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Buonumore a rischio, quando i carboidrati sono troppi...

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(@salvio)
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Registrato: 13 anni fa
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http://www.dietagift.com/notizie/ultime/buonumore-a-rischio-quando-i-carboidrati-sono-troppi.html

Mi
piace una frase, purtroppo il link non funziona, la frase
è:

Quando non lo fa, il livello degli zuccheri nel sangue rimane
più alto della norma (iperglicemia). Paradossalmente tuttavia, anche le persone
ipoglicemiche sono spesso anche resistenti all'insulina.


   
Citazione
(@andrea)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 708
 

non c'entra molto però leggevo che a volte mantenere una resistenza
insulinica puoò essere positivo, ovviamente sempre a fini sportivi, leggevo
anche che alcuni consigliano di non assumere omega 3 con azione
antiinfiammatoria ma incentivare l'infiammazione con grassi "cattivi"
(arachidonico ecc) per favorire cosi una maggior riparazione tissutale e di
conseguenza ridurre i tempi di recupero

La resistenza all'insulina, di contro, porta ad un maggior rilascio di
questo ormone al fine di contrastare la bassa concentrazione di trasportatori
GLUT-4 (la bassa espressione e la scarsa sensibilità dei suoi recettori). Chi
possiede un certo grado di resistenza rilascia concertazioni maggiori di
insulina, in risposta ad un uguale livello glicemico, rispetto a chi possiede
una maggiore sensibilità.
La resistenza all'insulina
comporta:

maggiore ossidazione dei grassi a scopo energetico

mantenimento di una certa "stabilità glicemica" (non si avranno "crolli" da
crisi ipoglicemiche)
preservazione del glicogeno muscolare
migliore
conservazione della massa muscolare (l'altalenanza dei livelli glicemici ed
insulinici, in deficit calorico, porta una maggiore ossidazione delle proteine
al fine di stabilizzare la glicemia)

Come potete capire, mantenere un
certo grado di resistenza insulinica porta vantaggi sia durante la fase
ipocalorica sia nel periodo di refeed.

http://www.my-personaltrainer.it/allenamento/sensibilita-insulina.html


   
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Eva
 Eva
(@eva)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 2088
 

http://www.eurosalus.com/notizie/ultime/manca-la-volont-o-la-serotonina.html
Ogni
volta che assumiamo un pasto a base prevalente di carboidrati, o direttamente
dello zucchero, l’organismo risponde con una maggiore produzione di serotonina,
un neurotrasmettitore a effetto decisamente rilassante e antidepressivo.
Contemporaneamente viene attivato anche il sistema beta-endorfinico, che riduce
la percezione del dolore e migliora l’autostima.

Tutto e il
contrario di tutto.
Penso che alla fine il pasto migliore sia quello
completo e bilanciato.
Oltretutto essenziali sono gli aminoacidi e gli acidi
grassi, non i carboidrati.


   
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(@davideleo)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 171
 

Se mia nonna avesse le ruote sarebbe un treno e gli studi epidemiologici sono pieni di nonne con le ruote. Molto banalmente: sono depresso, istintivamente mangio più carbo per avere picchi di serotonina, nel tempo divento insulino-resistente.
A proposito, avete mai notato che la diffusione della sindrome metabolica coincide con l'aumento della temperatura sul pianeta? Sta a vedere che l'insulino-resistenza è la causa del riscaldamento globale...


   
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(@salvio)
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Registrato: 13 anni fa
Post: 1043
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A parte la catasta di srudi che legano i carboidrati anche all'epilessia mi dici st'entrata come la dovremmo interpretare.

Sai chi inizia la metabolica vede la fame scomparire, dato che con l'inslina viene bloccata anche la produzione di serotonine (non so se lo sai ma le pillole che danno ai depressi servono per evitare la ricaptazione delle serotonine) quindi se meno carboidrati danno meno serotonine si può dire che una dieta low carbo è equivalente o quasi alle pillole antidepressive, ma senza effetti collaterali.

Partendo da questa osservazione fisiologica i pochi ricercatori che usano il cervello, hanno notato che i diabetici, leggere lo studio dove si riporta chiaramente il passo che sto citando, sono più inclini alla depressione.

Da questa considerazione se io sono un ricercatore serio, inizio a investicare lo stato metabolico delle persone che ne soffrono e se trovo corrispondenza tra alterati metabolismi glucidici e lipidici con stati di depressione, caro Davide ne deduco che chi ha qualche forma di sindrome metabolica è fortemente a trischio di sbalzi di umore e di depressione.

Ora che tua nonna se avesse avuto le ruote sarebbe stato un tram, può anche essere, come può anche essere che un asino vola, ma io nè dubito fortemente, ma se da domani inizio a vedere asini che volano preso in serio esame che questa possibilità possa essere concreta, questo si chiama metodo scientifico.

