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[Aspirina - acido salicilico]

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gianlnicc
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Che ne pensate?

http://www.italiasalute.it/2789/h/L%27-aspirina-inibisce-sviluppo-tumorale.html

Io sono quel che sono e questo è tutto quel che sono

Popeye the sailor man


   
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fabio meloni
(@fabietto)
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Anche il dr. Filippo Ongaro è di quell'avviso.
http://www.filippo-ongaro.it/2011/04/30/come-mai-di-certi-studi-non-parla-nessuno/

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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gianlnicc
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Grazie Fabietto,
è un'opinione di peso qualitativo.

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Popeye the sailor man


   
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Tropico
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Aspirina e ulcera

Nei pazienti che assumono bassi dosaggi di aspirina per lungo tempo, come nella terapia antiaggregante, l'ulcera gastroduodenale è più frequente del 10%. In questo caso, le lesioni ulcerose spesso non provocano sintomi, ma possono essere un motivo di emorragia occulta.
Gli autori affermano che il rischio di ulcera andrebbe attentamente valutato quando si inizia una terapia di lungo corso con l'aspirina, anche se a bassi dosaggi.
Aliment Pharmacol Ther 2005;22:795-801.

Sono contrario ad assumerla a scopo preventivo, ci sono antinfiammatori più naturali e con meno rischi, vedi gli omega3.
Il potere cardioprotettivo deriva solamente dal rendere più liquido il sangue, un pò come faceva il warfarin sodico che prendeva mia nonna dopo l'ictus.
A scopo preventivo, mi butterei su altro. Ad esempio la dieta 🙂
Per quanto riguarda i tumori, mi sembrano argomentazioni deboli. Anche le statistiche, considerando che le variabili delle persone sono così ampie da non permettere una valutazione così diretta.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Tropico
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L'Aspirina diminuisce l'eliminazione renale di acido urico e di questo va preso atto in chi ha uricemia alta o gotta.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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gianlnicc
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A parte il media questa intervista chiarisce cosa si intende per corretta interpretazione di uno studio:

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo497787.shtml

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Popeye the sailor man


   
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Tropico
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Perché l’aspirina è efficace contro tumori

L’aspirina e alcuni altri farmaci potrebbero inibire la diffusione del cancro perché aiutano a spegnere le ‘autostrade’ chimiche che alimentano i tumori, hanno detto i ricercatori australiani martedì.

L’anno scorso, uno studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet aveva rilevato che l’aspirina era in grado di ridurre i tassi di cancro di colon, prostata, polmone, cervello e gola se assunta su base giornaliera. Ora gli scienziati del Melbourne Peter MacCallum Cancer Centre hanno detto di aver scoperto come questo potrebbe avvenire: attraverso la riduzione della dilatazione dei vasi linfatici – la chiave per la trasmissione delle cellule metastatiche in tutto il corpo.

“Abbiamo dimostrato che molecole come l’aspirina potrebbero effettivamente funzionare, riducendo la dilatazione dei vasi linfatici e quindi riducendo la capacità dei tumori di diffondersi in luoghi lontani dalla zona del tumore principale,” ha detto il ricercatore Steven Stacker.

I medici hanno a lungo sospettato che gli anti-infiammatori non-steroidei come l’aspirina possano aiutare a inibire la diffusione del cancro, ma ora sono in grado di individuare esattamente avviene questo processo.

Attraverso lo studio delle cellule nei vasi linfatici, i ricercatori hanno scoperto che un particolare gene modifica la sua espressione nei tumori che diffondono cellule metastatiche, ma non quando il cancro non è ancora diffuso.

I risultati, pubblicati sulla rivista Cancer Cell, rivela che il gene è la chiave di volta per comprendere il legame tra la crescita di un tumore e la via che causa infiammazione e dilatazione dei vasi linfatici in tutto il corpo.

Una volta che questi vasi si allargano, la loro capacità di agire come ‘autostrade’ dei tumori aumenta.

