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Da Dick Swaab a Margriet Sitskoorn, il cervello

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Tropico
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L'altro giorno in libreria mi sono imbattuto in questo libro: "Dick Swaab - Noi siamo il nostro cervello" e sfogliandolo mi è sembrato interessante...

Da Dick Swaab a Margriet Sitskoorn, il cervello
I libri giusti per capire i nostri strani comportamenti e le nostre emozioni

Esiste una tipologia di letteratura che affascina seppur descritta con un linguaggio alle volte ostico, difficile, che usa insomma una terminologia dedicata e particolareggiata. Quella della neuroscienza, materia che studia anatomia, biologia molecolare, biochimica, fisiologia, farmacologia, genetica, immunologia e patologia del sistema nervoso centrale, di quello periferico e di quello autonomo. Sul cervello, l’organo che a prescindere dalla visione romantica di ognuno di noi, ci governa e ci comanda. Primo solo al cuore.

Volete risposte alle grandi domande che riguardano questo organo quali la memoria, la coscienza, l’apprendimento e le emozioni, il libero arbitrio e le esperienze di pre-morte? Oppure credete al mito secondo cui useremmo solo il 10% del nostro cervello? O ancora vi affascinano le differenze tra il cervello degli uomini e quello delle donne, l’orientamento sessuale, la transessualità, lo sviluppo del cervello e malattie mentali come la depressione e i disturbi alimentari? O siete interessati alla nostra antropogenesi, il modo cioè in cui ci sviluppiamo e invecchiamo, le cause delle malattie mentali, la vita e la morte?
Forse invece preferite indagare su come mai a volte è tanto difficile evitare di peccare? Come mai prima o poi tutti ci lasciamo sedurre da comportamenti che hanno conseguenze sfavorevoli per noi o per gli altri? Com’è che esistono forze alle quali non sappiamo resistere? Perché, malgrado tutto, perseveriamo in un determinato comportamento?

Per approfondire l’argomento, o conoscerlo da principio, propongo due libri che si leggono bene anche per chi non è esperto della materia, ma che tracciano un ampio quadro del funzionamento del cervello in relazione alle nostre attività quotidiane e ad alcune malattie e disturbi che possono colpire l’essere umano.

Noi siamo il nostro cervello. Come pensiamo, soffriamo e amiamo di Dick Swaab (Elliot ).
Da uno dei maggiori neurologi del mondo, il racconto affascinante delle infinite implicazioni e influenze del cervello sulla personalità umana.
Unanimemente riconosciuto come uno degli scienziati olandesi più influenti, a metà degli anni Novanta Dick Swaab ha conquistato le prime pagine dei quotidiani internazionali grazie alla pubblicazione sulla rivista “Nature” di un articolo in cui dimostrava l’esistenza di differenze rintracciabili nell’ipotalamo di eterosessuali, omosessuali e transessuali. Promotore dei più importanti programmi di ricerca neurologica, nel 2010 ha deciso di raccogliere il lavoro di una vita in questo volume.
Qui Swaab traccia un quadro ampio e articolato del funzionamento del cervello affrontando una vasta serie di temi, a partire dalla gestazione per arrivare alla fine della vita. Vi si ritrovano sia gli aspetti classici – come il funzionamento della memoria, i disturbi neuropsichiatrici, le malattie degenerative – sia questioni di grande attualità, come l’identità di genere e la transessualità. Ciò che rende unici gli studi dell’autore sono le incursioni in campi diversi da quello neurologico, ad esempio il funzionamento del nostro cervello in rapporto alla moralità e alla tendenza alla religiosità.
Grazie anche alla scelta di un linguaggio stimolante e accessibile a tutti, questo testo rappresenta un contributo serio e autorevole alla conoscenza di noi stessi, dei nostri figli e di chi ci circonda.