Il surriscaldamento del pianeta non c'entra niente neppure con l'inquinamento, la Terra effettua cicli di riscaldamento millenari e così di raffreddamento, tutte le boiate che Al Gore e gli altri catastrofisti auspicano non si verificheranno mai, e se acacdesse non sarà per colpa dell'inquinamento o per colpa nostra che ci piacciono tanto i dolci e diventiamo insulinoresistenti.


   
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(@davideleo)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 171
 

Un ricercatore serio non trae conclusioni da uno studio epidemiologico. Non basta osservare la concomitanza di due fenomeni per stabilire dei nessi causali.
Il sistema ormonale è molto più complesso di come lo fai tu. E' ovvio che uno squilibrio da un parte diventa uno squilibrio per tutto il sistema, ma le vie sono tutte a doppio senso. Invece una certa scuola di pensiero (che francamente me li ha un po' rotti) sembra che voglia attribuire alla sola insulino-resistenza la causa di tutti i mali (ah, a proposito, quella sul riscaldamento globale era una battuta, quand'è che la finisci di scagliarti contro i mulini a vento? ).
Chi ha provato la depressione vera (come il sottoscritto) sa che è un grido dell'anima e nessuno studio mi convincerà mai del contrario. Che poi esistano stati depressivi indotti biochimicamente è fuori di dubbio, ma pensare di risolvere la depressione con la dieta vuol dire non aver capito un cazzo della vita.
Se invece vogliamo dire che l'insulino-resistenza si accompagna a scompensi neuroendocrini a vari livelli, bè...non c'era mica bisogno di questo studio, basta leggere Bottaccioli...


   
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(@salvio)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 1043
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Un ricercatore serio non trae conclusioni da uno studio
epidemiologico

Tu sei un ricercatore?

Che a te
abbia rotto o meno un pò in tutto il mondo si sta arrivando all conclusione che
l'insulino-resistenza crea dei danni notevoli a sistemi più disparati e lo
dicono soggetti di statura mondiale nei loro ruoli di ricercatori e di
medici.

Tu sei un ricercatore o un medico?

Chi ha provato la depressione vera (come il sottoscritto) sa che è un grido
dell'anima e nessuno studio mi convincerà mai del contrario. Che poi esistano
stati depressivi indotti biochimicamente è fuori di dubbio, ma pensare di
risolvere la depressione con la dieta vuol dire non aver capito un cazzo della
vita.

Mi spiace ma da solo non fai
testo...

Se invece vogliamo dire che l'insulino-resistenza si accompagna a scompensi
neuroendocrini a vari livelli, bè...non c'era mica bisogno di questo studio,
basta leggere Bottaccioli...

Perdona la mia ignoranza
ma prima di risponderti avrei bisogno di sapere chi è Bottaccioli...


   
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(@davideleo)
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Registrato: 13 anni fa
Post: 171
 

salvio ha scritto:Perdona la mia ignoranza ma prima di
risponderti avrei bisogno di sapere chi è
Bottaccioli...

E' l'autore di
Psico-neuro-endocrino-immunologia che citiamo spesso io Enzo.


   
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(@salvio)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 1043
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Allora la risposta te la posso dare..

Dello studio c'è sempre
bisogno, sto tizio ha studi all'attivo di quello che sostiene?

O forse se
ne viene con il solito cumulo di teorie inapplicabili?

Sentiamo come
facciamo a consumare carboidrati i gogò senza interferire con il sistema
immunitario?

Sentiamo come mai l'insulino-resistenza determina
depressione?


   
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(@davideleo)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 171
 

Bottaccioli non è un ricercatore, ma un giornalista scientifico. Il libro
citato descrive in modo molto comprensibile a un profano - ma non di meno molto
tecnico, tanto che è adottato come libro di testo anche in corsi di
perfezionamento medico - il sistema della cosiddetta "grande connessione",
ovvero quello che ormai da una parte all'avanguardia della ricerca medica è
considerato un solo sistema neuro-endocrino e immunitario e le sue connessioni
con la psiche.


   
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(@rosenz)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 184
 

Questo interessante post parte da un presupposto che poi ne deve
condizionare l'analisi....un eccesso di carboidrati provoca danni.....più
che logico, nella parola eccesso c'è già l'errore...
L'eccesso in
alimentazione porta sempre all'errore.

Nessuna qui sponsorizza credo
l'assunzione di carboidrati a gogò Salvio, sicuramente come dici è chiaro che
tale situazione difficilmente viene ben gestita dal'organismo.
Però come dice
Davide un evento complesso come la depressione non può essere ricondotto
solamente a questa chiave di lettura.