L’aspirina agisce riducendo la dilatazione dei vasi e facendo ridurre la diffusione del tumore. “Sembra che abbiamo trovato un punto cardine biochimico tra tutti questi diversi meccanismi”, ha detto Stacker.

La scoperta potrebbe portare a nuovi farmaci che potrebbero contribuire a contenere molti tumori solidi, compresi il cancro al seno e quello della prostata, così come potenzialmente fornire un “sistema di allarme precoce” prima che un tumore inizi a diffondersi.

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Tropico
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L'aspirina altera la secrezione di TSH (Thyroid Stimulating Hormone), riducendolo. http://www.farmacovigilanza.org/alterazioni_parametri/036.asp

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Tropico
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ASA IN PREVENZIONE PRIMARIA, PIÙ DANNI CHE BENEFICI
L'impiego dell'acido acetilsalicilico (Asa) in prevenzione primaria al fine di evitare eventi cardiaci o ictali, potrebbe essere più dannoso che benefico. Infatti - secondo una meta-analisi britannica di 9 trial per un totale di 102.261 pazienti seguiti per 6 anni - nonostante vi sia un'importante diminuzione del numero di infarti miocardici non fatali, non si registra una riduzione dei decessi cardiovascolari né della mortalità da cancro. Ma soprattutto è il rischio di sanguinamento interno ad apparire troppo elevato. Gli autori dello studio - appartenenti a varie strutture universitarie e ospedaliere del Regno Unito - ritengono pertanto che sia giustificato l'uso dell'Asa solo in prevenzione secondaria. «Se si trattano 73 persone per circa 6 anni, si avrà un episodio di sanguinamento non banale. Se si trattano circa 160 soggetti per lo stesso periodo di tempo, si riuscirà a prevenire un attacco di cuore che probabilmente non sarebbe stato in ogni caso fatale» ha dichiarato alla Bbc il ricercatore leader Kausik K. Ray, della St George's University di Londra. «L'Asa può aiutare a ridurre il rischio di attacco cardiaco o ictus nei soggetti con cardiopatia nota, e questo gruppo di pazienti dovrebbe continuare ad assumere il farmaco prescritto dal medico» ha ribattuto Natasha Stewart, della British Heart Foundation. «È però vero che chi non ha una malattia cardiaca sintomatica o diagnosticata non dovrebbe assumere Asa perché il rischio di emorragie interne potrebbe sopravanzare i benefici».

Arch Intern Med, 2012 Jan 9

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Dosi molto basse di Aspirina sono in grado di prevenire il cancro all'intestino

Anche la dose più bassa possibile di Acido Acetilsalicilico ( 75 mg; Aspirina ) può prevenire il cancro intestinale, se presa regolarmente, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Gut.
Questo effetto protettivo è evidente dopo un solo anno nella popolazione generale, non solo nei soggetti considerati a rischio di sviluppare la patologia, che rappresenta la seconda causa più comune di morte per cancro nel mondo, uccidendo quasi mezzo milione di persone ogni anno.
Anche se le ricerche precedenti hanno dimostrato che l'Acido Acetilsalicilico protegge dal tumore all'intestino, non si sa quale sia la dose più efficace e quanto a lungo debba essere assunta.
Durante la ricerca, sono state analizzate poco meno di 2.800 persone con tumore intestinale e poco meno di 3.000 persone sane.
Tutti i partecipanti hanno completato i questionari sulla frequenza alimentare e sullo stile di vita.
L’assunzione di FANS ( farmaci antinfiammatori non-steroidei ) è stata classificata come più di 4 compresse al mese di Acido Acetilsalicilico a basso dosaggio ( 75 mg ), altri FANS, o un mix di entrambi.
La probabilità di sopravvivere una volta diagnosticato un cancro intestinale o di sviluppare la malattia è stata poi monitorata per 5 anni.
In tutto, 354 soggetti ( 15.5% ) tra quelli con carcinoma dell’intestino stavano assumendo Aspirina a basso dosaggio rispetto ai 526 ( 18% ) tra i loro coetanei sani.
L’assunzione regolare di qualsiasi tipo di FANS ha ridotto la probabilità di sviluppare tumore intestinale rispetto a coloro che non avevano preso questi anti-infiammatori.
Questo risultato prescindeva dalle scelte di vita, dall’età, dalla dieta, dal peso e dal livello di deprivazione.
Dopo 1 anno, l’assunzione giornaliera di Aspirina a basso dosaggio si è rivelata associata a una riduzione del 22% del rischio di sviluppare cancro intestinale, e l'entità della riduzione del rischio è risultata cumulativa, passando al 30% dopo 5 anni.
Durante il periodo di monitoraggio sono morte 1.170 persone su un totale di 3.417 pazienti con diagnosi di tumore intestinale ( compresi quelli che erano sani all'inizio dello studio ). La maggior parte di questi decessi ( 1.023 ) erano attribuibili alla malattia.
Informazioni sull’assunzione di FANS erano disponibili per 676 di questi 1.023 decessi, ed è emerso che l’impiego di farmaci antinfiammatori di qualsiasi tipo non ha influenzato il rischio di morte per qualsiasi causa, né ha aumento la sopravvivenza.
I risultati hanno soprattutto indicato che alte dosi di Aspirina, prese per lungo tempo, non sono necessarie per prevenire il cancro intestinale.
Fonte: British Medical Journal, 2010