I sette peccati capitali del cervello di Margriet Sitskoorn (Orme editori ).
Un libro che rivela il legame tra il cervello e il potere di seduzione dei peccati
Si può peccare in un’infinità di modi. Chi per avidità porta gli altri alla rovina. Alcuni non sanno resistere alle tentazioni del cioccolato o del sesso, e in tal modo rovinano il loro corpo o le relazioni affettive; altri ancora si abbandonano all’ira, alienandosi da se stessi e dalla società. E nonostante ognuno di noi pecchi in modi e forme diversi, di una cosa possiamo essere sicuri: esiste una serie di peccati che ha resistito all’usura del tempo. Molto è stato scritto, e si continua a scrivere, sui sette peccati capitali: avarizia, lussuria, invidia, superbia, gola, ira e accidia. Dai filosofi ai teologi, dagli psicologi agli scrittori, dai pittori ai cineasti, sono in tanti a occuparsi ormai da secoli di questi temi. Poco invece è stato scritto sul rapporto tra essi e il cervello. Margriet Sitskoorn, docente di Neuropsicologia clinica all’Università di Tilburg, colma questo vuoto con un libro scientificamente rigoroso e dal carattere divulgativo. L’autrice ci guida in un viaggio davvero affascinante alla scoperta dei meccanismi che ancorano saldamente i peccati al nostro cervello e del modo in cui essi ci guidano, ci fanno inciampare, cadere e perseverare; di come ci spingano a comportamenti asociali eppure abbiano in sé qualcosa di sociale; di come siano legati al dolore e al piacere; del modo in cui trovano manifestazione, vengono repressi e adeguati; del perché continuiamo ad arrenderci a essi; e, infine, di come possano portarci alla saggezza.
di Valeriamerlini http://cultura.panorama.it/libri/dick-swaab-margriet-sitskoorn-cervello

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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 Muso
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Ho letto un libro simile: "coscienza, che cos'è" di Daniel Dennet. Molto interessante, l'argomento mi ha coinvolto, penso che leggerò anche quello di Dick Swaab, grazie del consiglio.


   
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Tropico
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http://www.booksblog.it/post/9169/noi-siamo-il-nostro-cervello-di-dick-swaab

Cosa ti dice il cervello? È questo il titolo di una serie di documentari andati in onda non molto tempo fa sulla piattaforma Sky. I documentari - attraverso mille esempi e giochini da fare anche da casa – mostravano la bellezza e la complessità del nostro cervello e fornivano spiegazioni su questo o quell’aspetto del suo funzionamento. Se il mondo del cervello vi affascina e volete approfondire alcuni aspetti, senza tuttavia perdervi nei meandri di spiegazioni troppo scientifiche, allora il libro di Dick Swab fa per voi.

Noi siamo il nostro cervello. Come pensiamo, soffriamo e amiamo è un volume di poco meno di cinquecento pagine, pubblicato in Italia per i tipi di Elliot che “svela tutte le scoperte sul cervello degli ultimi quarant’anni”, come leggiamo nella fascetta promozionale allegata al libro stesso. Il percorso del libro è, ovviamente, molto ampio e segue le varie fasi del nostro cervello dallo “sviluppo, nascita e cure parentali” fino alla morte e oltre, con un capitolo finale – il ventunesimo – sull’evoluzione. Disck Swaab, da luminare quale è, ci presenta vari aspetti del “come” funziona il cervello, del “perché” fa alcune cose e del “percome” non ne fa altre. Affronta questioni che tutti, bene o male, ci siamo chiesti più di una volta (il feto prova dolore? Perché ci sono così tante persone religiose?) ma anche illustra, con serietà e competenza, le varie “malattie”: dalla BIID (Body Integrity Identity Disorder) che porta le persone a considerare estranea a sé una parte del proprio corpo (un braccio, una gamba), alla sindrome di Prader-Willi (malattia rara che porta i ragazzi a uccidersi letteralmente di cibo), all’autismo, alla schizofrenia; ma anche questioni riguardanti il cervello e lo sport, il cervello e il sesso e così via.