Comunque, restando sul lato
prevalentemente biochimico, penso che apprezzerai Salvio questo articolo di
Bottaccioli nel quale sono riportati studi e si analizza proprio la relazione
(secondo i concetti della PNEI) tra lo stato infiammatorio dell'organismo ed un
conseguente stato di depressione.

Penso lo troverai interessante, fammi
sapere...
http://www.simaiss.it/PDF/articoli/Infiammazione%20fa%20rima%20con%20depressione.pdf


   
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 Muso
(@muso)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 1170
 

Sono daccordo con rosenz quando dice che bisogna specificare cosa si
intende con eccesso di carboidrati.
Perchè ovviamente Salvio ha
ragione,qualunque eccesso,come anche l'assumere carbo a gogo,certamente produrrà
dei danni.
Ecco penso che questo thred diventerebbe interessante qualora il
discorso vertisse su quale sia la quantità ideale di carbo,tenendo conto anche
di attività fisica praticata,soggettività e attività svolte.
Ma forse è
meglio aprire un thred specifico.


   
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Eva
 Eva
(@eva)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 2088
 

Appurato che la dieta è solo uno dei tanti fattori che migliorano la
depressione,
penso che l'equilibrio sia il giusto bilancio individuale tra
carboidrati per la serotonina (per il relax) e proteine/grassi per la dopamina
(per la voglia di fare).

Troppi carboidrati -> depressione
Troppe
proteine/grassi -> agitazione


   
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(@davideleo)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 171
 

Aprofitto del tuo intervento per chiarire il mio punto di vista. Su
psichesoma già ebbi modo di dire che la salute è la capacità dell'organismo di
mantenere l'omeostasi, ovvero la capacità di gestire i difetti e gli eccessi.
Ciò significa che tanto più ampio è il range di stimoli ambientali ai quali i
meccanismi di regolazione dell'organismo sono in grado di rispondere, tanto più
l'organismo è sano. E' evidente che ci sono dei limiti oltre i quali
l'incapacità di rispondere è strutturale e non può essere considerata malattia,
ma il fatto è che questi limiti sono molto più ampi di quanto studi come quello
citato sembrano suggerire o per lo meno omettono di definire.
Che un eccesso
di carbo faccia male non è solo convinzione di Salvio, ma direi che è il
presupposto in base al quale ci siamo trovati a discutere in questo forum, o
sbaglio? Il punto è che quello che è eccesso per qualcuno, o anche per molti,
non lo è per tutti. Allora la medicina si dovrebbe interrogare sul perchè quei
molti non sono in grado di rispondere adeguatamente a una perturbazione che
altri esseri umani, anche se magari sono la minoranza, sono perfettamente in
grado di gestire. Invece la medicina clinica, ma anche gran parte della medicina
naturale, in particolare quella di stampo igienista, si ferma al fattore
scatenante - lo stimolo ambientale - senza cercare la vera causa che è il modo
in cui il corpo risponde allo stimolo.
Perchè? Perchè la relazione fattore
scatenante-malattia è univoca e molto più semplice da analizzare. Addentrarsi
nei meandri della complessa rete dei sistemi di regolazione del corpo significa
rinunciare a comodi protocolli e parlare di individualità, significa riconoscere
il ruolo determinante della psiche e la responsabilità del paziente nella sua
malattia. Tutte cose che rendono il lavoro del medico e dello stesso paziente
molto più faticoso, ma tra reprimere un sintomo con una pillola e tenerlo a bada
chiudendosi in una campana di vetro, senza interrogarsi sul significato profondo
del suo manifestarsi, non c'è molta differenza in linea di principio.


   
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 Muso
(@muso)
Membro
Registrato: 13 anni fa
Post: 1170
 

ecco perchè sgarrare è bello : vedi fin dove puoi spingere il tuo corpo


   
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(@salvio)
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Registrato: 13 anni fa
Post: 1043
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Uffa mi tocca sempre la parte del cattivo, ma perchè...?

Soprattutto mi toccano sempre post chilometrici.

Aprofitto del tuo intervento per chiarire il mio punto di vista. Su psichesoma già ebbi modo di dire che la salute è la capacità dell'organismo di mantenere l'omeostasi, ovvero la capacità di gestire i difetti e gli eccessi. Ciò significa che tanto più ampio è il range di stimoli ambientali ai quali i meccanismi di regolazione dell'organismo sono in grado di rispondere, tanto più l'organismo è sano. E' evidente che ci sono dei limiti oltre i quali l'incapacità di rispondere è strutturale e non può essere considerata malattia, ma il fatto è che questi limiti sono molto più ampi di quanto studi come quello citato sembrano suggerire o per lo meno omettono di definire.

