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[COLESTEROLO] Lunga vita al colesterolo

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Tropico
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Colesterolo: cosa fare in pratica (2° parte)

Abbiamo terminato la prima parte di questa serie di articoli sul colesterolo, col concetto che in realtà ad essere pericoloso non è il colesterolo ma una lipoproteina (LDL) che lo trasporta. Quando l’LDL è “piccola e densa” essa è pericolosa, quando è “grossa e morbidosa” non lo è, ma anzi svolge la sua funzione egregiamente.

A questo punto non resta che andare a vedere come sono queste LDL nel sangue per capire se stiamo rischiando qualcosa oppure no. Oggi ci sono degli esami che permettono di farlo. Purtroppo, però, a seconda del tipo di esame, varia anche di moltissimo il risultato. Questo vuol dire che usando l’esame A scopro di avere molte LDL cattive, usando l’esame B magari ottengo il risutato opposto. Purtroppo non abbiamo quindi ancora standardizzato un tipo di esame che dica con certezza come stanno le cose. Sappiamo cioè che le LDL ossidate probabilmente partecipano alla genesi della patologia cardiovascolare ma non abbiamo un esame diagnostico alla portata di tutti per poter valutare i pazienti nella pratica clinica. Quindi bisogna pazientare per sfruttare nel quotidiano queste conoscenze.

Per fortuna però esistono dei parametri più semplici per capire se il nostro rischio cardiovascolare è in aumento. Un parametro che possiamo facilmente usare è il rapporto tra Colesterolo totale e Colesterolo HDL. Questo rapporto, per stare a significare un basso rischio cardiovascolare, deve essere inferiore a 3.

COL TOT: COL HDL < 3

Facendo un esempio, se il nostro colesterolo totale è 270 e il colesterolo HDL è 90 abbiamo un rapporto pari a 3 ed il nostro rischio cardiovascolare è abbastanza basso. Se il nostro colesterolo totale invece è 270 e il colesterolo HDL è 50 abbiamo un rapporto superiore a 3 ed il nostro rischio cardiovascolare è significativo.

Bene. Quindi appena troviamo il nostro colesterolo elevato, magari a 270, con un basso HDL prendiamo dei provvedimenti, vero? Sbagliato. Il colesterolo è come la pressione arteriosa: soggetto quindi a variazioni anche notevoli da una settimana all’altra, senza apparente motivo. Dobbiamo essere quindi sicuri che il colesterolo sia veramente elevato prima di intervenire. La cosa migliore è misurarlo più volte nell’arco di diversi mesi per capire intorno a quale valore gravita. Non fidiamoci di una o due misurazioni.

Anche perchè la variabilità statistica è insita nell’esame stesso. Voglio dire che se trovate un valore di 250 potrebbe essere un “caso”. Avreste potuto trovare con le stesse (più o meno) probabilità 270 o 230. Fare misurazioni multiple aiuta a stabilire una “media” intorno alla quale oscilla il vostro colesterolo. Lo stesso discorso, per inciso, vale per i trigliceridi, che possono mostrare una variabilità tra un esame ed un altro anche di 50 mg/dl. Insomma non traete conclusioni sui vostri valori di colesterolo sulla base di poche misurazioni e non vi fate convincere a prendere farmaci per abbassarlo se non siete assolutamente sicuri di quanto sia elevato e perchè.

Bene, direte voi, ma quando posso considerare il colesterolo troppo alto? I limiti accettati dagli organi preposti a dettare le linee guida alla classe medica si sono abbassati notevolmente negli ultimi anni. Quaranta anni fa un valore di 350 mg/dl veniva considerato praticamente nella norma, ora se avete 200 mg/dl vi viene detto, probabilmente, che il vostro colesterolo è borderline. Io credo che i valori odierni considerati normali siano troppo bassi e risentano dell’interesse delle case farmaceutiche a vendere più farmaci ipocolesterolemizzanti. Il business in questo campo si misura in decine di milioni di euro all’anno. Otto dei nove componenti della commissione che decide quando il colesterolo è troppo alto hanno una qualche connessione economica con le case farmaceutiche. Detto questo, credo che possa essere considerato patologico un valore sopra i 270-280 mg/dl. Se lo avete, dopo aver fatto misurazioni multiple, valutate le possibili cause di ipercolesterolemia (misurate i paramentri tiroidei, escludete deficienze nutrizionali, valutate se avete una ipercolesterolemia familiare, una leptino-resistenza, etc etc) e poi potete passare alla fase del trattamento. Che non ha necessariamente a che fare coi farmaci (le famose “Statine”). Infatti prima ci sono mille cose da fare. Ad esempio, in taluni casi l’uso di ormoni tiroidei in soggetti selezionati ha portato ad una riduzione della ipercolesterolemia. La leptino-resistenza poi è molto diffusa e si giova di una alimentazione di tipo paleolitico e di una rivalutazione dei ritmi circadiani (riduzione dello stress, gestione del sonno, alimentazione a certi orari etc etc). Con l’alimentazione paleolitica diminuirete anche l’introito di omega 6 che è una delle principali cause di infiammazione subclinica che porta alla leptino.resistenza; aumenterete anche l’introito di sostanze antiossidanti ed eliminerete le subdole carenze nutrizionali che portano talvolta all’ipercolesterolemia.

I farmaci hanno un loro ruolo, ma secondo me molto limitato, e soprattutto nei soggetti con ipercolesterolemia familiare. Born to be fit. Abbiamo dentro di noi le risorse per guarire: non c’è bisogno sempre e comunque di ricorrere ai farmaci.
Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Tropico
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Isolato il colesterolo HDL umano che riduce rischi di infarto e ictus

All’ Università di Cincinnati (UC), i ricercatori hanno determinato la struttura del colesterolo HDL degli umani e la scoperta potrebbe aiutare a comprendere come questo “pacchetto grasso” protegge contro le malattie cardiovascolari inclusi l’infarto cardiaco e l’ ictus.

Lo studio, condotto da W. Sean Davidson, professore di patologia e medicina, reparto di laboratorio, appare davanti alla stampa il 13 Marzo, 2011, sulla rivista Nature Structural & Molecular Biology.

HDL (lipoproteine ​​ad alta densità), noto anche come “colesterolo buono”, è composto da pacchetti di proteine ​​e grassi che trasportano il grasso in posizioni specifiche all’interno del corpo.

Vi è un crescente sforzo di creare farmaci che aiutano ad aumentare i livelli di HDL lavorando in collegamento con i farmaci esistenti che riducono il “colesterolo cattivo”, o lipoproteine ​​a bassa densità (LDL).

