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[SELENIO]

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Tropico
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Il selenio aiuta a prevenire il cancro, ma dipende dalla composizione
Il selenio può aiutare a combattere il cancro. Anzi, no. Da un po’ di tempo questa materia è fonte di interesse a colpi di ricerche contrastanti da parte degli scienziati. Ma le polemiche se questa sostanza, assunta attraverso integratori alimentari che promettono miracoli ma anche attraverso le famose patate al selenio, con le noci e così via, possa combattere il cancro negli esseri umani oppure no potrebbero ora essere arrivate ad una svolta. Una ricerca infatti sembra suggerire che non tutto il “selenio” è uguale.
I ricercatori hanno scoperto che un tipo di integratore di selenio può produrre una sostanza che aiuta a prevenire il cancro in maniera più efficiente di un’altra forma di selenio. Il loro studio apparirà sulla rivista Biochemistry.

Hugh Harris e colleghi hanno preso ad esempio due ricerche sull’efficacia del selenio nella prevenzione del cancro svolte tempo fa. La prima era uno studio sugli esseri umani chiamato Nutritional Prevention of Cancer, che ha dimostrato che il selenio riduce il rischio di cancro.

Ma un successivo studio chiamato Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial non ha mostrato alcun beneficio. Una delle principali differenze tra gli studi è stata la forma di selenio utilizzata. Per sapere se i diversi tipi di selenio hanno differenti proprietà chemiopreventive, i ricercatori hanno studiato come le due forme sono state trasformate nelle cellule cancerose nei tumori al polmone.

I ricercatori hanno scoperto che uno dei due tipi di selenio (MeSeCys) ha ucciso più cellule di cancro al polmone rispetto all’altro tipo (SeMet). Inoltre, le cellule tumorali del polmone trattate con il selenio MeSeCys lo hanno utilizzato in modo diverso rispetto alle cellule trattate con il SeMet. Queste scoperte potrebbero spiegare perché gli studi sui benefici per la salute da parte del selenio a volte hanno risultati contrastanti.
Fonte
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MeSeCys= Methyl-Seleno-Cysteine
SeMet= SelenioMetionina

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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La supplementazione con un composto antiossidante a base di Selenio produce una riduzione della recidiva di adenomi del colon-retto del 40%
La supplementazione con un composto antiossidante a base di Selenio ( BioAttivo Selenio + Zinco ) riduce il rischio di sviluppare nuovi polipi intestinali, chiamati adenomi metacroni del colon-retto, nelle persone che in precedenza erano state sottoposte a intervento di rimozione dei polipi del colon-retto.
Lo studio, coordinato da Luigina Bonelli, dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, è il primo intervento specificamente disegnato per valutare l'efficacia del composto antiossidante a base di Selenio sul rischio di sviluppare adenomi metacroni.
I polipi adenomatosi ( o adenomi ) sono lesioni benigne dell'intestino crasso che, nel tempo, potrebbero progredire a tumore. Anche se solo una piccola percentuale di adenomi dà origine a un tumore, quasi il 70-80% dei tumori del colon-retto deriva da un adenoma.
Gli adenomi sono comuni nelle persone di 60 anni d’età o più anziani, con un’incidenza di 1 persona su 4.
I partecipanti allo studio avevano un’età compresa tra i 25 e i 75 anni e avevano avuto uno o più adenomi del colon-retto rimossi; non presentavano nessun’altra diagnosi di malattia colorettale, cancro o malattia grave; non facevano uso di vitamine o integratori di Calcio.
Un totale di 411 soggetti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo placebo o a ricevere un composto antiossidante, specificamente Seleniometionina 200 microg, Zinco 30 mg, Vitamina A 6000 UI, Vitamina C 180 mg e Vitamina E 30 mg ( Bio-Selenium ).
I risultati dello studio hanno indicato che gli individui che avevano assunto sostanze antiossidanti presentavano una riduzione del 40% nell'incidenza di adenomi metacroni del colon.
Il beneficio osservato dopo la conclusione dello studio è persistito nel corso dei 13 anni di follow up. ( Xagena2009 )
Fonte: Frontiers in Cancer Prevention Research Conference - AACR, 2009

