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Le autopsie rivelano che i tumori…

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(@rosenz)
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Riporto uno studio recente tratto da "Eurosalus" in cui viene analizzato il rapporto tra alimentazione e cancro.
http://www.eurosalus.com/notizie-per-medici/notizie-per-medici/pesce-e-verdure-proteggono-dal-cancro-molto-piu-della-carne.html

Saluti..


   
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 Muso
(@muso)
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le proteine del pesce e quelle della carne sono identiche.
Però visto che di solito il pesce si cuoce al vapore o al forno,mentre la carne si fa in padella o alla griglia chi la consuma va incontro a questi problemi.
Tra l'altro una persona che mangia prevalentemente pesce, o tantissimo pesce(come me!)ha probabilmente una cultura alimentare superiore a quella di un consumatore di carne.
Tra l'altro la carne non bio e non controllata come sappiamo è un ricettacolo di antibiotici e robaccia presente nei cereali che si danno alle bestie,se uno mangiasse carne bio e RAW non correrebbe alcun rischio..


   
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(@salvio)
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Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1].

«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.[2]

Con quanto detto da Luigi De Marchi – confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli.
In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente:

- Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
- Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
- Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.[3]

Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Nel corso della vita è infatti “normale“ sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo.
Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.
Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis Medicratix Naturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire.
Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.[4]
Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male?
E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci?
Ulteriori dati poco conosciuti

Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. [5]

Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.[6]

Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.[7]
Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali.
Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema.
Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro.
Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più.
I pericoli della chemioterapia

Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose.
Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie).
La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule). Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente.
Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire.

«Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava».
[ Testimonianza di una malata di cancro al seno ]

Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc.
Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità.
Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati.

Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.[8]

Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”.

In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici. Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”.
Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti.

Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”.

Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”.
Questa informazione è molto interessante.
Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”.

Tabella 1
Cancerogeni per l’uomo: Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) – Ciclofosfamide – Clorambucil – 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) – Melphalan – MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) – N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) – Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa)

Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina – Aracitidina – 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) – Mostarde azotate – Procarbarzina

Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori.
In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: “Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”.

Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a 1000°C “conservano attività mutagena”.
Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?
La spiegazione tra poche righe.

L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti).
C’è qualcosa che non torna: perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche?
Questo apparente controsenso – se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando – si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina , ma questo è un argomento che affronteremo più avanti.

In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici.
Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.[9]
Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati.
Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio.
Il personale coinvolto nell’eliminazione (dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.
Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi!

La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”.
Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: “Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.[10]

Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche.
Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.

Mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno,
neppure se richiesto, un farmaco mortale.
[ Giuramento di Ippocrate ]

Marcello Pamio – tratto da “Cancro Spa: leggere attentamente le avvertenze”

[1] Medicina kaput col mito del placebo?, Luigi De Marchi www.luigidemarchi.it/innovazioni/educazione/articoli/01_medicinakaput.html
[2] Idem
[3] Conferenza “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” del Dottor Gianfranco Domenighetti – già Direttore sanitario del Canton Ticino – tenuta il 22 novembre 2008 al VIII° Congresso nazionale di medicina omeopatica di Verona.
[4] “Approccio metodologico all’omeopatia”, Dottor Roberto Gava, farmacologo e tossicologo, ed. Salus Infirmorum, Padova
[5] “Il tradimento della medicina”, Alberto Mondini
[6] Idem
[7] Idem
[8] Per mutageno si intende ogni agente chimico o fisico che agisce sui cromosomi alterandone l’informazione genetica. Per cancerogeno si intende ogni sostanza capace di produrre il cancro.
[9] Gli alchilanti agiscono direttamente sul DNA di qualsiasi tipo di cellula senza specificità. Possono intervenire sulle basi del DNA oppure rompendo l’intera molecola di DNA o ancora bloccando la trascrizione o la duplicazione. L’azione principale di un alchilante consiste però nel formare un legame trasversale tra due eliche complementari di DNA che porta alla rottura della catena polinucleotidica. Quindi, il DNA viene danneggiato e non è più in grado di duplicarsi e completare la sintesi proteica.
[10] “Mostarde azotate”, “Emergenze”, tratto dal sito del Ministero della Salute http://uc6.asimantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=312&Itemid=54

tratto: http://www.stampalibera.com/?p=13389


   
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 Muso
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bisogerebbe verificare se le fonti sono veritiere ma immagino lo siano...sconcertante...