Studi di sintesi derivati ​​HDL hanno dimostrato che una proteina abbondante in HDL, apolipoproteina AI, svolge un ruolo chiave nelle proprietà cardioprotettivo HDL gli anti-infiammatori e anti-ossidativo.

“Purtroppo, conosciamo molto poco i dettagli molecolari che spiegano gli effetti protettivi dell’HDL”, spiega Davidson. “Una delle principali ragioni di questo è la quasi totale mancanza di comprensione della struttura HDL e come interagisce con altri fattori plasmatici importanti”.

Huang Rong, un collega post-dottorato nel laboratorio di Davidson, ha isolato l’HDL umano ed analizzato la sua struttura 3-D che circola nel plasma umano.

“Precedenti studisi sono concentrati unicamente sulle HDL sintetiche fatte in provetta”, dice Davidson. “Isolando HDL umani, siamo stati in grado di concentrarsi sulla vasta gamma di particelle HDL effettivamente circolante nell’uomo.”

I membri del team hanno utilizzato una serie di sofisticate tecniche spettroscopiche e di spettrometria di massa per studiare l’HDL e hanno scoperto che le proteine ​​dell’ HDL formano una struttura a gabbia che racchiude in sé il suo carico di grassi.

Hanno determinato che la maggior parte delle particelle di HDL circolante nel plasma umano sono molto simili nella struttura, tuttavia, hanno trovato la prova che le particelle hanno un movimento di torsione o “ammortizzatore” che permette loro di adattarsi ai cambiamenti nel contenuto di particelle di grasso.

Con la determinazione della struttura delle HDL, Davidson e il suo team sono riusciti a concludere che la maggior parte delle interazioni fisiologiche che si verificano con HDL-compresi i suoi movimenti di torsione, si verificano sulla superficie delle particelle, che è dominata dalla proteina apolipoproteina AI cardioprotettiva.

Questa monopolizzazione della superficie delle particelle, dice Davidson, suggerisce che altre proteine ​​hanno pochissimo spazio per l’associazione a HDL e, probabilmente, interagiscono con la proteina stessa, il che potrebbe spiegare come l’apolipoproteina AI svolge un ruolo dominante nella funzione HDL e nei suoi effetti protettivi .

“Questo lavoro presenta i primi modelli dettagliati di HDL nel plasma umano e ha importanti implicazioni per comprendere le interazioni fondamentali nel plasma che modulano le sue funzioni di protezione nel contesto delle malattie cardiovascolari”, spiega Davidson.Fonte

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Prendo direttamente da wikipedia

Praticamente più colesterolo mangi più scende il livello nel sangue,anche se di poco e soprattutto negli uomini, ma alla faccia!

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Il colesterolo nei bambini, quando preoccuparsi
http://www.italiasalute.it/1320/h/Il-colesterolo-nei-bambini-quando-preoccuparsi.html

Forzati del colesterolo già a 9 anni? È la proposta neanche tanto provocatoria dell'associazione che riunisce i pediatri americani, i quali hanno pubblicato sulla propria rivista Pediatrics nuove linee guida che intendono regolare la questione. Nel documento, i medici statunitensi suggeriscono l'adozione di uno screening a tappeto per tutti i bambini a partire dai 9 anni di età, per ripeterlo poi a 17 anni.
La comunità scientifica si interroga sull'opportunità o meno di indirizzarsi su questo tipo di prevenzione piuttosto radicale, nonché impegnativa dal punto di vista economico. In passato, i pediatri si erano trovati d'accordo su uno screening che coinvolgesse i bambini considerati più a rischio, ovvero quelli con genitori affetti da livelli di colesterolo alti per motivi genetici o che abbiano subito infarti o ictus.
Da dove deriva questa accelerazione da parte dei pediatri americani? La loro preoccupazione - emerge dall'articolo pubblicato su Pediatrics - è che troppi bambini sfuggano a un tipo di screening "scremato" come quello proposto in passato, e che pertanto sia possibile intervenire con maggiore efficacia adottando controlli più serrati che rispondano anche alle mutate abitudini del corpo sociale, nel quale si registra un numero sempre maggiore di bambini obesi o con problemi di peso. Questo aspetto non riguarda soltanto gli Stati Uniti, ma anche la patria della dieta mediterranea, l'Italia, dove quasi il 25 per cento dei bambini hanno problemi di peso e più del 10 per cento risulta obeso.
"Soprattutto in questi bambini, oltre che in quelli che soffrono di diabete di tipo 2, malattia in aumento in età pediatrica — afferma Francesco Martino, direttore del Centro per lo studio delle dislipidemie infantili del Policlinico Umberto I, di Roma — i livelli di colesterolo andrebbero controllati prima possibile, perché anche il processo aterosclerotico può iniziare già in tenera età pur non provocando disturbi. Se poi si dovessero scoprire anomalie che riguardano in particolare il colesterolo LDL, quello 'cattivo' — prosegue Martino — si avrebbe la possibilità di intervenire con successo, visto che eventuali lesioni a carico delle arterie nei bambini sono ancora reversibili".
Lo scetticismo di molti medici è però legato alla preoccupazione che lo screening anticipato possa indurre pediatri e genitori a risolvere la questione con i farmaci, ad esempio le statine, piuttosto che cercare di modificare il tipo di atteggiamento alimentare che produce nella maggior parte dei casi il disturbo. È lo stesso Martino a farsi portavoce di questo timore: "la terapia farmacologica andrebbe utilizzata solo nei casi di un'ipercolesterolemia di tipo genetico particolarmente grave, difficile da correggere in altro modo".
Il segreto, come noto, è di mutare le abitudini alimentari e lo stile di vita fin da piccoli, anche perché più si va avanti con l'età più diventa difficile adottare le correzioni adeguate.