Veniamo al mondo con un cervello reso unico dalla combinazione del patrimonio genetico e della programmazione che avviene durante lo sviluppo all’interno dell’utero e nel quale sono già fissati in misura rilevante i nostri tratti caratteriali, i nostri talenti e i nostri limiti. Ciò non vale solo per il QI, per il fatto di essere mattinieri o nottambuli, per il grado di spiritualità, il comportamento nevrotico, psicotico, aggressivo, antisociale e non conformista, ma anche per la probabilità di essere colpiti da malattie nervose come schizofrenia, autismo, depressione e tendenza a sviluppare dipendenze. Una volta adulti, vi sono molti limiti alle possibilità di modificare il nostro cervello, e le nostre caratteristiche sono ormai fissate. La funzione del cervello è determinata dal processo di formazione che si è svolto in questo modo, noi siamo il nostro cervello.

Commenti dei lettori
Libro meraviglioso, scritto magistralmente. Ogni frase è un “colpo di scena”, da leggere due volte, tanto sembra irreale la scienza dell’uomo… Il tutto dimostra quanto sia meritato il posto che Swaab ricopre nel mondo della ricerca.
Ha solo un lato oscuro: manca di bibliografia, di riferimenti. Semplificare in un paragrafo solo che l’omosessualità deriva da una reazione a catena fra l’ossitocina prodotta dalla madre e quella prodotta dal feto? D’accordo, ci credo.. però a questo punto vorrei leggere la ricerca o la review che se ne è occupata e come sono arrivati a queste “semplici” conclusioni.
E’ un libro comunque splendido, ma da leggere con un sopracciglio alzato: la linea fra opinioni personali ed evidenze scientifiche è sottile, molto.

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Tropico
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Noi siamo il nostro cervello di Dick Swaab
di Marilù Oliva http://www.carmillaonline.com/archives/2011/12/004118.html
Con che modalità il cervello regola i nostri processi fisiologici, nonché emozionali e patologici? Perché durante l’adolescenza i comportamenti sociali subiscono un’impennata di aggressività? Come la testa programma l’invecchiamento, quali evoluzioni ha subito, quanto influiscono sul suo funzionamento alterato dipendenze o malattie quali la schizofrenia?
O, per dirla più prosaicamente – tanto almeno una volta nella vita ce lo siamo chiesti tutti –: come cazzo fa questa macchina di un chilo e mezzo – progettata per adempiere a pluriprogrammi con elevati livelli di difficoltà, in parte esplorata ma non conosciuta a fondo, così ritorta su se stessa, divisa in cortecce le cui direttive sono espanse in tutte il corpo, con quella cifra spropositata di cento miliardi di neuroni –, come fa, dicevo, a funzionare?

