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Stress per adattamento ipertrofico muscolare. Vantaggi/svantaggi per la salute

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fabio meloni
(@fabietto)
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Nel seguente video, il prof. Alessandro Gelli, al minuto 4,50, dice che lo sport a fine terapeutico deve essere dosato e che la dose è fondamentale. Lo sport va dosato caso per caso partendo dall'anamnesi del soggetto...
[video=youtube] http://www.youtube.com/watch?v=AAtwK0ENl7s [/video]

Il dr. Gelli ha un approccio all'attività fisica realmente scientifico. Anche il dr. Gelli è per me una GRANDE mente e un ottimo punto di riferimento!

Anche la buon'anima di Mentzer ragionava in quei termini.

Fonte: http://www.olympian.it/ir/50_3.cfm

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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fabio meloni
(@fabietto)
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Nel seguente video, il prof. Gelli, parla del "biotipo sanguigno" (predisposto dalla natura per essere forte e muscoloso) e le differenze fra gli altri "biotipi" (bilioso, celebrale, etc.).

[video=youtube] http://www.youtube.com/watch?v=_KgJUxFRn1w [/video]

Per il prof. Gelli, però, il più fortunato è il bilioso. Vediamo perché: [video=youtube] http://www.youtube.com/watch?v=dIDRl63QNDU [/video]


Il più sfigato, in termini di sviluppo muscolare, è il "biotipo celebrale"[video=youtube] http://www.youtube.com/watch?v=38bDfWD_L0Y [/video]

In passato ero sicuramente un "celebrale fuori forma". Ora, invece, credo di appartenere alla sotto categoria del "celebrale in forma" e miro di arrivare ad essere un "celebrale super in forma".XD


Poi c'è anche il "biotipo linfatico"[video=youtube] http://www.youtube.com/watch?v=rcxbz7QrFNo [/video]

Come potete vedere quello che va bene per un biotipo non va bene per un altro. Voi a quale biotipo appartenete?

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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Tropico
(@tropico)
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L'associazione dei tipi costituzionali ai tipi psichici avvenne ad opera di Sheldon e la sua opera è possibile vederla in "Atlas of Men" del 1954.
Non gli avevo mai dato troppa importanza perché l'associazione dei morfotipi alla possibilità di diventare un criminale mi è sembrata congettura più che una cosa attinente alla scienza.
Credo che il somatotipo dia una connotazione caratteriale, se sei un ectomorfo è più facile che ti butti su aspetti cerebrali dato che non si eccelle naturalmente in prestazione fisiche, se sei un energumeno è più facile che si diventi pieni di sé e con un carattere leader tra i compagni. La correlazione tra il fisico e la personalità è legittima ma credo invero che un modello scientifico sia ancora da trovare, e ci si può confondere tra cause e conseguenze. Ci sono altri aspetti della natura umana, tipo l'ambiente genitoriale dove si cresce, che forgiano il nostro modello psicologico e quindi l'attinenza a determinate prestazioni fisiche/intellettuali, oltre al somatotipo. Per me è materia molto varia e complessa. Lo stesso Sheldon non è scientificamente riuscito a dimostrare se e come un aspetto ne potesse causare un altro, come dicevo cause e conseguenze si mescolano e non si capisce chi origina certi aspetti per primo, ma soprattutto i meccanismi.
Se in ambito psicologico la cosa è dibattuta, in ambito fisico/sportivo mi pare assodato che chi è ectomorfo sarà privilegiato in certe categorie (perlopiù aerobiche) piuttosto che altre, così come un mesomorfo ha maggiori vantaggi a fare attività pesisitica/di potenza.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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fabio meloni
(@fabietto)
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Sì, certo!
Comunque per me non fa nessuna differenza che si usi la classica suddivisione in somatotipi o quella di Gelli in biotipi. E' però fin troppo chiaro che il ragionamento del "dosare l'attività fisica", come si fa con le medicine, tenendo in considerazione l'anamnesi del soggetto è illuminante. Di solito si standardizza e si prescrive la stessa "scheda allenante" a chiunque. Così facendo per certi soggetti lo stress causato dall'attività fisica potrebbe essere troppo elevato; per altri, lo stesso stimolo, potrebbe essere insufficiente; etc.