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L’aglio non sembra abbassare il colesterolo LDL
Uno studio, coordinato da Ricercatori dello Stanford Prevention Research Center, negli Stati Uniti, ha mostrato che l’aglio non abbassa il colesterolo LDL, contrariamente a quanto ritenuto.
I Ricercatori hanno valutato l’aglio grezzo e due supplementi a base di aglio negli adulti con livelli moderatamente elevati di colesterolo LDL.
Non è stato osservato nessuna riduzione del colesterolo LDL.
Precedenti studi sull’efficacia dell’aglio avevano dato risultati contradditori.
L’aglio contiene il composto chimico alliina, che, dopo triturazione, si trasforma in allicina, una sostanza dotata di proprietà antibiotiche ed antifungine, in grado di dissolvere il colesterolo in studi clinici in vitro.
L’allicina è instabile e si degrada con la cottura.
Hanno preso parte allo studio 192 adulti con livelli di colesterolo LDL moderatamente aumentati ( da 130 a 190 mg/dl ).
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a 1 di 4 gruppi: un gruppo ha assunto aglio grezzo, un altro un supplemento contenente aglio in polvere, un terzo un supplemento di estratto di aglio invecchiato ed un quarto gruppo placebo.
Lo studio non ha mostrato nessun effetto statisticamente significativo delle 3 forme di aglio sul colesterolo LDL negli adulti con moderata ipercolesterolemia. ( Xagena2007 )
Fonte: Archives of Internal Medicine, 2007

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Gli individui con eccezionale longevità hanno particelle HDL ed LDL di maggiori dimensioni
La ricerca ha avuto come obiettivo quello di identificare specifici fattori biologici e genetici, associati ad un fenotipo di longevità nell’uomo.
Sono stati studiati 213 probandi ebrei Ashkenazi con eccezionale longevità ( età media 98,2 anni ) ed i loro figli ( n=216; età media 68,3 anni ).
Il gruppo controllo era composto da 258 ebrei Ashkenazi e da 589 partecipanti al Framingham Offspring Study.
E’ stato osservato che le dimensioni delle particelle HDL ( lipoproteine ad alta densità ) e LDL ( lipoproteine a bassa densità ) erano significativamente maggiori nei probandi rispetto al gruppo controllo, indipendentemente dai livelli plasmatici di colesterolo HDL ed LDL e delle apoliproteine A1 e B.
Anche i figli dei probandi presentavano questo fenotipo.
I probandi ed i loro figli inoltre avevano una maggiore frequenza ( uomini: 2,9 e 3,6 volte; donne: 2,7 e 1,5 volte, rispettivamente ) di omozigosità per la variante I405V di CETP ( genotipo VV ).
Da questo studio emerge che i soggetti con eccezionale longevità ed i loro figli presentano particelle HDL ed LDL di maggiori dimensioni.
Questo fenotipo è associato ad una minore incidenza di ipertensione, malattia cardiovascolare, sindrome metabolica.
Barzilai N et al, JAMA 2003; 290: 2030-2040

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Un cardiochirurgo di fama mondiale ci illumina su ciò che provoca realmente le malattie cardiache
Noi medici con tutta la nostra formazione, la conoscenza e l'autorità spesso acquisiamo un ego piuttosto grande che tende a rendere difficile ammettere che abbiamo torto. Così, eccomi qui. Ammetto di aver sbagliato. Da cardiochirurgo con 25 anni di esperienza, dopo aver effettuato oltre 5.000 interventi chirurgici a cuore aperto, oggi è il mio giorno per riparare al torto fatto come medico e scienziato.

Ho studiato per molti anni con altri medici importanti etichettati come "opinion makers" (autorità del settore). Bombardati continuamente dalla letteratura scientifica, frequentando seminari di formazione, noi professionisti, abbiamo insistito che le malattie cardiache sono semplicemente il risultato della presenza di colesterolo nel sangue.

L’unica terapia accettata era prescrivere farmaci per abbassare il colesterolo e una dieta che limita fortemente l'assunzione di grassi. La limitazione di quest'ultimo, naturalmente, abbiamo creduto potesse far abbassare il colesterolo e quindi le malattie cardiache. Deviazioni da queste raccomandazioni sono sempre state considerate eresia e potrebbero apparire come negligenza medica.

Non funziona!

Queste raccomandazioni non sono più scientificamente e moralmente difendibili. La scoperta pochi anni fa che l'infiammazione della parete arteriosa è la vera causa delle malattie cardiache, sta lentamente portando ad un cambiamento di paradigma nel modo in cui le malattie cardiache e altre malattie croniche saranno curate.

Le raccomandazioni dietetiche, a lungo termine, hanno creato epidemie di obesità e diabete, le cui conseguenze fanno impallidire qualsiasi piaga storica in termini di mortalità, sofferenza umana e disastrose conseguenze economiche.

Nonostante il fatto che il 25% della popolazione prende costosi farmaci che contengono statine e nonostante il fatto che abbiamo ridotto il contenuto di grassi della nostra dieta, più americani moriranno quest'anno di malattie cardiache rispetto al passato.

Le statistiche dell'American Heart Association mostrano che 75 milioni di americani soffre di malattie cardiache, 20 milioni hanno il diabete e 57 milioni hanno pre-diabete. Questi disturbi colpiscono le persone sempre più giovani in numero maggiore ogni anno.

In poche parole, senza un’infiammazione presente nel corpo, non c'è modo che il colesterolo si accumuli sulla parete del vaso sanguigno causando così malattie cardiache e ictus.
Senza l'infiammazione, il colesterolo è libero di muoversi in tutto il corpo come natura vuole. E' l'infiammazione che causa l’accumulo di colesterolo.

L'infiammazione non è una cosa complicata - è semplicemente una difesa naturale del corpo ad un invasore estraneo, come tossine, batteri o virus. Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo da questi invasori batterici e virali. Tuttavia, se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L'infiammazione cronica è nociva tanto quanto l'infiammazione acuta è benefica.

Quale persona ragionevole vorrebbe intenzionalmente esporsi ripetutamente ad alimenti o altre sostanze che sono note per causare lesioni al corpo? Beh, forse i fumatori, ma almeno hanno fatto questa scelta volontariamente.

Il resto di noi ha semplicemente seguito i consigli della dieta tradizionale a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di grassi polinsaturi e carboidrati, non sapendo che stavamo causando lesioni ripetute ai nostri vasi sanguigni. Queste lesioni creano un’infiammazione cronica che porta a malattie cardiache, ictus, diabete e obesità.

Lasciatemelo ripetere: le lesioni e l'infiammazione dei nostri vasi sanguigni sono causate dalla dieta a basso contenuto di grassi raccomandata per anni dalla medicina tradizionale.

Quali sono i maggiori colpevoli dell’infiammazione cronica? Molto semplicemente, sono il sovraccarico di carboidrati semplici e altamente trasformati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) e l'eccessivo consumo di omega-6, oli vegetali come soia, mais e girasole, che si trovano in molti alimenti trasformati.

Provate a pensare di strofinare ripetutamente con una spazzola rigida la nostra pelle morbida finché non diventa tutta rossa e quasi sanguinante. Pensate di fare questo più volte al giorno, tutti i giorni per cinque anni. Se si potesse sopportare questa dolorosa spazzolatura, si arriverebbe ad avere un’area gonfia, sanguinante e
infetta che si aggrava dopo ogni ripetuto attacco. Questo è un buon modo per visualizzare il processo infiammatorio che potrebbe essere in corso nel vostro corpo in questo momento.