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Selenio plasmatico, SOD2 e tumore della prostata a rischio intermedio o alto
Studi in vitro, in vivo ed epidemiologici sostengono che il Selenio abbia un ruolo nel ridurre il rischio di tumore della prostata.
I Ricercatori dell’University of California di San Francisco ( Stati Uniti ) avevano in precedenza dimostrato una forte interazione tra Selenio plasmatico e il gene della SOD2 ( superossidodismutasi manganese dipendente ) e il rischio di tumore della prostata.
Gli stessi Ricercatori hanno in seguito ipotizzato che SOD2 modifichi l’associazione tra il livello di Selenio e il rischio di tumore prostatico aggressivo alla diagnosi.
Sono state valutate le varianti di SOD2 e il Selenio plasmatico in 489 pazienti con tumore della prostata localizzato o localmente avanzato da una coorte retrospettiva di uno studio ancora in corso.
Le associazioni con tumore della prostata aggressivo ( stadio T2b-3, PSA maggiore di 10 ng/mL o punteggio di Gleason alla biopsia inferiore o uguale a 7 ) sono state valutate utilizzando il test del chi(2), il test Cochran-Armitage per la tendenza e le stime dei rischi relativi ( RR ).
Il solo genotipo SOD2 non è risultato associato all’aggressività della malattia, mentre i livelli di Selenio più alti, rispetto a quelli più bassi, sono risultati associati a un leggero aumento della probabilità di presentazione di una malattia aggressiva ( RR=1.35 ).
Sono state osservate prove di un’interazione tra SOD2 e i livelli di Selenio tale per cui tra gli uomini con genotipo AA i livelli di Selenio più elevati sono risultati associati a una riduzione del rischio di presentazione di un tumore aggressivo ( RR=0.60 ), mentre tra gli uomini con un allele V i più alti livelli di Selenio sono risultati associati a un aumento del rischio di malattia aggressiva ( per uomini VV o VA: RR=1.82; P per l’interazione = 0.007 ).
In conclusione, questi dati hanno indicato che la relazione tra livelli di Selenio circolante alla diagnosi e rischio prognostico di tumore della prostata è modificata dal genotipo SOD2.
Si deve prestare attenzione all’uso di supplementi a base di Selenio in uomini con carcinoma della prostata.
Chan JM et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3577-3583

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[...]E' il caso del Selenio. Il Selenio è un minerale traccia, presente nel nostro organismo in quantità limitatissime, e tuttavia essenziale per molteplici funzioni. Una di queste è certamente la difesa delle cellule dai radicali liberi: essendo infatti un potente antiossidante, ritarda l'invecchiamento dei tessuti in generale e contrasta la degenerazione del DNA, spesso "starter" di degenerazioni cellulari in direzione neoplastica. La sua azione risulta inoltre maggiormente potenziata se è presente contemporaneamente la vitamina E.
Il National Research Council dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, durante gli ultimi studi ha raccolto numerosi dati favorevoli alla supplementazione di Selenio nell'alimentazione. In effetti questo elemento è il più utilizzato dalla popolazione americana e da molti paesi europei proprio per la sua azione antiossidante, mediata da uno dei più importanti enzimi che combattono i radicali liberi, la Glutatione Perossidasi. I benefici derivati da questa molecola sono molteplici: infatti, oltre agli effetti anti invecchiamento, è stato ormai dimostrato che il Selenio diminuisce il rischio di contrarre alcune forme di cancro, ma non è ancora chiaro quale sia il meccanismo alla base di questa proprietà.
[...]Quale è la dose giornaliera di Selenio che si dovrebbe assimilare? Intanto parliamo del Selenio organico, non certamente del Selenio di sintesi che può essere anche tossico e che può dare effetti collaterali come problemi neurologici e caduta di capelli. Mentre prima si pensava a un fabbisogno pro die di 50 - 100 mcg, adesso la dose giornaliera è stata notevolmente aumentata: si può arrivare a 1400 - 1600 mcg al giorno, qualcuno parla anche di 2000 mcg.
Invece, quando si fa un'integrazione bisogna stare attenti, perché i prodotti in commercio sono a base di Selenio cisteina, Selenio nicotina, o selenite di sodio che sono dei minerali di sintesi che possono anche essere tossici.[...] Fonte