Dick Swaab, scienziato olandese, già direttore dell’Istituto Olandese di Ricerca sul Cervello, docente di Neurobiologia alla facoltà di medicina dell’Università di Amsterdam e promotore di significative ricerche neurologiche, nel 2010 ha deciso di raccogliere il lavoro di una vita in questo volume, pubblicato prima in Olanda dove è divenuto subito best seller (300.000 copie vendute) e attualmente tradotto in dieci paesi, tra cui l’Italia, dove è stato appena pubblicato da Elliot Edizioni per la collana “Antidoti”.
Laddove non è possibile approfondire tutto – la vastità della materia d’indagine non lo consentirebbe – “Noi siamo il nostro cervello” analizza e riporta i punti nevralgici della questione procedendo con metodo saggistico, con attinenze non esclusive alla scienza, cui comunque viene sempre chiesta un garanzia: la memoria, la coscienza, il libero arbitrio, le emozioni, la conoscenza, i differenti comportamenti che corrispondono alle diverse età.
Le quasi quattrocento pagine si sviluppano in ventun capitoli, tutti incredibilmente interessanti perché in ognuno il lettore ritrova una spiegazione ai tanti dilemmi e misteri della vita quotidiana, dalla morale, alla memoria, alla religione la quale, pur avendo costituito un indiscutibile vantaggio evolutivo, non ha contribuito a un miglioramento assoluto dell’umanità. L’umanità starebbe meglio senza religione? Ecco la risposta: «Il cristianesimo, al pari di altre religioni, ha spesso privato molte persone in modo inumano della libertà e ha tolto loro la vita in nome del “vero Dio”. L’Antico Testamento pullula di omicidi e ciò può fungere da incitamento. [...] Papa Benedetto XVI nel 2009 ha affermato, in contrasto con tutti i dati a disposizione, che l’uso del preservativo in Africa favorirebbe la diffusione dell’Aids. [...] Ma i rimproveri non riguardano certo una sola religione. Quasi ognuna ha le sue forme di fondamentalismo e le sue idee antiquate spacciate per verità attuali. [...] Per quanto riguarda l’Islam possiamo citare come esempi di azioni benedette dalla religione il delitto d’onore, gli attentatori suicidi, il taglio della mano destra, la decapitazione di ostaggi e persone chi si convertono a un’altra religione. E gli abusi sulle donne, tra cui l’infibulazione».
Non solo. In questo libro vengono sfatati diversi miti. Ad esempio la fandonia che useremmo solo il 10% del nostro potenziale cerebrale. O che perderemmo quotidianamente milioni di cellule per l’invecchiamento. O che le esperienze di pre-morte consentirebbero un assaggio di dimensioni ultraterrene. Viene dimostrato scientificamente quanto le imbecillità cantate ancor oggi – pensiamo al ritornello patetico e mendace della canzone “Luca era gay”, di Povia, presentata a Sanremo 2009: “Luca era gay e adesso sta con lei/Luca parla con il cuore in mano/ Luca dice sono un altro uomo”, dove si inquadra l’omosessualità come una condizione da cui si può guarire – siano state scardinate dalla ricerca. Proprio all’omosessualità Dick Swaab – che, ricordiamolo, ha conquistato le prime pagine dei quotidiani internazionali grazie alla pubblicazione sulla rivista “Nature” di un articolo in cui dimostrava l’esistenza di differenze rintracciabili nell’ipotalamo di eterosessuali, omosessuali e transessuali – dedica due paragrafi: “L’omosessualità non è una scelta” e “L’omosessualità nel regno animale”. Nel primo viene dichiarato che “l’ambiente postnatale non esercita nessuna influenza” sull’orientamento sessuale, il quale parrebbe invece fortemente condizionato dallo sviluppo intrauterino. Ragion per cui le campagne terapeutiche intraprese nell’America puritana di fine governo Bush fallirono miseramente e ottennero un incremento di casi di depressione e suicidio, tanto più che le cure consistevano “nell’inculcare la vergogna, nello stigmatizzare e nel discriminare gli omosessuali”.
Con uno stile scorrevole, preciso, accessibile, questo volume rappresenta un contributo serio e autorevole alla conoscenza di noi stessi, delle nostre insicurezze, delle malattie e delle nevrosi. E anche dei dubbi, pur senza porsi come verità rivelata ma come tassello importante in un campo di studio abbastanza recente. Le tesi sussistono su argomentazioni statistiche, cliniche, logiche, ma spaziano dai testi sacri, alla letteratura in generale, all’arte, alla ricerca, a nozioni di fisica. Lo sapevate, ad esempio, che, per quanto riguarda i componenti fondamentali delle molecole, si può parlare di reincarnazione? «La vita degli atomi ha una durata tale che ognuno di quelli di cui siam fatti è passato attraverso milioni di organismi prima di venire incorporato nella nostra struttura. Ci sono buone possibilità che abbiate degli atomi che una volta risiedevano nel corpo di uno dei vostri eroi storici».
Ce ne sarebbero altre da dire, qui si discetta su organismi, reazioni, farmaci, esperimenti, droghe, perfino sull’ipotesi dello spirito (ipotesi smentita dallo scienziato, nell’accezione di anima), ma ho già svelato abbastanza. Concludo con la citazione ippocratea iniziale, risalente al V secolo avanti Cristo, che apre un cerchio anticipato nel titolo e chiuso nei capitoli finali, quelli sull’evoluzione e sulla morte: «Occorre sapere che il piacere, la gioia, il riso e il divertimento, così come la pena, il dolore, la paura e il pianto, non hanno altra fonte che il cervello».
Il curioso s’incaponirà nel viaggio mentale che assurgerà poi a viaggio di vita, il pignolo annoterà, lo scettico arriccerà il naso, l’empirico si esalterà e rileggerà i passaggi più entusiasmanti. Forse i mistici non si ricrederanno, ma a un dato non si sfuggirà: ciascun lettore saprà almeno come sta usando la testa.