Il processo infiammatorio è lo stesso, indipendentemente da dove avviene, esternamente o internamente. Io ho guardato dentro migliaia e migliaia di arterie. La parete di un’arteria malata fa pensare proprio a qualcuno che la abbia ripetutamente strofinata con una spazzola. Più volte al giorno, ogni giorno, i cibi che mangiamo creano piccole ferite che si aggiungono a ferite, stimolando l'organismo a rispondere in modo continuo all'infiammazione.

Mentre noi assaporiamo il gusto di un dolce appena cotto, il nostro corpo risponde in modo allarmante, come se un invasore straniero fosse arrivato a dichiarare guerra. Gli alimenti carichi di zuccheri e carboidrati semplici o elaborati con oli omega-6 per la lunga conservazione, sono stati il pilastro della dieta americana per sei decenni. Questi alimenti hanno lentamente avvelenato tutti.

Come mai mangiando un semplice dolce l’infiammazione aumenta fino a farti male?

Immaginate di versare dello sciroppo sulla vostra tastiera e di avere una visuale di ciò che avviene all'interno. Quando consumiamo carboidrati semplici come lo zucchero, lo zucchero nel sangue aumenta rapidamente. In risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero in ogni cellula in cui c’è fabbisogno di glucosio. Se la cellula è piena e non necessita di glucosio, lo zucchero in eccesso viene respinto per evitare di inceppare il meccanismo.

Quando le cellule già sature rifiutano il glucosio extra, lo zucchero nel sangue aumenta, viene prodotta più insulina e il glucosio viene convertito in grasso immagazzinato.

Cosa ha a che fare tutto questo con l’infiammazione? Il livello di glucosio viene controllato in un intervallo molto breve. Le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che a loro volta vanno a colpire la parete del vaso sanguigno. Questo danno ripetuto alla parete del vaso sanguigno scatena l’infiammazione. Quando si supera il livello di zuccheri nel sangue più volte al giorno, ogni giorno, è esattamente come prendere della carta vetrata e strofinarla nei tuoi delicati vasi sanguigni.

Anche se non sei in grado di vederlo, ti assicuro che è così. L'ho visto in più di 5.000 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico in 25 anni, che hanno tutti un denominatore comune - l'infiammazione delle loro arterie.

Torniamo al nostro dolce. Questo apparentemente innocente cibo, non contiene soltanto zuccheri, viene cotto in uno dei tanti oli omega-6 come la soia. Le patatine fritte sono immerse in olio di soia, prodotti alimentari trasformati sono realizzati con oli omega-6 per aumentare la durata di conservazione. Gli omega-6 sono essenziali: sono parte di ogni membrana cellulare e controllano ciò che accade dentro e fuori la cellula – però devono essere nel giusto equilibrio con gli omega-3.

Se l'equilibrio si sposta in un eccessivo consumo di omega-6, la membrana della cellula produce sostanze chimiche chiamate citochine che causano direttamente l'infiammazione.

La dieta americana tradizionale di oggi ha prodotto uno squilibrio estremo di questi due grassi. Il rapporto di squilibrio è nell’intervallo da 15:1 ad un massimo di 30:1 a favore degli omega-6. Questo indica l’enorme quantità di citochine che causano l'infiammazione. Un giusto, ottimale e sano equilibrio nell’alimentazione, sarebbe un rapporto 3:1.

A peggiorare le cose, l'eccesso di peso provocato da questi alimenti crea cellule di grasso sovraccaricate che a loro volta riversano grandi quantità di sostanze pro-infiammatorie che vanno ad aggiungersi ai danni causati dalla presenza di zucchero nel sangue. Il processo che è iniziato con un piccolo dolce si trasforma in un circolo vizioso nel corso del tempo, portando a problemi cardiaci, pressione alta, diabete e infine, il morbo di Alzheimer, mentre l’infiammazione continua senza sosta.

Non può sfuggire il fatto che più si consumano cibi preparati e trasformati, più agiamo sull'interruttore dell'infiammazione giorno dopo giorno. Il corpo umano non è in grado di elaborare, né è stato progettato per consumare, cibi ricchi di zuccheri e imbevuti di oli omega-6.

C’è solo un modo per spengere l'infiammazione; tornare ai cibi più vicini al loro stato naturale. Per nutrire i muscoli, mangiare più proteine. Scegliere i carboidrati che sono molto complessi, come frutta e verdura. Ridurre o eliminare i grassi omega-6 come l'olio di mais e di soia e gli alimenti trasformati che causano l'infiammazione.

Un cucchiaio di olio di mais contiene 7280 mg di omega-6; uno di soia contiene 6.940 mg. E’ più salutare usare l'olio di oliva o burro da bovini allevati a fieno.

I grassi animali contengono meno del 20% di omega-6 e hanno molte meno probabilità di provocare una reazione infiammatoria rispetto agli oli polinsaturi apparentemente etichettati come sani. Dimenticate la "scienza" che vi è stata inculcata nella testa per decenni. La scienza che afferma che i grassi saturi provocano malattie cardiovascolari, non dice il vero. Il pensiero scientifico che dice che i grassi saturi aumentano il colesterolo nel sangue non è attendibile. Dal momento che ora sappiamo che il colesterolo non è la causa di malattie cardiache, la paura dei grassi saturi è ancora più assurda oggi.

La teoria sul colesterolo ha portato alle diete senza grassi, o a basso contenuto di grassi, creando cibi che stanno provocando un'epidemia di infiammazione. La Medicina tradizionale ha commesso un terribile errore quando ha consigliato di evitare i grassi saturi a favore di cibi ricchi di grassi omega-6. Ora abbiamo un’epidemia di infiammazione arteriosa che porta a malattie cardiache e ad altri “assassini silenziosi”.

Ciò che si può fare è scegliere alimenti integrali “della nonna” e non quelli trasformati e lavorati, che oggi “la mamma” acquista nelle grandi catene alimentari. Eliminando gli alimenti che provocano infiammazione e con l'aggiunta di sostanze nutritive essenziali da prodotti alimentari freschi e non lavorati, si invertirà il processo di anni di nutrizione sbagliata e conseguentemente, i danni alle arterie.