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Distribuzione del selenio nell' albume e nel tuorlo dopo pasti composti da selenio naturale e sintetico.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1161714
Diete funzionali contenenti vari livelli di selenio, con e senza integrazione di selenite, sono state usate per alimentare le galline. Le uova sono state poi raccolte nel corso di un periodo di 14 giorni per determinare quanto rapidamente i cambiamenti di selenio nella dieta riguardava il selenio nell'albume e nel tuorlo. I cambiamenti del contenuto di selenio nell'albume erano rapidi e praticamente completi sette giorni dopo aver modificato il contenuto di selenio nella dieta funzionale. Le variazioni nel tuorlo d'uovo non erano ancora complete nei 14 giorni. Quando il selenio è stato fornito da mangimi funzionali, il contenuto di selenio nell'albume essiccato era circa uguale o maggiore al contenuto di selenio del tuorlo d'uovo essiccato. Quando selenite è stata aggiunta, il contenuto di selenio nel tuorlo essiccato era superiore. Alimentazione con Selenometionina ha prodotto più selenio nel bianco d'uovo che nel tuorlo d'uovo. Alimentazione con Selenocystine ha prodotto più selenio nel tuorlo d'uovo che nell'albume d'uovo, uno schema simile a quello dell'alimentazione con selenite. I dati suggeriscono che selenocystine non è incorporato nelle proteine, ma viene metabolizzato ad un composto inorganico di selenio.

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Il selenio non riduce il rischio di cancro
Lo studio è stato interrotto prematuramente dopo che la sopravvivenza senza progressione della malattia si è dimostrata superiore nel gruppo placebo rispetto al gruppo di trattamento

Il selenio, un elemento che viene utilizzato come supplemento dietetico da milioni di persone con la speranza di ottenere una qualche protezione dal cancro e da altre patologie, non ha dimostrato alcun effetto benefico nella riduzione del rischio di insorgenza del tumore del polmone in una sperimentazione internazionale di fase III.

I risultati sono il frutto di uno studio decennale iniziato dall'Eastern Cooperative Oncology Group e sono stati presentati nell'ambito del convegno annuale dell'American Society of Clinical Oncology 2010 da Daniel D. Karp, docente del Dipartimento di oncologia medica della testa e del torace dell' Anderson Cancer Center dell'Università del Texas.

"Diversi studi epidemiologici e su animali hanno suggerito un legame tra deficit di selenio e sviluppo del cancro”, ha spiegato Karp. "L'interesse e gli sforzi di ricerca crebbero negli anni novanta dopo la pubblicazione nel 1996 di uno studio sul selenio secondo cui non si rilevavano effetti protettivi contro il tumore della pelle ma si sarebbe riscontrata una riduzione di circa il 30 per cento nella probabilità di insorgenza di tumori della prostata e del polmone”.

I grandi studi clinici di follow-up sul minerale, tuttavia, si sono dimostrati fin da subito deludenti. Già nel 1999, il National Cancer Institute (NCI) degli Stati Uniti ha interrotto SELECT, uno studio che coinvolgeva più di 35.000 soggetti per cercare di evidenziare un eventuale effetto del selenio o della vitamina E, da soli o in combinazione, sulla riduzione del rischio di tumore della prostata. Ma
nessuno dei due composti ha mostrato di produrre benefici.

Tra il 2000 e il 2009, lo studio di fase III sponsorizzato dall'NCI ha arruolato 1522 pazienti con un tumore del polmone non a piccole cellule allo stadio I rimosso chirurgicamente e senza recidive tumorali per almeno sei mesi dopo l'intervento. I partecipanti sono poi stati randomizzati per ricevere 200 microgrammi di selenio o un placebo.