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Tropico
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Istituto Nazionale di Neuroscienze
Intervista al neuroscienziato olandese Dick Swaab. Il suo primo libro è best seller in patria.
http://www.ist-nazionale-neuroscienze.unito.it/index.php?option=com_content&task=view&id=194&lang=en

Dick Swaab, tra i più influenti scienziati olandesi è stato direttore dell’Istituto olandese di ricerca sul cervello fra il 1978 al 2005 e nel 1985 ha fondato la Netherlands Brain Bank (Banca olandese del cervello), un archivio dati per le ricerche cliniche e neuropatologiche. Nel 2010 Swaab ha deciso di raccogliere il suo bagaglio di conoscenze in un libro che in Olanda è diventato subito un best seller (attualmente in corso di traduzione in dieci paesi) e in Italia è stato tradotto nel 2011 da Elliot Edizioni con il titolo “Noi siamo il nostro cervello”. Il libro traccia un quadro ampio e articolato del funzionamento del cervello, affrontando una vasta serie di argomenti, a partire dalla gestazione per arrivare alla fine della vita. In capitoli brevi a carattere divulgativo vengono trattati sia gli aspetti classici – come il funzionamento della memoria, i disturbi neuropsichiatrici, le malattie degenerative – sia le questioni di grande attualità, come l’identità di genere e la transessualità. Nel 1985, infatti, Dick Swaab ha conquistato le prime pagine dei quotidiani internazionali con l’articolo, pubblicato sulla rivista Science, in cui dimostrava l’esistenza di differenze rintracciabili nell’ipotalamo fra eterosessuali e omosessuali.

Professor Swaab, la prima parte del suo libro è dedicata allo sviluppo del cervello prima della nostra nascita. Quanto è importante questa fase della nostra vita?

A partire dall’utero materno, e proseguendo nei primi anni dopo la nascita, il nostro cervello si sviluppa ad altissima velocità creando una rete di 100 miliardi di neuroni che si sviluppa per una lunghezza complessiva di 100.000 chilometri. L’unicità del nostro cervello dipende dall’informazione genetica racchiusa nelle nostre cellule e da tutti i fattori che in qualche modo hanno interagito con il nostro cervello durante le fasi precoci dello sviluppo. Per questo motivo la maggior parte dei nostri tratti caratteristici, talenti e limiti, vengono impressi in questa fase precoce della nostra esistenza: dalla personale attitudine a essere persone più attive al mattino o alla sera, al nostro grado di spiritualità, dall’attitudine a diventare nevrotici, aggressivi, anti-sociali, anti-conformisti, alla possibilità di sviluppare malattie mentali come la schizofrenia, l’autismo, la depressione e la dipendenza.
Quanto avviene nel nostro cervello nei primi mesi di vita impone limiti interni che renderanno poi difficile, una volta adulti, modificare identità di genere, orientamento sessuale, aggressività, carattere, religione e lingua d’origine. Quindi la nostra unicità è dominata dal modo in cui il nostro cervello si è strutturato nel tempo. Noi siamo il nostro cervello.

Molti degli argomenti affrontati nel volume hanno a che fare con l’ipotalamo, facendo supporre che questa porzione del cervello sia il fil rouge di tutti i suoi studi. Ce lo conferma?

Direi di sì. L’ipotalamo è una struttura cruciale per la sopravvivenza di un individuo e della sua specie e inoltre svolge un ruolo determinante nella formazione dell’identità di genere e nell’orientamento e nel comportamento sessuale.