   
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Tropico
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Marcello Pamio è il tizio di disinformazione.it
Sito che ospita molte cose discutibili e non, anche di natura complottista.
Ma, per quanto riguarda la chemioterapia, riesce difficile dargli torto.
Anche Walter Pierpaoli lui stesso medico e scienziato ricercatore appena ne ha l'occasione esprime il dissenso a cui è arrivata la medicina odierna e l'aberrazione del solo profitto che perseguono le industrie farmaceutiche.
Resta per fortuna la possibilità di scelta o non scelta per farsi "curare", informarsi è tutto, perchè chi rifiuta la chemio, è anche preda di ciarlatani.
Al tg una volta mi capitò di sentire di una donna morta di tumore che aveva rifiutato la chemio per affidarsi alla terapia ortomolecolare, orbene, se si muore a norma di legge(chemio) non fa mai notizia, se si muore provando vie alternative i primi titoli dei telegiornali e dei quotidiani sono assicurati.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Tropico
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Mi devo smentire da solo, ogni tanto, purtroppo, fa notizia anche morire di chemio
Donna muore dopo chemio, famiglia accusa
(ANSA) - ROVIGO, 19 FEB - Una maestra di 52 anni di Cavarzere, in cura per un tumore all'ospedale di Padova, e' morta dopo una seduta di chemioterapia e i famigliari hanno chiesto di accertare eventuali responsabilita'. Secondo il racconto della figlia e della sorella, la donna, affetta da un carcinoma al seno, avrebbe accusato forti dolori addominali dopo una chemioterapia eseguita a Padova e sarebbe stata trascurata dal personale del pronto soccorso dell'ospedale di Rovigo.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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Tropico
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Scoperta agghiacciante. Nature: "Alcune chemio rafforzano il cancro"
Doccia fredda per le lobbies del farmaco. A due giorni dall'approvazione scientifica del metodo Di Bella arriva una scoperta agghiacciante: la chemioterapia non cura sempre il tumore e, soprattutto, non è una "cura" infallibile. Si tratta di un metodo che, in alcuni casi, stimola e rafforza la ricrescita di cellule anomale.

A dirlo sono stati i ricercatori statunitensi che hanno condotto uno studio sui tumori alla prostata che, tra tutti i tipi di cancro, sono quelli più resistenti. Fino a poco tempo fa si pensava infatti che la chemio uccidesse sia le cellule anomale sia quelle sane e per questo, nel mondo scientifico c'è stato chi la consigliava "solo in casi strettamente necessari". Tuttavia questa piccola verità non ha reso mai la chemio una terapia "marginale", ma una delle più praticate in fatto di cure antitumorali.

Oggi invece si è scoperto che proprio la chemio stimola nelle cellule circostanti a quelle anomale la produzione di una proteina che influisce sulla crescita rendendo 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. Lo studio riportato dalla rivista Nature fa riferimento a un mix di chemioterapici che viene usato nella terapia per il cancro alla prostata.

Lo studio americano è stato condotto su pazienti affetti da cancro alla prostata. Il suo scopo era quello di accertare come mai queste cellule tumorali fossero così difficilmente eliminabili nel corpo umano e così facilmente eliminabili in laboratorio.

La scoperta è stata che "l'aumento della WNT16B interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, piu' importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali era del tutto inattesa" ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington. La novita' conferma tra l'altro un elemento noto da tempi tra gli oncologi: "i tumori rispondono bene alle prime chemio salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore ad ulteriori trattamenti chemioterapoci". Un dato dimostrato dalla percentuale di riproduzione delle cellule tumorali tra i vari trattamenti. "I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne puo direttamente contribuire a rafforzare la crescita 'cinetica' del cancro".

Nessuno dunque si aspettava che la risposta fosse che, in molti casi, la chemio può rivelarsi una terapia inadeguata e controproducente. Adesso dobbiamo aspettarci sicuramente una rivoluzione in campo oncologico in fatto di terapie antitumorali e, presumibilmente, milioni e milioni di richieste di risarcimento. Tutto questo però non dopo ulteriori studi nel campo in modo da sottolineare i tipi di mix chemioterapici considerati nocivi e inadeguati per la cura del cancro.

La scoperta choc si è guadagnata anche un posto di primo piano sulla rivista Nature e, forse servirà a non additare mai più come "sciocchezze ed eresie" quanti hanno proposto metodi alternativi per la cura del tumore. Oggi infatti viene messa in dubbio quella che per molti era una certezza. Fonte

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Tropico
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Questa faccenda mi ricorda un certo Tullio Simoncini e le sue dibattute teorie e cure col bicarbonato anche se nell'articolo di pubmed non dice le stesse cose che diceva Simoncini, però almeno in parte parrebbe aver ragione.

Bicarbonate Increases Tumor pH and Inhibits Spontaneous Metastases
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2834485/?tool=pubmed

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Tropico
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Gli diagnosticano un cancro incurabile, lui guarisce da solo
Allan Taylor ha deciso di cambiare dieta. Così ha sconfitto il cancro

Lui è Allan Taylor, 78 anni, ingegnere petrolifero in pensione a Middlesbrough, in Gran Bretagna. Lo scorso aprile gli era stato diagnosticato un cancro incurabile. Il tumore era esteso dal colon all'intestino. Per i medici non c'era più nulla da fare, nessuna speranza. Ma Allan non si è dato per vinto e si è messo a cercare informazioni su internet.