Lo studio è stato interrotto prematuramente dopo che la sopravvivenza senza progressione della malattia si è dimostrata superiore nel gruppo placebo (78 per cento di sopravvivenza senza recidive dopo cinque anni) rispetto al gruppo di trattamento (72 per cento). Inoltre, l'1,9 per cento dei soggetti che avevano assunto selenio ha sviluppato un tumore secondario contro l'1,4 per cento di quelli che avevano assunto il placebo. (fc) Fonte

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Arrivano i selenozuccheri
I nuovi composti a base di selenio presenti nei cereali scoperti dai ricercatori dell'Istituto superiore di sanità
Il selenio è un minerale essenziale per l'organismo che prende parte a molti processi fisiologici. È anche un elemento da maneggiare con cautela, perché il limite tra le assunzioni necessarie a garantire un corretto funzionamento dell'organismo, e quelle che determinano tossicità è breve. Il selenio è in parte ancora sconosciuto, perché in natura si coniuga in modi diversi, non tutti noti, caratterizzati da proprietà anche molto lontane tra loro. Per questi motivi la scoperta appena fatta dai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, di composti mai descritti finora potrebbe essere importante e aprire la strada a sviluppi di rilievo per la salute umana.
Francesco Cubadda, del Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare è uno dei ricercatori che, insieme a colleghi francesi e indiani, ha descritto su Metallomics i nuovi "selenozuccheri": «Abbiamo studiato frumento, mais e riso cresciuti in terreni naturalmente ricchi di selenio, concentrandoci in particolare sui composti a basso peso molecolare contenuti nella parti che normalmente si mangiano. Abbiamo così scoperto per la prima volta due monosaccaridi (zuccheri semplici) e due disaccaridi (zuccheri complessi) contenenti selenio, e un nuovo selenocomposto, identificato per la prima volta nel riso. Ora la strada è aperta per l’indagine sul metabolismo e sugli effetti nell’essere umano».
La ricerca nei cereali non è casuale, dal momento che rappresentano la più importante fonte di selenio che viene poi incamerata nel corpo umano, nelle selenoproteine sotto forma di selenocisteina. «Le molecole nelle quali viene coniugato il selenio - spiega Cubadda - sono molto diverse per quanto riguarda gli effetti sull'organismo. Le forme inorganiche sono più difficili da assimilare e sono spesso all'origine di squilibri pericolosi, mentre quelle organiche sono più adeguate a garantire le giuste concentrazioni. I selenozuccheri sono composti organici, e per questo la scoperta della loro esistenza nei vegetali potrebbe rivelarsi molto interessante».
Il selenio è coinvolto nella regolazione delle funzioni tiroidee e svolge un'azione antinfiammatoria e antiossidante. Per questo è molto importante mantenere un giusto livello nell'organismo. Tuttavia, quando la sua concentrazione scende al di sotto dei livelli di normalità, è possibile assumere il selenio mancante attraverso integratori e cibi addizionati, anche se bisogna prestare la massima attenzione proprio perché il confine tra normalità e sovradosaggio è alquanto sottile. «Negli integratori - spiega Cubadda - il selenio organico si ottiene facendo crescere il lievito di birra in mezzi di coltura ricchi di selenio inorganico. In tal modo si giunge a un prodotto ricco in selenometionina, un composto subito biodisponibile per l'organismo. Purtroppo alcuni produttori di supplementi addizionano semplicemente selenio inorganico a lievito secco e vendono così integratori non soltanto privi della forma organica, ma contenenti quella inorganica, che può causare più facilmente accumuli pericolosi, con gravi rischi per la salute.
È quindi fondamentale avere garanzie sul tipo di selenio presente in una certa preparazione; del resto alcune aziende nord-europee garantiscono la tipologia di selenio (organica), e perfino la concentrazione presente in una certa formulazione».
Un discorso a parte meritano invece gli alimenti arricchiti come le patate. Spiega Cubadda: «Non ci sono studi convincenti in grado di dimostrare che questi alimenti garantiscano un apporto significativo, e poi si tratta di selenio idrosolubile che viene in gran parte perso durante la cottura».
Più interessanti potrebbero essere aglio e cipolla al selenio, già venduti in alcuni Paesi, perché nelle agliacee il minerale risulta particolarmente concentrato. Molti studi mostrano che in vitro i composti organici presenti in questi vegetali contengono derivati del metilselenolo che hanno una potente azione antitumorale. Per questo motivo potrebbero un giorno entrare a far parte degli alimenti consigliati per la chemioprevenzione del cancro.
Fonte