Il Dr. Dwight Lundell è stato a capo del personale e Primario di Chirurgia all’Heart Hospital Banner, Mesa, AZ. Il suo studio privato, Cardiac Care Center si trova a Mesa, AZ. Recentemente il dottor Lundell ha abbandonato la pratica chirurgica per concentrarsi sul trattamento nutrizionale delle malattie cardiache. Egli è il fondatore della Healthy Humans Foundation che promuove la salute umana con particolare attenzione su come aiutare le grandi aziende a promuovere il benessere. Egli è anche l'autore di The Cure for Heart Disease e The Great Cholesterol Lie.
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(@biker40)
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Ho letto quest'articolo in inglese e come al solito il traduttore italiano ha fatto qualche errore.
In particolare: non fa riferimento a cibi integrali ma fa riferimento a: fresh unprocessed food

"What you can do is choose whole foods your grandmother served and not those your mom turned to as grocery store aisles filled with manufactured foods. By eliminating inflammatory foods and adding essential nutrients from fresh unprocessed food, you will reverse years of damage in your arteries and throughout your body from consuming the typical American diet."


   
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:ok: Grazie mille della correzione

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Le HDL non proteggono dall'infarto !
Sembrava il clichè di una delle tante favole che si raccontano ai bambini, dove c'è il personaggio buono e quello cattivo, la perenne lotta tra il bene e il male. Purtroppo, o per fortuna, non è così che funzionano le cose nella moderna favola della colesterolofobia: il colesterolo “buono” non esiste, alzarne i livelli, anche artificialmente, non protegge dall'infarto, così recita impietosamente la conclusione di un recente studio. Uno dei capisaldi della teoria lipidica vacilla, teoria già abbondantemente messa in discussione da troppe eccezioni per essere minimamente credibile.
Dalle dichiarazioni dei ricercatori traspare tutta la confusione e l'incertezza che la scienza medica ha sull'argomento “ colesterolo”: "In ogni caso - conclude il direttore scientifico del Policlinico - non c'è solo il colesterolo a mettere in pericolo il cuore, ma una serie di fattori di rischio, come ad esempio il fumo di sigaretta. Tanto è vero che chi ha il colesterolo basso può comunque sviluppare un infarto, mentre ci sono persone che, nonostante abbiano valori 'alle stelle', sono al riparo da attacchi di cuore"(1).
Davvero una dichiarazione incredibile, soprattutto perché fatta da un ricercatore, da uno scienziato, quelli con il camice bianco e con in mano fogli pieni di numeri e statistiche, e non da uno sciamano o uno stregone analfabeta! Se il colesterolo causa l'infarto, come fa ad essere “al riparo da attacchi di cuore” uno che ha una colesterolemia “alle stelle”?? Qui c'è qualcuno che ha le idee molto, molto confuse. Il fatto è che sulla base di queste vacillanti certezze parecchia gente assume inutilmente farmaci, come le statine, non prive di effetti collaterali.
In conclusione, le HDL non sono così "buone" come si crede. Tra queste si possono addirittura nescondere delle frazioni (apoC-III) che, secondo recenti studi, sarebbero addirittura dannose per il cuore e aumenterebbero l'infarto (2). Stesso discorso vale per le LDL, che non sarebbero così "cattive" come si crede, se non per alcune frazioni.
Bibliografia
1) Dubbi su colesterolo buono, aumentarlo non salva da infarto. 17 maggio, 2012. Androkos Salute. Fonte: univadis.it
2) Some HDL, or "Good" Cholesterol, May Not Protect Against Heart Disease. Press releases http://www.hsph.harvard.edu

Scritto da Dr Francesco Perugini Billi
Lunedì 04 Giugno 2012 13:23

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Quando il colesterolo "buono" non è poi così benefico
Elevati livelli di colesterolo HDL-C cessano di avere un effetto protettivo rispetto alle patologie vascolari se associati a elevati livelli di proteina C-reattiva

Da alcuni anni anche il grande pubblico ha imparato a conoscere il colesterolo come fattore di rischio cardiovascolare e a distinguere tra colesterolo HDL, quello “buono” e colesterolo LDL, o “cattivo”.

Occorre però fare una distinzione per un ristretto numero di individui in cui pare che elevati livelli di C-HDL possano esporre al rischio di dolori al torace e attacchi coronarici acuti, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sulla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology, organo dell'American Heart Association.

Nel 2006 un trial di alto profilo sul farmaco torcetrapib, sviluppato per innalzare i livelli di colesterolo buono, fu interrotto per un eccessivo numero di eventi cardiovascolari e morti, anche se la ragione di ciò è rimasta per molto tempo oscura.

“Può sembrare controintuitivo che l'aumento dei livelli di colesterolo buono, che abbiamo sempre ritenuto avesse un ruolo protettivo, potesse portare a conseguenze negative in alcuni soggetti”, ha commentato James Corsetti, professore di Patologia e Medicina di laboratorio dello University of Rochester Medical Center e coordinatore del nuovo studio. “Abbiamo confermato che alti livelli di colesterolo HDL sono di fatto associati a un magior rischio cardiovascolare, ma solo in un particolare gruppo di pazienti”.

Utilizzando un innovativo strumento di mappatura dei dati del trial, Corsetti e colleghi hanno identificato un gruppo di pazienti
“ad alto rischio”, ovvero quelli caratterizzati da alti livelli di proteina C-reattiva (CRP), un ben noto marker infiammatorio, associati ad alti livelli di colesterolo HDL. I ricercatori sottolineano così come i fattori genetici e ambientali, in particolare uno stato infiammatorio, siano il discrimine per gli effetti positivi o negativi del colesterolo HDL.

Tale fattore dovrà quindi essere tenuto in conto per futuri trial sperimentali e per eventuali trattamenti farmacologici per elevare i livelli di colesterolo buono. (fc) Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Tropico
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Avete appena fatto le analisi del sangue e non trovate il valore di Colesterolo LDL?
Niente paura, potete calcolare facilmente il colesterolo LDL sottraendo al valore del Colesterolo Totale quello delle HDL e togliendo il 20% del valore dei trigliceridi.

Colesterolo LDL = Colesterolo Totale – Colesterolo HDL – 20% Trigliceridi

http://nutritionvalley.it/nutrizionista-2/test-on-line/calcolo-colesterolo-ldl.html

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Tropico
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Mortalità e colesterolo

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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fabio meloni
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https://www.mangiaconsapevole.com/forum/T-Charles-H-Clever-diet.html

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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fabio meloni
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Anche se vi cibate di alimenti biologici questo errore di cottura può danneggiare la salute

L’idea che alti livelli di colesterolo possano provocare danni cardiaci è basata sulla premessa che il colesterolo viene ritrovato nelle placche delle persone sofferenti per patologie coronariche. Ma questo significa automaticamente che sia il colesterolo stesso la causa e quindi vada mantenuto basso per prevenire la formazione di queste placche?

