caffè.

“Adaptability is probably the most distinctive characteristic of life.”
— Hans Selye


   
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