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La supplementazione di selenio nei pazienti con tiroidite autoimmune Diminuisce Concentrazioni di tiroide perossidasi
http://jcem.endojournals.org/content/87/4/1687.long 2002
Nelle aree con grave deficienza di selenio c'è una maggiore incidenza di tiroidite a causa di una ridotta attività di selenio-dipendente l'attività della glutatione perossidasi all'interno delle cellule tiroidee. Enzimi selenio-dipendenti anche diversi effetti che modificano sul sistema immunitario. Pertanto, anche leggera carenza di selenio può contribuire allo sviluppo e al mantenimento di malattie autoimmuni della tiroide. Abbiamo eseguito uno cieco, controllato con placebo, studio prospettico nei pazienti di sesso femminile (n = 70, età media, 47.5 ± 0.7 anni) con tiroidite autoimmune e anticorpi antiperossidasi tiroidea (TPOAb) e / o anticorpi Tg (TgAb) superiori a 350 UI / ml . L'end point primario dello studio era la variazione della concentrazione di TPOAb. Gli end points secondari erano i cambiamenti in TgAb, TSH, e livelli di ormone libero, nonché modello ecografia della tiroide e la qualità della vita di stima. I pazienti sono stati randomizzati in 2 età e anticorpi (TPOAb)-trovati gruppi; 36 pazienti hanno ricevuto 200 mg (2,53 mmol) di selenio / die, per via orale, per 3 mesi, e 34 pazienti hanno ricevuto placebo. Tutti i pazienti sono stati sostituiti con L-T4 per mantenere TSH nella norma. TPOAb, TgAb, TSH e ormoni tiroidei liberi sono stati determinati mediante analisi commerciali. L'ecogenicità della tiroide è stato monitorato con ultrasuoni alta risoluzione. La concentrazione media di TPOAb notevole calo a 63,6% (p = 0.013) nel gruppo selenio vs 88% (p = 0.95) nel gruppo placebo. Un sottogruppo di pazienti con più di 1200 UI / ml TPOAb evidenziato una riduzione media del 40% nei pazienti trattati con selenio a fronte di un aumento del 10% TPOAb nel gruppo placebo. Concentrazioni TgAb erano inferiori nel gruppo placebo all'inizio dello studio e significativamente ulteriormente diminuito (P = 0,018), ma sono rimasti invariati nel gruppo selenio. Nove pazienti nel gruppo trattato con selenio aveva concentrazioni anticorpali completamente normalizzate, a differenza di due pazienti nel gruppo placebo (da χ2 test, p = 0,01). Ecografia della tiroide ha mostrato ecogenicità normalizzato in questi pazienti. I media TSH, livelli di T4 libera, e T3 liberi sono rimasti invariati in entrambi i gruppi.

Concludiamo che la sostituzione selenio può migliorare l'attività infiammatoria nei pazienti con tiroidite autoimmune, in particolare in quelli con alta attività. Se questo effetto è specifico per la tiroidite autoimmune o può essere efficace anche in altre malattie endocrine autoimmuni deve ancora essere indagato.