La risposta è “no”.

L’ipotesi non tiene in considerazione la conoscenza olistica di come il colesterolo agisca all’interno del corpo e del perché si formino le placche arteriose.

Il colesterolo è un componente critico dei materiali di costruzione del corpo ed è assolutamente essenziale per la salute.

Come asserisce il Dr. Robert Rowen, è assolutamente importante che il corpo lo produca sia nel fegato che nel cervello. Il colesterolo è il materiale di partenza per la sintesi di tutti gli ormoni steroidei e della vitamina D. Non ci sono dubbi sulla sua necessità.

“Pensateci un momento. I neuroni lo producono per una determinata ragione,“ dice il Dr. Rowen. “Logicamente parlando, se assumete delle statine, che avvelenano l’enzima HMG-CoA reduttasi, il cervello non può produrre il colesterolo che gli necessita, così potete aspettarvi che ci sarà un problema fra qualche anno ed infatti stiamo vedendo adesso che che le statine danneggiano il cervello.”

Allora qual è la correlazione tra colesterolo e patologie cardiache?

Se per il corpo è così necessario, cosa causa l’ostruzione delle arterie? Il dettaglio è, come spiega il Dr. Rowen, che il colesterolo trovato nelle placche arteriose non è un colesterolo qualsiasi, ma un colesterolo ossidato, danneggiato.

“Esiste una eccellente ricerca fatta sugli animali che dimostra che anche se nutriti con cibi pieni di colesterolo stanno benissimo. Ma quando viene dato loro anche una piccola quantità di colesterolo ossidato, in capo ad alcune settimane presentano problemi alle arterie.”

“Ora sappiamo il perché. Ci sono dei recettori nelle cellule endoteliali che rivestono le arterie, recettori per il colesterolo ossidato. Il problema è dovuto al fatto che questo colesterolo viene interpretato come estraneo dai macrofagi del sistema immunitario, al pari dei batteri. I macrofagi si attivano e cercano di sbarazzarsene, proprio come fanno con i batteri e questo causa uno stato infiammatorio all’interno delle pareti arteriose. Il problema reale è il colesterolo ossidato.”

Da dove arriva il colesterolo ossidato?

Il colesterolo ossidato viene introdotto nel corpo ogni volta che si mangia qualcosa cotto in olio vegetale. Al momento che l’olio viene scaldato si mischia con l’ossigeno, diventa rancido. Questo è il perché costantemente raccomando di evitare tutti gli oli vegetali per cuocere, come olio di canola, mais o soia e di sostituirli con dell’olio di cocco biologico, che rimane stabile e non si ossida alle alte temperature. (Infatti l’olio di cocco rimane solido fino a 25°, ndt).

“Sono un promotore del consumare molti più cibi non cotti e sicuramente di nessun cibo cotto in olio,” dice il Dr. Rowen. “Incoraggio fortemente i miei pazienti a mangiare molti più cibi crudi, perché il calore danneggia gli oli, il che equivale a danneggiare il colesterolo e può portare a problemi vascolari.”

Un’altra ragione per evitare gli oli vegetali per cuocere è perché la maggior parte di essi (almeno negli Stati Uniti) derivano da organismi geneticamente modificati; in più vengono processati pesantemente. In questo modo non solo si hanno problemi con I grassi polinsaturi ossidati, ma anche con tossine derivanti dal glifosato (ROUND UP, ndt) e la tossina Bt, che generalmente si ritrovano in mais e soia OGM. Il glifosato è l’ingrediente attivo del Round Up, un erbicida a largo spettro usato in grandi quantità nelle coltivazioni.

Perché le statine non promuovono una buona salute

Secondo la medicina convenzionale, esistono due tipi di colesterolo.

Lipoproteine ad alta densità, o HDL: questo è il colesterolo “buono” che aiuta a tenere lontano il colesterolo dalle arterie e rimuove ogni eccesso dalla placca arteriosa, che può aiutare a prevenire i disturbi cardiaci.
Lipoproteine a bassa densità, o LDL: questo è il colesterolo “cattivo” circolante nel sangue e molto incline all’ossidazione. Secondo il comune pensiero, si può raggruppare nelle arterie e formare delle placche che rendono le arterie meno flessibili, rigide (una condizione detta aterosclerosi). Se si forma una ostruzione in una di queste arterie ristrette dalla placca e si tratta di arterie principali del cuore o del cervello è possibile che si verifichino un attacco cardiaco o un ictus.
L’ American Heart Association (AHA) raccomanda di mantenere il livello di colesterolo totale sotto I 200 mg/dL, ma quello che non dicono è che il livello di colesterolo totale è ininfluente nel determinare il rischio cardiaco, almeno fino a quando rimane sotto 330. in aggiunta l’AHA ha aggiornato le proprie linee guida nel 2004, abbassando ulteriormente il livello raccomandato del colesterolo da 130 a meno di 100 fino a 70 per persone ad alto rischio. Per raggiungere questi oltraggiosi bassi livelli, tipicamente è necessario assumere farmaci anti colesterolo.

Le statine sono molto efficaci nel ridurre il colesterolo. Comunque, come detto poco prima, impediscono che il corpo produca il colesterolo che gli serve per le funzioni cellulari e cerebrali. Le statine inoltre impediscono che il corpo produca sufficienti livelli di vitamina D attraverso l’esposizione alla luce solare, in quanto i raggi UVB interagiscono con il colesterolo nella pelle e lo convertono in vitamina D. Come spiega il Dr. Rowen, mentre le statine riducono efficacemente i valori del colesterolo, non sono di certo di beneficio sulla salute e sulla longevità.

“Diamo un’occhiata a qualche studio sulle statine” continua il Dr. Rowen. “Il rischio relativo è ridotto. Questo è il problema degli studi e le statine rappresentano proprio un bell’esempio: diciamo che ci siano 100000 persone e che fra queste quattro di loro sono in procinto di avere un problema cardiaco. Diamo loro una statina ed il numero si riduce a due. Per questo i ricercatori diranno “Oh mio Dio! Abbiamo una riduzione del 50 percento del rischio di patologie cardiache.”

Ho preso un numero un po’ sproporzionato usando 100.000, ma è ancora un 50 percento del rischio relativo – ma il rischio assoluto per iniziare era trascurabile! E’ scienza stupida. E’ letteralmente folle, idiota scienza… il rischio assoluto non è cambiato molto, è il rischio relative che è cambiato.

... quello che non viene detto è che mentre pochi verranno salvati da un attacco cardiaco fra quelle migliaia di persone trattate, dall’altra parte ce ne saranno alcune che verranno intossicate o svilupperanno l’Alzheimer ed altre patologie grazie alla tossicità del farmaco.