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
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Tropico
(@tropico)
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Una cosa nel mio mese di pausa l'ho capita, che stando a riposo completo dagli allenamenti la mia soglia limite di stress quotidiano aumenta.
Le ore piccole le gestisco molto meglio, mentre prima si ripercuotevano pesantemente sul rendimento degli allenamenti.
Come a rimarcare che negli allenamti di qualsiasi sport, riposo e alimentazione giocano ruoli di prim'ordine e devono esserci sempre contemporaneamente, se mai fosse in dubbio.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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crixus
(@crixus)
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L'ho notata anche io questa cosa, qualche mese fa. Pausa da pugilato, alimentazione alta in zuccheri. La mattina mi svegliavo molto più grintoso e voglioso di fare. Lo sport in maniera agonistica non è per tutti.

“Adaptability is probably the most distinctive characteristic of life.”
— Hans Selye


   
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fabio meloni
(@fabietto)
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Appunto, è anche per questo che preferisco allenarmi in maniera infrequente.

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Tropico
(@tropico)
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Il problema nasce, per me, dal fatto che allenandomi anche una volta in meno a settimana (di media) se porto il lavoro sempre a cedimento, recupero ancora meno, e non faccio nemmeno "fiato" per sostenere e adattarmi meglio alla seduta allenante.

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fabio meloni
(@fabietto)
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Per me, invece, andare a momentaneo cedimento o lasciare una ripetizione, prima del momentaneo cedimento, nulla cambia in termini di recupero. Se ci pensi che differenza passa dal momentaneo cedimento (non oltre il cedimento) al lasciare una ripetizione di buffer? Il mio problema nasce nel gestire l'accumulo di fatica psicofisica che si crea con i lavori ad alto volume. C'è chi, come te, riesce a gestirlo e c'è chi, come me, si consuma come una candela di cera. Per quanto mi riguarda, con l'HD, ho trovato la giusta posologia/dosaggio di attività fisica per il mio somatotipo/biotipo.

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Tropico
(@tropico)
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Mi sento meglio a non arrivare al massimo, mi spreme meno, fermo restando che per me il cedimento è quello tecnico, non appena la forma si deteriora.
Riesco ad esprimermi meglio sul volume che sull'intensità massima, quest'ultima poi mi logora psicologicamente, perché devo lottare sempre con me stesso e se non riesco a ripetere la seduta precedente mi sento perdente.
Detto ciò, sicuramente in passato ho applicato male il breve infrequente, da neofita mi spremevo fino a farmi uscire l'ernia con varie ripetizioni dall'esecuzione pessima, pur di arrivare al target prefissato, quindi sono sempre possibilista, non chiudo a priori.

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fabio meloni
(@fabietto)
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Riesco ad esprimermi meglio sul volume che sull'intensità massima, quest'ultima poi mi logora psicologicamente, perché devo lottare sempre con me stesso e se non riesco a ripetere la seduta precedente mi sento perdente.

La componente psichica è molto importante! Io mi sento "depresso" quando devo dare il mio meglio (lavoro, casa, etc.) e per colpa che sono molto stanco non sono all'altezza della situazione. Per lo stress e la fatica cumulativa da lavoro non posso fare purtroppo molto. L'alimentazione e l'integrazione, comunque, in quel campo, mi stanno aiutando parecchio. Per quanto riguarda l'attività fisica mi alleno solo quando mi sento in forze. Questo mi evita quel tipo di frustrazione che anche tu hai provato. Solo così riesco ad essere costante, non ammalarmi spesso come un tempo e non avere un rigetto dell'attività fisica a livello psicologico. Questo mio modo di comportarmi, in somma, mi evita di ritornare ad avere quel fisico macilento, che tanto detestavo da ragazzo, senza che l'attività fisica interferisca troppo con la mia vita. Sinceramente io mi alleno solo per il risultato estetico e non per il piacere di allenarmi. Se devo dirla tutta, se potessi rimanere in salute e avere un bel fisico senza allenarmi, agli attrezzi da palestra gli appiccherei tranquillamente fuocoXD e anche quel poco tempo che ora gli dedico lo utilizzerei per altro!

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Tropico
(@tropico)
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Ho avuto tutte le sensazioni che descrivi con il BIIO, anche quando non ero preda delle varie sperimentazioni alimentari, comunque la logica del cedimento muscolare è ritenuta un mezzo superato nell’allenamento della forza e dell’ipertrofia funzionale dai tecnici moderni secondo Gruzza, non so quanto ci sia di vero e non posso confermare non essendo dell'ambiente.
Il tuo modo di vedere i pesi è il mio stesso modo, ed è la differenza che passa tra un culturista o aspirante tale, ed un powerlifter, dove il peso è un fine.
Non è detto che sia sempre così, alcuni BB amano anche il peso fine a sè stesso.
Comunque cercando di tornare in topic, visto che ho deragliato, cosa si potrebbe dire?