Dopo varie ricerche si è convinto a provare una semplice soluzione. Ha deciso di cambiare drasticamente la sua dieta. Un nuovo regime alimentare a base di erbe, spezie e soprattutto curry, noccioli di albicocche e tavolette di selenio. Nessun tipo di carne o di prodotti freschi e preparati vegetali.

Risultato? Lo scorso 6 agosto, i medici hanno confermato che il tumore era sparito. Una guarigione miracolosa. Si tratta di un caso singolo, testimoniato dalle parole dell'interessato e da alcune fonti giornalistiche che hanno rivolto la loro attenzione al caso. La "dieta Taylor" ha infatti conquistato le pagine di autorevoli quotidiani.

"Non c'è altro da dire: la mia dieta mi ha salvato la vita e in tutto mi è costata 30 sterline (circa 43 euro) a settimana", ha detto Taylor al Mirror.

Il calvario del signor Taylor ha avuto inizio nel febbraio dello scorso anno. E' stato sottoposto ad un intervento chirurgico, durante il quale gli è stato rimosso una sezione del suo colon. Ha poi iniziato una chemioterapia, durata 3 mesi. Come detto, ad aprile di quest'anno, i medici gli hanno comunicato che il cancro non solo non era scomparso, ma si era esteso all'intestino. La dieta lo ha salvato. http://www.cadoinpiedi.it/2012/09/17/gli_diagnosticano_un_cancro_incurabile_lui_guarisce_da_solo.html

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Tropico
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Le diete vegetariane e l'incidenza del cancro in una popolazione a basso rischio
Le diete vegetariane sembrano conferire protezione contro il cancro. Impatto: la dieta vegan sembra conferire un più basso rischio di cancro in generale e femminile specifici rispetto ad altri modelli alimentari. I lacto-ovo-vegetariane sembrano conferire protezione contro i tumori del tratto gastrointestinale.
Abstract: http://cebp.aacrjournals.org/content/early/2012/11/20/1055-9965.EPI-12-1060.abstract
Studio intero: http://www.mediafire.com/view/?gnriadx236h2fmh

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Tropico
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Ma il tumore, di cosa si nutre? Acido lattico? Acidi grassi? Glucosio? Ossigeno? Come mai tanti tipi di diete anche molto diverse fra loro possono funzionare sui tumori? Ogni forma di tumore si nutre della stessa cosa?

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fabio meloni
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Per quello che ho studiato le cellule cancerose, esattamente come quelle sane, si nutrono delle medesime sostanze. A me piacerebbe sapere, invece, con sicurezza, cosa fa decidere a quelle cancerose di abbandonare il gruppo e mettersi in proprio!?


Mi piacerebbe conoscere, con sicurezza, anche cosa mangiare, fare, dire, pensare, etc. per farle ravvedere e riunire al gruppo di quelle sane e obbedienti senza l'uso di farmaci? Sarebbe una gran figata! 🙂

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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Tropico
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Ma un particolare tipo di carburante piuttosto che un altro dovrebbe alimentare la fuoriuscita dal gruppo, ad esempio in questo articolo si dice che l'acido lattico le alimenta.
In altri articoli il glucosio, in altri ancora si citano gli acidi grassi insaturi.
Ci sarà un qualche alimento non preferenziale che sposta l'equilibrio della cellula, credo.

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fabio meloni
(@fabietto)
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Ma perché solo certe e non tutte le cellule impazziscono?

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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Tropico
(@tropico)
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Mettiamo molta carne al fuoco, e non riusciamo a rispondere nemmeno alle cose di base, avevo le mie teorie ma più vado avanti e più mi sembrano ridicole e insignificanti 🙁
Probabilmente le uniche cose certe sono gli agenti tumorali esterni, vedasi specifiche sostanze tossiche.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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fabio meloni
(@fabietto)
Membro
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Nessuna sostanza "cancerogena" provoca il cancro con sicurezza assoluta in tutti gli individui che ne vengono in contatto. Un esempio è l'amianto: non tutti quelli che ne sono venuti a contatto hanno avuto il cancro. Lo stesso dicasi per l'uranio impoverito, torio, sigarette, etc.. C'è sempre è comunque una predisposizione alla proliferazione del cancro tra individuo e individuo. Ogni giorno nel nostro organismo ci sono tantissime cellule impazzite che vengono intercettate e fagocitate. Cosa fa avviare il cancro e blocca il processo di apoptosi? L'epigenetica sta facendo luce sui meccanismi di regolazione aberrante dei geni coinvolti nel controllo del ciclo cellulare, del differenziamento e/o dell’apoptosi causati dallo squilibrio nell’acetilazione e della metilazione degli istoni. Solo che ai fini pratici ancora è tutto campato per aria... 🙁


La curiosità maggiore, però, mi rimane sul perché, nello stesso individuo, dopo l'esposizione all'agente cancerogeno, solo alcune cellule diventano cancerose e non tutte :huh:

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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