La morbilità e la mortalità assolute rimangono invariate.

Tutto ciò che le aziende farmaceutiche stanno cercando è quale sintomo o valore di laboratorio viene soppresso. Non stanno guardando a questo nel lungo periodo. Questo è il fallimento assoluto del sistema medicale Americano, dove tutto quello che viene fatto riguarda solamente la soppressione di un sintomo o la variazione di un valore di laboratorio come può essere quello del colesterolo, senza pensare a ciò che può succedere a queste persone tra 10 o 15 anni, problema identico a quello dei vaccini.”

Quando una statina potrebbe essere consigliabile?

Contrariamente a quanto si pensi, poche persone necessitano veramente delle statine. L’ipercolesterolemia familiare è un difetto genetico che ha come risultanza un livello di colesterolo superiore a 330 ed è in questo caso che una persona può beneficiare delle statine.

“Si, penso che tenere controllato il colesterolo totale sia di beneficio in queste persone,” dice il Dr. Rowen. “Sono poche, ma esistono. Ma prima di prescrivere una statina userei il lievito del riso rosso, perché è un prodotto che naturalmente contiene Lovastatina. Preferirei usare questo perché è un alimento completo. Ci sono molti buoni studi che dimostrano che il lievito di riso rosso integrale non solo protegge dal colesterolo alto, ma che gli animali hanno una maggiore longevità con questo. Essendo un alimento completo ci può essere un grande vantaggio nell’utilizzo.

In ogni caso, sia che si utilizzi il lievito di riso rosso o che si assuma una statina, occorre sempre assumere il Coenzima Q10 o ubiquinolo, perché lo stesso enzima che produce il colesterolo è attivo anche nella genesi del Coenzima Q10.

... se il colesterolo totale è superiore a 300-330 considererei l’impiego del lievito di riso rosso o di una statina. È l’unico caso in cui lo prenderei in considerazione. Al di fuori di questo cercherei altri modi per ridurre il potenziale impatto di un metabolismo del colesterolo tossico… per prima cosa, con i miei pazienti, cerco di far capire loro l’importanza di uno stile di vita sano, in modo che quello che fanno nella loro vita non abbia effetti tossici sul loro apparentemente elevato livello di colesterolo. Ho detto “apparentemente elevato” perché non penso che Dio commetta errori.

Se qualcuno viene da me con un colesterolo a 240, io penso che il suo corpo abbia quel livello per una ragione. Probabilmente sta reclamando per avere più vitamina D. Sta chiedendo al fegato di produrre più colesterolo da convertire in vitamina D, oppure il corpo necessita di più testosterone o altri ormoni steroidei, così richiede più materiale da convertire.

Non so quanto voglia interrompere questi processi con dei “martelli” come le statine. Preferirei che il corpo non ossidasse il colesterolo, eliminando i cibi processati e raffinati. Il mio mantra è “niente cibi fast, fritti, processati o raffinati”. Questo è al primo posto della lista. Mantenere un’alimentazione composta da un 70-80 percento di cibi grezzi, integrali e vivi e qualsiasi altra cosa per la restante percentuale – non importa se volete mangiare carne, pollo, pesce e uova… solo non friggete. Mangiate la carne che desiderate all’interno di questo 20-30 percento. Per il resto cercate di mangiare biologico, non OGM, non processato e integrale, in modo da non distruggere gli acidi grassi.

Personalmente credo di aver trovato la causa alla base delle malattie cardiache o la principale causa in questo paese. È il fatto che stiamo mangiando questi acidi grassi insaturi e li stiamo ossidando ed ingerendo già rancidi. Penso che questa sia una delle cause primarie.”

Marcatori per le malattie cardiache

Il Dr. Rowen non si limita a considerare il livello di colesterolo totale, ma osserva il rapporto tra quello che viene detto colesterolo buono e quello cattivo - HDL e LDL – come pure i trigliceridi. Questi sono i più importanti markers per le malattie cardiache. Si possono vedere persone con un colesterolo totale superiore a 250 ma che hanno un basso indice di rischio per il fatto di avere un corretto livello di HDL. Al contrario, persone che hanno un colesterolo totale inferiore a 200 possono essere ad alto rischio per patologie cardiache perché:

Rapporto HDL/Colesterolo: dividere il livello di HDL per il colesterolo totale. Questa percentuale deve essere inferiore al 24 percento.
Rapporto trigliceridi/HDL: dividere I trigliceridi per le HDL. Questa percentuale deve essere inferiore a 2.
Per esperienza, un livello di trigliceridi alto ed elevato colesterolo in generale sono tipicamente il risultato di un eccessivo consumo di cereali e zuccheri. Una dieta ad alto contenuto in fruttosio e cereali contribuisce alla insulino-resistenza, che induce il fegato a produrre più colesterolo e più particelle infiammatorie LDL, incrementando i trigliceridi ed aumentando il rischio di sindromi metaboliche.

Altri marcatori che il Dr. Rowen consiglia di tenere in considerazione sono:

Ferritina, perché il ferro partecipa alla ossidazione del colesterolo
Omocisteina, che può segnalare potenziali deficit delle vitamine B essenziali
Lipoproteina A (LPA), perché influisce sulla coagulazione del sangue
25-idrossi vitamina D
Viscosità del sangue.
Viscosità sanguigna e malattie cardiache

La viscosità del sangue è inerente alla fluidità sanguigna. Più il sangue è denso, maggiore è la pressione necessaria a farlo scorrere nel sistema circolatorio, il che equivale all’aumento della pressione sanguigna.

“Pressione e fluidità causano assottigliamenti della parete endoteliale, dove i vasi sanguigni si biforcano, dove le arterie si dividono in due rami,” spiega il Dr. Rowen.

Un test della viscosità del sangue è in grado di fornire informazioni sulla fluidità del sangue. Non è un test usato comunemente, ma alcuni laboratori lo effettuano. Se la viscosità sanguigna è alta viene raccomandato di donare il sangue, perché così si riduce, insieme al livello della ferritina (ferro). Alcuni supplementi nutrizionali possono essere di aiuto, come la vitamina E.

“Possono essere usati dei supplementi di tocoferolo di alta qualità,” dice il Dr. Rowen. “Raccomando le miscele di tocoferoli alfa e gamma e non delta… come pure i tocotrienoli, che sono una forma più attiva.”

Noci e semi sono grandi fonti di vitamina E e di acidi grassi essenziali, combinati con antiossidanti naturali che proteggono i loro oli dall’ossidazione. Personalmente consumo 4 once (1 oncia = 28.35 g circa) al giorno di mandorle biologiche.