Trattamento selenio nella tiroidite autoimmune: 9 mesi di follow-up con dosi variabili
http://joe.endocrinology-journals.org/content/190/1/151.full.pdf 2006
Lo scopo di questo studio è quello di indagare a lungo termine (9 mesi) effetti di dosi variabili (200/100 mg / die) di L-selenometionina sulla tiroidite autoimmune (AIT) ei parametri che colpisce il tasso di successo di questa terapia. Il presente studio è stato progettata in tre fasi: (1) 88 pazienti di sesso femminile con AIT (media ageZ40 1G13 $ $ 3 anni) sono stati randomizzati in due gruppi secondo la loro iniziale di siero TSH, perossidasi tiroidea anticorpi (TPOAb) le concentrazioni, e l'età. Tutti i pazienti erano in trattamento con L-tiroxina per mantenere% TSH sierico 2 mUI / l. Gruppo S2 (nZ48, media TPOAbZ803 9G483 $ $ 8 UI / ml) ha ricevuto 200 mg L-selenometionina al giorno, per via orale per 3 mesi e di gruppo C (nZ40, media TPOAbZ770 $ 3G 406 $ 2 UI / ml) hanno ricevuto placebo. (2) 40 volontari del gruppo S2 sono stati randomizzati in due età e TPOAb-matched gruppi. Gruppo S22 (nZ20) è andato a prendere L-selenometionina 200 mg / giorno, mentre altri (gruppo S21) abbassato la dose 100 mg / giorno. (3) 12 pazienti del gruppo (gruppo S22 S222) ha continuato prendendo L-selenometionina 200 mg / die, mentre 12 pazienti di gruppo S21 (S212) aumentato la dose di 200 mg / giorno. siero titoli di TPOAb è diminuito significativamente nel gruppo S2 (26 $ 2%, P! 0 $ 001), gruppo S22 (23% $ 7, P! 0 $ 01) e il gruppo S212 (30 $ 3%, P! 0 $ 01). Therewere cambiamenti significativi nel gruppo C e gruppo S222 (PO0 05 dollari). Titoli TPOAb aumento significativamente nel gruppo S21 (38 $ 1%, P! 0 $ 01). Un significativo diminuire in titoli anticorpali tireoglobulina stato osservato solo in gruppo S2 (5 $ 2%, P! 0 $ 01). L-selenometionina sostituzione sopprime le concentrazioni sieriche di TPOAb in pazienti con AIT, ma la soppressione richiede dosi superiori a 100 mg / die che è sufficiente a massimizzare glutatione perossidasi attività. Il tasso di soppressione diminuisce con il tempo.

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Selenium and Vitamin C Absorption
http://www.drlam.com/opinion/selenium_and_vitamin_C_absorption.asp
E 'stato nel 21 GIUGNO 1999 che la possibilità di contro-interazioni tra vitamina C e selenio inorganico è stata sollevata la notizia televisione danese. Due giorni dopo, sul quotidiano Berlingske Tidende, rapporti simili sono stati pubblicati su La vitamina C inibisce l'assorbimento del selenio inorganico nel corpo. Il problema sorge quando selenio interagisce con l'acido ascorbico, può essere ridotto a selenio elementare, che il corpo non può utilizzare. Questo è stato dimostrato in studi. Tuttavia, la questione diventa più complessa quando l'elemento umano viene aggiunto nell'equazione, e ad oggi, vi è una notevole mancanza di letteratura scientifica sull'argomento.

Si consiglia di prendere multi-schede ai pasti in modo che le varie vitamine e minerali - tra cui il selenio - sono fatti parte integrante e la diffusione nella assunzione di cibo. Multi-schede contengono 50 microgrammi di selenio in forma di natrium seleniumate e tra 60 e 90 mg di acido ascorbico. Questo sarà quindi ridurre le concentrazioni locali di vitamina C e selenio e diminuire le probabilità di loro inter-reazione. Inoltre, selenio crea complessi di protezione nei componenti alimentari - per esempio con amminoacidi come metionina e cisteina.

E 'stato dimostrato in studi che 200 mg di acido ascorbico non ha effetto sul natrium seleniumate (50g). D'altra parte, sembra anche migliorare la bio-accessibilità di selenio quando ingeriti durante i pasti. Non ci sono prove che i fattori alimentari hanno alcuna influenza sul selenio assorbimento, una questione che dovrebbe essere esaminato in ulteriori studi. Tuttavia, quando una grande dose di acido ascorbico (1 g) viene preso insieme con selenio prima di un pasto, allora il selenio non viene assorbito. La differenza fondamentale sta nel prenderli durante i pasti, quindi l'acido ascorbico non interferisce con l'assorbimento del selenio.