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gianlnicc
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Uhm... macro-omeopatia?

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Popeye the sailor man


   
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Tropico
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Scoperto un nuovo meccanismo di azione dell'aspirina
Un nuovo studio ha dimostrato che alte concentrazioni di salicitato, il sale in cui si scinde l'acido acetilsalicilico in vivo, attivano l'AMPK, un “sensore” dell'energia cellulare presente in tutti gli organismi eucarioti che regola diversi importanti processi, tra cui la crescita cellulare e il metabolismo

L'aspirina è attualmente utilizzata sia come rimedio contro raffreddori e ifluenze, sia, in una formulaizone diversa, come farmaco antiaggregante nei pazienti in cui occorre prevenire la formazione di coaguli del sangue. Una nuova sperimentazione sui topi potrebbe aprire la strada a un'ulteriore ampliamento dell'impiego di questo farmaco, poiché si è scoperto un meccanismo di azione a livello biochimico che era rimasto finora sconosciuto, come riferiscono Simon Hawley dell'Università di Dundee, in Scozia, e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale in un nuovo articolo pubblicato sulla rivista “Science”.

Entrato nell'organismo, l'acido acetilsalicilico si scompone nel sale denominato salicilato, che è il componente biologicasmente attivo, prodotto dall’albero di salice in risposta alle infezioni patogene (per questo gli estratti di corteccia di salice sono stati utilizzati come farmaci fin dai tempi di Ippocrate).

Una volta somministrata, l’aspirina, in vivo, si scinde rapidamente in salicilato, che può essere assunto anche come salsalato, una formulazione che si è dimostrata promettente nel trattamento dell’insulino-resistenza e nel diabete di tipo 2.


© Rainer Jensen/dpa/Corbis

A livello biochimico, finora era noto che il salicilato agisce inibendo la ciclossigenasi, un enzima responsabile della sintesi delle prostaglandine, che a loro volta regolano numerosi fenomeni biologici, tra cui l'infiammazione, la sensibilità dolorifica, la febbre, le secrezioni degli organi digerenti, la filtrazione dei liquidi a livello renale, la riproduzione e la coagulazione del sangue. Nella sperimentazione sui topi, si è però riscontrato che gli animali mancanti dei cammini biochimici implicati il salicilato è ancora attivo.

In quest'ultimo studio, è stato dimostrato in particolare che alte concentrazioni di salicilato attivano una proteina denominata AMPK, che funziona in tutti gli organismi eucarioti come un “sensore” del livello di energia cellulare, in grado di regolare un’ampia gamma di processi importanti , tra i quali la crescita cellulare e il metabolismo.