Un’altra strategia che può aiutare a ridurre la viscosità del sangue è praticare l’earthing o grounding, cioè camminare a piedi nudi sulla terra. La teoria dice che quando si cammina a piedi nudi sul terreno, questo permette il trasferimento di elettroni liberi dalla terra al corpo, attraverso i piedi. Questo agisce sull’infiammazione nel corpo migliorando il potenziale zeta – la capacità pulsatoria delle cellule rosse del sangue – che aiuta a ridurre la viscosità del sangue.

Se si assumono statine è assolutamente necessario integrare il Coenzima Q10 (CoQ10)

Un Americano su quattro sopra i 45 anni assume statine. Sfortunatamente, pochi sono a conoscenza della necessità di integrare il Coenzima Q10, o la sua forma ridotta, l’ubichinolo, per contrastare alcuni dei più devastanti effetti del farmaco. Il Dr. Rowen raccomanda di assumere l’integratore anche in caso si utilizzi il lievito di riso rosso.

La ragione del perché la supplementazione con Coenzima Q10 è così importante è data dal fatto che le statine bloccano la produzione di CoQ10, che perciò diventa insufficiente. Questa molecola è di vitale importanza per la produzione cellulare di energia – senza la quale le cellule semplicemente non possono funzionare. Quando il corpo diventa sempre più carente di CoQ10, si può soffrire di fatica, debolezza e dolorabilità muscolare ed anche malfunzionamenti cardiaci. Il Coenzima Q10 è anche molto importante nel neutralizzare i radicali liberi.

Come regola generale, se si assumono statine, sono necessari 100-200 mg al giorno di ubichinolo. Se sono già presenti dei sintomi imputabili ai danni prodotti dalle statine, come il dolore muscolare, diventa necessario aumentare il dosaggio a 200-500 mg al giorno. Non si conoscono effetti collaterali dovuti a questa sostanza.

Consigli per ottimizzare il colesterolo senza farmaci

Il corpo NECESSITA del colesterolo – è importante nella produzione delle membrane cellulari, degli ormoni, della vitamina D e della bile che aiuta a digerire i grassi. Il colesterolo inoltre aiuta l’encefalo a formare le memorie ed è vitale per funzioni neurologiche.

“Per cortesia, non vivete con la paura del vostro livello di colesterolo,” dice il Dr. Rowen. “Fino a quando non raggiunge o supera 300, non credo sia indicativo di rischio cardiaco”.

L’intento delle regole guida sotto riportate non è di abbassare il più possibile il colesterolo, ma piuttosto di ottimizzare i livelli in modo che lavorino in modo bilanciato nel corpo. Il 75 percento del colesterolo viene prodotto dal fegato, che è influenzato dal livello di insulina. Quindi ottimizzando il livello di insulina automaticamente si ottimizzerà il colesterolo. Ecco perché la raccomandazione principale per regolare in modo sicuro il colesterolo ha a che fare con la modificazione della dieta e dello stile di vita come segue:

Ridurre, con l’intento di eliminarli, cereali e zuccheri. È particolarmente importante eliminare zuccheri dannosi come il fruttosio.
Assicurarsi di assumere una corretta quantità di grassi omega 3 di provenienza animale, come quelli contenuti nell’olio di krill. Nuove ricerche suggeriscono che 500 mg di olio di krill al giorno possono ridurre il colesterolo totale ed i trigliceridi ed innalzare il colesterolo HDL.
Sostituire gli oli vegetali ed i grassi trans con grassi salubri, come l’olio di oliva e l’olio di cocco, ricordando che l’olio di oliva è meglio usarlo solo a freddo, preferendo l’olio di cocco per cuocere.
Includere cibi fermentati nella dieta quotidiana. Ciò non solo permetterà di ottimizzare la flora intestinale, migliorando l’immunità, ma porterà batteri benefici nella bocca. Una salute orale povera è un altro indicatore dell’aumento del rischio cardiaco.
Ottimizzare il livello di vitamina D, idealmente tramite esposizione corretta alla luce del sole in quanto questo permette al corpo di produrre anche vitamina D solfato – un altro fattore cruciale nella prevenzione della formazione delle placche arteriose.
Fare esercizio fisico regolarmente, con esercizi intervallati ad alta intensità. Ciò permetterà di ottimizzare la produzione di ormone della crescita (HGH).
Evitare di bere alcool e fumare eccessivamente.
Avere un sonno di alta qualità e ristoratore.
Considerazioni finali

“La cosa più semplice che si può fare, ed anche la più efficace, è di migliorare la dieta, per iniziare,” dice il Dr. Rowen. “mangiare più cibi non raffinati, non cotti, cibi biologici vivi, cresciuti nella vostra zona e di stagione – antica saggezza cinese…

Fate esercizio. L’esercizio può essere vincente, parecchio. Ci sono persone che hanno seguito un’alimentazione tossica per anni, comprendente molti cibi cotti. Quando fanno esercizio, possono rimediare molto ai danni che si fanno. Questi sono accorgimenti che non costano assolutamente niente. Mangiate cibi fermentati per mantenere la bocca pulita. I cosiddetti antiossidanti, particolarmente la vitamina E naturale, sono ottimi. Specialmente se li ottenete attraverso il cibo, che non vi costa nulla di più.

Vi assicuro che nella maggioranza dei casi, iniziando a seguire questi consigli, vedrete il colesterolo calare. Il mio è 175. I miei trigliceridi sono inferiori a 100. Uso i trigliceridi come marker, perchè più il valore è alto più è indice del fatto che si stanno consumando troppi carboidrati raffinati. Più carboidrati raffinati mangiate, più aumenta il livello di insulina. Più insulina avete, più aumenta la pancia… l’insulina converte tutti questi carboidrati in grassi, il che genera infiammazione (che può essere la stessa infiammazione che si presenta in bocca).

Queste sono le cose che potete fare e che non vi costano un centesimo, potendo cambiare in meglio la salute in modo consistente.”

tratto da Dr.Mercola.com

traduzione, integrazione ed adattamento di MP

FONTE: http://www.livelloalfa.com/colesterolo_aggiornamento.htm

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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(@andrea)
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È particolarmente importante eliminare zuccheri dannosi come il fruttosio.
Assicurarsi di assumere una corretta quantità di grassi omega 3 di provenienza animale, come quelli contenuti nell’olio di krill.
Includere cibi fermentati nella dieta quotidiana.

mah ognuno dice la sua..fruttosio danno, assunzione omega 3, non molto ray peat style


   
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