Sul tema di assorbimento selenio, sembra anche che la natura di selenio si fa la differenza. Diversi studi hanno dimostrato che il selenio organico può essere quasi totalmente assorbita dal corpo mentre quello inorganico è variabile, generalmente superiore al 50%. Selenio organico è selenio che è incorporato in amminoacidi come metionina (seleno-metionina) o cisteina (seleno-cisteina). Il corpo riconosce pertanto il selenio come amminoacidi e poiché gli amminoacidi sono quasi totalmente assorbita dal corpo, significa che il selenio organico è anche assorbito in modo camuffato. È importante essere consapevoli di questo, poiché altrimenti un sovradosaggio accidentale di selenio potrebbe verificarsi.

Sulla base di quanto sopra, ci sono 2 punti principali sulla questione di assorbimento di selenio:

1. L'affermazione che il selenio è assorbito male quando combinato con la forma di acido ascorbico, per esempio, multi-tab, non è documentato. Al contrario, è stato dimostrato in studi che l'acido ascorbico non ha effetto sull'assorbimento di selenio. In grandi dosi, acido ascorbico può ridurre l'assorbimento del selenio, ma questo può essere facilmente contrastata prendendo la 2 insieme al momento dei pasti.

2. Il fatto che il selenio organico è generalmente assorbito meglio di selenio inorganico è stata documentata in diversi studi. L'assorbimento di selenio inorganico è, tuttavia, ancora nel range di 50% e oltre. Qui, tuttavia, va notato che selenio organico, come selenio legato in aminoacidi, viene assorbito dal corpo acriticamente e in maniera non regolamentata quanto è riconosciuto come aminoacido. E 'prudente quindi fare attenzione qui perché c'è sempre il pericolo di sovradosaggio selenio.

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https://www.mangiaconsapevole.com/forum/T-TIROIDE-ipotiroidismo.html?pid=33152#pid33152

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(@bluedevil)
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Assumo da 2 anni come minimo 200mcg al giorno di selenio, ho provato vari integratori nel tempo, per ultimo quello della Life Extension che contiene un mix di selenio organico (selenocisteina) e inorganico (selenite) - negli ultimi tempi sono passato a 250 mcg/dì.
nell'ultimo anno e mezzo non mi sono ammalato per quanto riguarda comuni fastidi stagionali.
Analisi ematiche indicano un aumento di linfociti rispetto a 2 anni fa.
I valori ematici di selenio sono oltre il limite massimo del range del laboratorio.

Voi che integratori di selenio usate? potete consigliarne uno con meno eccipienti possibile?


   
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Tropico
(@tropico)
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Tonno, cozze, fegato... 🙂

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OmegaNebula
(@omeganebula)
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Tonno, cozze, fegato... 🙂

Tonno: Altamente inquinato da mercurio e agenti radioattivi + PUFA
Cozze: Estremamente inquinate (fogne di mare)
Fegato: dipende da cosa gli animali sono stati alimentati e se esposti ad agenti nocivi.


   
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fabio meloni
(@fabietto)
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Lievito di birra disattivato?

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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Tropico
(@tropico)
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Immaginavo una risposta del genere... scegliete voi se mangiare inquinanti ambientali o eccipienti in barattolo... Dato che comunque dobbiamo mangiare ho pensato che mettere nella dieta questi alimenti evita il dover ricorrere agli integratori. Se poi si cerca un particolare effetto farmacologico da dosi elevate (esempio lo studio del primo messaggio) allora integratori per forza.
Il Selenio (L-selenometionina) della BIOVEA contiene pochi eccipienti: Farina di riso, cellulosa, magnesio stearato.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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nataku
(@nataku)
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ci sono sempre le noci brasiliane


   
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