Scusate è possibile che chi ha ghiandole surrenali ipofunzionanti possa giovare dal mangiare di meno ma più spesso, mentre il riuscire a stare molto ore senza mangiare è indice di alta capacità di mantenere la glicemia costante e quindi una cosa che da un vantaggio notevole rispetto a chi non ci riesce.
Una persona in grado di stare a digiuno per giorno (dopo che logicamente abbia accumulato una quota di energia sufficiente come grasso) e che tiene costanti i livelli di glucosio, ha un vantaggio capitale nella sopravvivenza.
Alla fine io ho supposto che è inutile mangiare tanto e con tanti grassi, se il sistema è in crisi per una caduta glicemica, alla fine questo farà solo di rimbalzo aumentare i livelli di cortisolo senza che si riesca a bruciare i grassi e se i livelli di cortisolo non possono aumentare, dopo poco la persona avtà di nuovo fame con un carico di grassi notevole nel sangue, il che porterà a un disastro metabolico, ovvero mangerà di nuovo pur avendo in circolo e/o nell'intetsino tutta l'energia necessaria per campare.
Quindi a vostro giudizio chi è in deficit surrenale gioverebbe mangiando poco e spesso per poi riuscire al limite a convergere ai tre pasti giornalieri?
Ragioniamo sempre supponendo che nei due casi si consumino le calorie necessarie per vivere.
probabile che sia così, secondo me devi fare caso alle tue sensazioni. Ad esempio a me piace affamarmi, mi godo di più i pasti, ad esempio dopo allenamento non mangio subito, faccio la doccia, magari sto un po' al computer, poi quando ho molta fame vado a mangiare. Anche la sera verso l'ora di cena quando ho fame non avverto malessere. Invece quando ero iponutrito non appena digerito il pasto avevo una gran fame e un senso di malessere diffuso nonchè freddo.