Precedenti ricerche avevano portato a ipotizzare che l’attivazione dell’AMPK rappresenti un trattamento utile per gli ammalati di tumore, di diabete e di altre patologie. In effetti, Hawley e colleghi hanno osservato che nei topi privi di AMPK sembrano scomparire molti - anche se non tutti - dei benefici delle alte dosi di salicilato sul metabolismo; attraverso ulteriori esperimenti sono quindi riusciti a scoprire il preciso meccanismo con cui il salicilato attiva l’AMPK.

Secondo gli autori, alcuni degli effetti benefici dell’aspirina che riguardano il metabolismo (ossia diversi dai suoi effetti antidolorifici), potrebbero dunque derivare proprio dalla sua attivazione dell’AMPK. Fonte

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Tropico
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Le meraviglie dell'aspirina
Un nuovo sorprendente uso per questo farmaco "tuttofare"

Un gruppo di scienziati della Harvard Medical School di Boston ha pubblicato su «Science» un nuovo studio che mostra come l'aspirina possa forse essere utilizzata per trattare le forme di diabete che insorgono in età avanzata. Questo tipo di diabete è spesso legato all'obesità, che sta diventando ovunque sempre più comune, e può portare a cecità, problemi renali e malattie cardiovascolari. È solo l'ultima delle scoperte riguardanti l'acido acetilsalicilico, che negli ultimi anni si è dimostrato capace di ridurre il rischio di infarto, ictus e tumore al colon, di proteggere i nervi e anche di inibire una proteina che permette al virus HIV di moltiplicarsi. Il diabete si sviluppa quando le cellule sono incapaci di assorbire tutto il glucosio nel sangue, a causa di una riduzione della secrezione di insulina. Si era scoperto da tempo che alte dosi di aspirina possono abbassare il livello di zuccheri nel sangue, ma non si sapeva secondo quali modalità. Ora si è osservato che un particolare enzima impedisce all'insulina di svolgere il suo compito e quindi, bloccandolo, l'aspirina favorisce l'assorbimento degli zuccheri. L'unico problema è che tutti questi effetti si verificano con dosi di aspirina molto elevate, che possono avere seri effetti collaterali, come provocare ulcere gastrointestinali. I ricercatori stanno comunque eseguendo esperimenti sui topi, sia con altissime dosi di aspirina sia con farmaci simili.
http://www.lescienze.it/news/2001/09/10/news/le_meraviglie_dell_aspirina-590777/

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Tropico
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L'aspirina previene il tumore del fegato
Efficacia dimostrata in presenza di epatite virale cronica