Dalle sue esperienze professionali si osserva come la ricerca sul cervello abbia dovuto abbattere forti tabù per poter fare dei passi avanti. Cosa può dirci in proposito?
Quando, con i miei collaboratori, abbiamo riferito della prima differenza riscontrata nel cervello degli uomini omosessuali rispetto a quelli eterosessuali, le reazioni sono state fortemente negative. Anche se ancora non mi sono chiare le ragioni di una risposta così emotiva, credo che il bagaglio lasciatoci dagli anni Sessanta e Settanta, un’epoca in cui si pensava di poter trasformare tutto e che ogni bambino venisse al mondo come un foglio bianco, abbia giocato un ruolo importante.
A distanza di 10 anni, l’uscita su Nature dell’articolo in cui riferivamo della prima inversione di una differenza sessuale nei transessuali, è stato accolto da reazioni soprattutto positive. La scoperta è stata subito utilizzata dai transessuali per ottenere una diversa indicazione del sesso nel certificato di nascita o sul passaporto. Il nostro articolo è stato utilizzato a tale scopo anche presso la Corte europea di giustizia e in Inghilterra ha contribuito alla promulgazione di norme legislative in materia. La società era pronta. Attualmente vengono pubblicati molti articoli sulle differenze che il cervello umano presenta in relazione all’identità di genere e all’orientamento sessuale senza che questo crei sconcerto nella società.

Quale prevede sarà il versante di ricerca che nei prossimi anni evolverà più velocemente degli altri?
Nel mio libro parlo del rapido sviluppo della neuroterapia, la quale prevede per esempio il reperimento di cellule staminali, la terapia genica, la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS), e una serie di dispositivi che mettono in relazione il cervello con un computer esterno, come i sistemi di supporto in caso di disabilità. È bene chiarire ai lettori che si tratta di sviluppi estremamente interessanti che non diventeranno applicazioni cliniche prima della prossima generazione di pazienti. Non creiamo false speranze.

Professor Swaab, lei ha fondato la Netherlands Brain Bank. Quali sono i reali vantaggi di studiare il cervello umano rispetto ai modelli animali?
Da quando 25 anni fa è nata la Netherlands Brain Bank, abbiamo fornito materiale documentato dal punto di vista clinico e neuropatologico a più di 500 progetti in 25 Paesi. Oltre a rappresentare l’intero quadro clinico di una malattia, cosa che i modelli animali riescono a fare in modo parziale, lo studio del cervello umano postmortem ci permette, grazie alle tecnologie dei microarray, di capire in che modo l’espressione genica contribuisce all’insorgenza di queste malattie e di ricavare le informazioni necessarie a individuare i bersagli per nuove e più efficaci strategie terapeutiche. Per esempio, solo grazie al materiale biologico umano abbiamo scoperto che nei transessuali si assiste al rovesciamento delle differenze sessuali a livello dell’ipotalamo. Come avremmo potuto valutare se un animale si percepisce maschio o femmina?

In base alla sua esperienza, quali motivazioni spingono le persone a donare il proprio cervello alla scienza?
Sono entusiaste dell’opportunità di poter contribuire al progresso scientifico; è un gesto di speranza per le generazioni future. Purtroppo, però, mentre i donatori affetti da malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, non mancano, è più difficile reperire i donatori sani o il materiale biologico di pazienti affetti da depressione, schizofrenia, disturbi alimentari. Una triste constatazione dal momento che con questi ulteriori contributi il progresso nella conoscenza di queste malattie sarebbe certamente più rapido.

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 Muso
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Ottimo 🙂


   
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Tropico
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Sto leggendo il libro di Swaab, la premessa non mi è piaciuta molto ma entrando nel sodo si fa più interessante.
Non voglio dare ragione sempre a Ray Peat ma quando si parla di sviluppo del cervello del feto, in questo libro, la chiave sono gli zuccheri e non certo gli omega3 come pare indichino certi ultimi libri sull'evoluzione umana del cervello.

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Avevo interrotto la lettura ma l'ho ripresa in questi giorni, il libro è un pò tecnico, direi il giusto per non appesantire troppo la lettura, ed è interessantissimo.
Tra le differenze individuali, si può citare la innata risposta allo stress, che deriva sia dalla gestazione (carenze dietetiche della mamma) che dalle prima fasi di vita, chi nasce sottopeso ad esempio, ha una risposta allo stress più marcata per il resto della vita. Questo spiega perché alcuni riescono a sopportare lo stress meno di altri. Io forse che sono nato un pò prima e sottopeso reagisco male agli stressor per questo motivo, o comunque potrebbe essere un motivo che copartecipa.

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