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fabio meloni
(@fabietto)
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Si potrebbe dire che l'attività fisica, in questo caso stimolo adattativo ipertrofico, se eseguita a fini agonistici e/o senza tenere in considerazione l'anamnesi del soggetto diventa distress e quindi dannosa per la salute. Se invece viene ben dosata, potrebbe diventare eustress, terapeutica, migliorando la salute del soggetto.

P.S. Sport dove si afferma che è normale farsi male perché se no vuole dire che non si è mai allenati seriamente, secondo me, sarebbero da evitare e da rinchiudere in manicomio i divulgatori di tale folle pensiero! Non esagero quando dico che chi "cerca l'infortunio" dovrebbe essere trattato alla stregua di un criminale: spreca risorse sociali preziose della sanità nazionale e degli ammortizzatori sociali, che potrebbero essere impiegate per persone realmente sfortunate e veramente bisognose!

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Tropico
(@tropico)
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Banalmente e statisticamente, più si va vicino al limite e più la % di infortunio aumenta.
Ma il rischio non è mai a zero, anche se uno è amatore e non esaspera gli allenamenti.
Penso che sia nell'ordine delle cose farsi male, ci può stare, anche con le accortezze del caso, semplicemente perchè non siamo macchine e prima o poi azzardiamo, stiamo con la testa tra le nuvole, siamo incazzati con il partner o con i figli, siamo stanchi dal lavoro e tante altre variabili psicofisiche.
Chi ha passione, tende sempre a misurare il proprio limite e/o a sovrastimare le proprie capacità, ma si impara anche e più dagli errori.
Per il discorso, invece, che sia una tappa obbligata per essere dei veri sportivi,culturisti,powerlifter, dico semplicemente che non è una condizione necessaria.
Tutto deve tendere a minimizzare la % di infortunio, perché è una cosa non desiderabile, e in certi casi può essere così grave da fermare velleità agonistiche e amatoriali.
Dire che se non ci si è infortunati allora non ci si è mai allenati seriamente è pericoloso e borderline, spinge un amatore a fare cazzate e ad abusare delle proprie capacità, per vana gloria, dato che non compete.

Ad ogni modo, per la piccola esperienza tra i metodi allenanti, lo stress che mi comporta un allenamento troppo e brutalmente intenso, se da un lato rarefacendo le sedute il muscolo recupera, dall'altro il sistema nervoso centrale non recupera mai, comportando un aggravio stressogeno più elevato della frequenza allenante e del non pieno recupero muscolare.
Quindi al di là delle reazioni individuali, l'allenamento essendo di per sè uno stress, va calibrato imparandosi a conoscere, non faccio fatica a credere che il fitness possa essere più salutare a lungo termine di allenamenti coi pesi se questo è tarato male sui tempi di recupero e sulle metodiche.
Solo cambiando e sperimentando si possono fare dei paragoni.

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fabio meloni
(@fabietto)
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Sì, anche l'individualità nella gestione degli "stressors" è un dato di fatto. Proprio perché avendole provate un po' tutte posso dire che il mio sistema nervoso è resistente allo stress più del mio fisico. Io soffro più per l'accumulo di fatica fisica che si ripercuote sulla psiche e raramente il contrario. Quando il mio fisico è in forma, anche se psicologicamente sono triste e incazzato, affronto tutto con più grinta. Fino ad adesso, fortunatamente, non ho mai sofferto di un esaurimento nervoso. E' da molto tempo che arrivo alla seduta allenante successiva in forma e grintoso. Se c'è qualche incertezza mi alleno il giorno successivo. Io così mi sento bene. Ogni volta che ho cambiato ho dovuto sempre fare marcia indietro. Proprio come dice Gelli io ho un cervello "Ferrari fiammante" in un corpo con le prestazioni di una "carretta scarburata" XD

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Tropico
(@tropico)
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Non lamentarti troppo, tu hai resistito bene ai cambi dieta mentre io no, morivo sotto i colpi di stress alimentari e fisici degli allenamenti.
Ho un equilibrio così delicato che nel mio caso, dieta sbagliata comporta poca resistenza a qualsiasi allenamento o fattore di stress aggiuntivo.
Solo dopo ho capito che l'improvvisa canizie era dovuta a nient'altro che stress alle stelle.
Penso proprio che per allenarsi coi pesi ci debba essere una base molto solida sotto, altrimenti è tutto stress negativo che accelera l'usura, l'invecchiamento.
Guardo quasi con ammirazione quelli che possono permettersi stravaganze dietetiche e mantenere una prestazione sportiva costante.
Quando io già risento di una quota inferiore di 200g/die di carboidrati, l'unica cosa che combatte lo stress e alimenta il mio metabolismo come si deve.

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