Un’équipe di ricercatori del San Raffaele ha scoperto una nuova applicazione d’uso per l’aspirina e il clopidogrel: questi farmaci anti-piastrinici riducono l’insorgenza del tumore del fegato associato a epatite virale cronica.
Lo studio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, condotto sui topi e realizzato in collaborazione con lo Scripps Research Institute di La Jolla in California, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), una delle più importanti riviste scientifiche internazionali.
Il sistema immunitario reagisce all’attacco dei virus dell’epatite B (HBV) o dell’epatite C (HCV) combattendo l’infezione, ma causando anche danni al fegato. I virus in realtà non attaccano direttamente l’organo e le sue cellule (che anzi utilizzano per replicarsi): il danno al fegato viene causato da particolari cellule immunitarie che normalmente circolano nel sangue, i linfociti citotossici, che hanno il compito di uccidere le cellule infettate dai virus. Durante l’epatite cronica virale questo “attacco” da parte dei linfociti non è in grado di eliminare i virus, ma è causa di continui cicli di blanda malattia epatica che negli anni portano alla comparsa di serie complicanze, come il tumore del fegato (carcinoma epatocellulare).
Dopo aver scoperto che le piastrine partecipano attivamente ai processi di danneggiamento del fegato, facilitando l’accumulo di linfociti in quest’organo, i ricercatori del San Raffaele hanno utilizzato modelli murini di epatite cronica B per valutare l’effetto nel tempo di farmaci anti-piastrinici. Si è così dimostrato come la somministrazione orale di aspirina e clopidogrel a basse dosi riduca non solo l’accumulo di linfociti nel fegato e la conseguente patologia epatica ma anche, e soprattutto, l’insorgenza del carcinoma epatocellulare. I ricercatori hanno altresì verificato come tale terapia antipiastrinica aumenti significativamente la sopravvivenza degli animali trattati senza provocare effetti secondari indesiderati, come l’instaurarsi di fenomeni emorragici.
“Prevenire l’insorgenza del carcinoma epatocellulare mediante l’uso di anti-piastrinici è un concetto innovativo che identifica le piastrine al centro di una malattia molto complessa”, spiega Luca Guidotti, responsabile dell’Unità di Immunopatologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. ”Il fatto poi che l’aspirina e il clopidogrel siano farmaci generici già approvati per il trattamento di disordini trombotici nell’uomo dovrebbe accelerare studi clinici in pazienti cronicamente infetti da HBV o HCV”, conclude Guidotti.
“Tali studi potrebbero inizialmente coinvolgere pazienti in cui la malattia epatica non è particolarmente avanzata”, dichiara Giovanni Sitia, membro dell’Unità di Immunopatologia e primo autore dello studio, “poiché spesso il rischio di sanguinamento in questi pazienti è inferiore al rischio di trombosi”.
Sono circa 600 milioni, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) gli individui nel mondo affetti da epatiti croniche B e C, cioè quasi il 10% della popolazione mondiale. La scarsa efficacia con cui gli attuali approcci chirurgici, radioterapici e/o chemioterapici eliminano il carcinoma epatocellulare conseguente a epatite virale cronica fa sì che siano circa un milione i pazienti affetti da questo tipo di tumore che muoiono ogni anno. Prevenire l’insorgenza del carcinoma epatocellulare è quindi un imperativo. Ad oggi la prevenzione si basa su farmaci antivirali che si prefiggono di sconfiggere l’infezione e le sue conseguenze: purtroppo molti pazienti non rispondono a queste terapie e ciò rende di grande interesse lo studio di nuove e alternative strategie.
HBV e HCV infettano il fegato causando epatiti acute e croniche. Mentre per l’epatite B esiste un vaccino alquanto efficace nel prevenire l’infezione (obbligatorio in Italia), un vaccino preventivo non è ancora disponibile per l’infezione da HCV. Il contagio dell’epatite B e C avviene principalmente venendo a contatto con sangue di persone infette e il periodo d’incubazione della malattia dura in media da 2 a 4 mesi. I sintomi dell’infezione acuta sono vari: nella maggioranza dei casi sono praticamente assenti, mentre nelle forme più gravi chi si ammala soffre di nausea, inappetenza e ittero. Si parla invece di forme croniche di epatite quando l’infezione da HBV o HCV dura per più di 6 mesi ed è associata a una serie di complicanze come il cancro del fegato che possono impiegare decenni per manifestarsi. Fonte

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Una delle più comuni cause di invalidità e decesso possono derivare da coaguli di sangue che si sviluppano all'interno di un vaso. Quando sloggiato, possono causare infarto miocardico, o ictus. Aspirina (acido acetilsalicilico) (11) è un analgesico, antipiretico farmaco antiinfiammatorio e. Esso agisce attraverso l'inibizione della cicloossigenasi, l'enzima responsabile della sintesi delle prostaglandine e trombossani di acido arachidonico. Aspirina inibisce l'aggregazione piastrinica e ha un effetto immediato e duraturo sulle piastrine del sangue, rendendoli meno probabilità di ciuffo, riducendo così il rischio di coaguli ulteriori. Si dice che i ritardi aspirina l'inizio della senescenza endoteliale prevenendo la riduzione di formazione di NO / generazione ed è anche stato trovato per inibire senescenza-associata β-galattosidasi e l'attività della telomerasi aumentata [33] e [34]. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S135964460900230X

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Dietary salicylates
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1770049/

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