E chi lo decide? Tu? Per quello che ne so hai scritto questo articolo quando la tua glicemia era alta o per colpa dei carboidrati o per colpa dei grassi o ancora per la mancanza di esercizio fisico nehli ultimi giorni, questo ha indotto un aumento di insulina e quindi delle serotonine e quindi al momento non sai neppure quello che scrivi.

Che un eccesso di carbo faccia male non è solo convinzione di Salvio, ma direi che è il presupposto in base al quale ci siamo trovati a discutere in questo forum, o sbaglio? Il punto è che quello che è eccesso per qualcuno, o anche per molti, non lo è per tutti.

Assolutamente d'accordo, per gli ectomorfi è la cosa più deleterea del mondo, divengono debolucci e isterici se abusano di carbo e mangiano poche proteine e grassi.

Allora la medicina si dovrebbe interrogare sul perchè quei molti non sono in grado di rispondere adeguatamente a una perturbazione che altri esseri umani, anche se magari sono la minoranza, sono perfettamente in grado di gestire.

Ahahahahahha è come chiedere a chi è attaccato a matrix di accorgersi di matrix, questa è una cosa che potresti chiedere solo a un tipo di persone su questo pianeta ovvero ai buddisti praticanti della Vipassana non ai medici. Se sei prigioniero della tua personalità e questa è controlata dai precursori chimici che rispecchiano quante ore dormi, come mangi, se ti alleni, se sei sotto stress, sei schiavo di un gioco ch non puoi rompere. Mentre chi si autosserva come i buddisti possono rendersi conto di questo, ma sempre se ha potuto sperimentare uno stato di intensa calma per poter fare un paragone.

Perchè? Perchè la relazione fattore scatenante-malattia è univoca e molto più semplice da analizzare.

Tu dici...

Comunque vorrei ripostare un altro articolo fatto da Perrone:

http://www.smp1993.it/index.php?pg=perche_si_ingrassa

C’è anche un importante neurotrasmettitore che regola l’assunzione di cibo ed è la serotonina.
La serotonina è un neurotrasmettitore cerebrale che agisce sul senso di sazietà e sulla selezione dell’assunzione di carboidrati o proteine.
Aumentati livelli di serotonina inducono l’assunzione di proteine, una sua diminuzione spinge all’assunzione di carboidrati.
La protratta introduzione di glucidi ad alto indice glicemico può creare insulino resistenza e portare a Diabete di Tipo II se non addirittura alla Sindrome Metabolica.
Fra le varie conseguenze si ha anche un ossessivo bisogno di introdurre zuccheri, dovuto ad un aumento dei livelli di serotonina, causato proprio dall’insulina.
Serotonina e insulina sono strettamente legate, poiché la serotonina è in grado di promuovere il rilascio di insulina, inoltre la serotonina aumenta nelle ore notturne, così un pasto abbondante la sera aumenterà il rilascio di insulina e promuoverà il deposito di grassi nel tessuto adiposo.

ihihih adesso è tutto sempre più chiaro, mi chiedevo come mai si soffrisse come dannati all'inizio della metabolica e il tutto si placasse con 4 fette biscottate.

All'inizio della nuova dieta, in accordo anche con le teorie di ciampolini, l'eccesso insulinico tende a far venire molta fame, questo però scompare facilmente negli ectomorfi mentre dura a lungo negli endomorfi.

Adesso sono in grado anche di spiegare perchè la mattina non avevo mai fame ma appena mangiavo qualcosa si scatenava un putiferio...
Adesso posso spiegare perchè alcuni pur mangiando poco quando pur mangiano in paleo dopo accusano un gran sonno, salvo poi sentirsi con un energia dopo svegli notevole.

Perchè andare a dormire presto migliora il tutto, sapessi quante cose grazie a questo post ho capito.

Vi ringrazio come al solito i vostri dubbi e la vostra diffidenza mi hanno aiutato a trovare le risposte che cercavo. Grazie a voi potrò trasformare quella sensazione di fame convulsa o quella sensazione di freddo in una sensazione di sonno. Saprò come usare e quando usare l'attività fisica per controllare la glicemia.

Adesso capisco come mai il burro con della frutta la mattina stabilizza la glicemia mentre l'olio non lo fa, e so quando usare l'olio e quando usare il burro.

Capisco anch eperchè sotto metabolica vedevo la mia tiroide diminuire.

Come mai i problemi intestinali di botto si riacutizzano nonostante mangi pochi carbo, man mano sto avendo le risposte che cercavo.

Questo mi sta portando a capire gli enormi limiti della SCDiet, e a capire che tamponi con le ricariche la stanchezza fino a un certo punto oltre il quale comunque inesorabilmente, danneggi il sistema, e che se puoi piuttosto che mangiare devi riposare.

Chi dice il contrario non sa una cippa di quello che dice, medico o meno...


   
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