Forum

Notifiche
Cancella tutti

[TESTOSTERONE]

26 Post
8 Utenti
0 Likes
12.5 K Visualizzazioni
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Alta incidenza di bassi livelli di testosterone tra i soggetti d’età superiore ai 30 anni
Uno studio ha mostrato che 1 uomo su 4, d’età superiore ai 30 anni, presenta bassi livelli di testosterone, ma solo 1 su 20 manifesta sintomi clinici, associati a tale deficienza.
I bassi livelli di testosterone sono definiti come 300 ng/dl di testosterone totale e meno di 5 ng/dl di testosterone libero.
I bassi livelli di testosterone possono indicare una deficienza di androgeni qualora essi si associno ad un ridotto desiderio sessuale, alla disfunzione erettile,all’osteoporosi.
Inoltre la deficienza di androgeni è associata a disturbi del sonno, umore depresso, letargia, e ridotta performance fisica.
Ricercatori del New England Research Institute hanno analizzato i dati di 15.000 uomini, arruolati nel Boston Area Community Health Survey.
Quasi il 24% degli uomini del campione esaminato presentava bassi livelli di testosterone totale, e l’11% aveva bassi livelli di testosterone libero.
Il 5,6% degli uomini in questo studio presentava una deficienza androgenica, con una maggiore incidenza per gli uomini più anziani ( oltre i 70 anni ).
Su questa base, i Ricercatori hanno stimato che nel 2025 negli Stati Uniti, 6.5 milioni di americani tra i 30 ed i 79 anni presenterà deficienza androgenica sintomatica, con un aumento del 38% rispetto al 2000.
Fonte: Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 2007

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
Citazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

UN ALLENAMENTO COMPLETO FULL-BODY AUMENTA IL TESTOSTERONE E L’ATTIVITA’ DEI RECETTORI DEGLI ANDROGENI
La massa muscolare aumenta in modo direttamente proporzionale ai livelli di testosterone nel sangue.
I body builders possono incrementare i livelli di testosterone prendendo steroidi anabolizzanti o sottoponendosi a intensi allenamenti con i pesi che coinvolgono tutto il corpo.
Il testosterone agisce legandosi ai recettori per gli androgeni nelle cellule. Il complesso recettore-steroide stimola i nuclei delle cellule ( centri genetici cellulari) ad incrementare la sintesi proteica.
Ricercatori dalla University of Connecticut a Storrs hanno dimostrato che un allenamento che coinvolge tutto il corpo ha aumentato i livelli di testosterone in misura maggiore rispetto ad esercizi limitati alla parte inferiore del corpo (estensioni del ginocchio).
I livelli elevati di testosterone hanno aumentato l’attività dei recettori androgeni durante il recupero dall’allenamento, il che presumibilmente aumenta la sintesi proteica e la crescita muscolare.
Questo studio ha dimostrato che un intenso e completo allenamento innesca tre processi che sono fondamentali per promuovere la sintesi proteica muscolare: 1) aumento della tensione muscolare 2) aumento di testosterone e 3) un aumento dell’attività del recettore per gli androgeni.
http://www.massimospattini-blog.it/massimo-spattini-testosterone /">Fonte Journal Steroid Biochemistry and Molecular Biology, 114: 195-199, 2009)

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
fabio meloni
(@fabietto)
Membro
Registrato: 12 anni fa
Post: 7422
 

Le mie positive sensazioni, riguardo il fullbody da preferire al frazionamento, trovano conferma. :giggle:

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Testosterone: l'ormone Rapunzel
Un'indagine recente mostra come nelle donne sottoposte ad una terapia ormonale sostitutiva a base di androgeni siano ricominciati a crescere i capelli. Mettendo così in dubbio la teoria che un elevato livello di testosterone provochi calvizie.

Molte donne durante e dopo la menopausa soffrono di caduta e diradamento dei capelli. Finora se ne attribuiva la causa ad un elevato livello di testosterone nel sangue. Nonostante in molti studi non vi sia traccia a livello clinico o biochimico di un eccesso di androgeni. Al contrario: nel corso di un recente studio in donne con carenza di androgeni sottoposte ad un terapia ormonale sostitutiva androginica non solo le pazienti non presentavano caduta dei capelli, ma questi hanno addirittura ricominciato a crescere.
Alla studio hanno partecipato 285 donne in pre- o post menopausa. A causa di una carenza di androgeni è stato inserito loro, per un periodo minimo di un anno (tra i 12 e i 56 mesi), un dispositivo sottocutaneo rilasciante testosterone (dose media di 133,3 mg). Per analizzare gli effetti della terapia è stato chiesto loro di rispondere a domande sui capelli e sulla peluria facciale e sono stai annotai anche: età, IMC e livello di testosterone ematico. Prima dell'inizio della terapia il 27 % delle donne lamentava un diradamento dei capelli. Esse presentavano un livello più basso di testosterone ematico rispetto a quelle con una folta capigliatura. Quattro settimane dopo l'inserimento del dispositivo ormonale le signore sono state sottoposte a questionario e controllo dei valori di testosterone ematico.
Circa il 63 % delle donne che lamentavano caduta dei capelli hanno ammesso che i capelli avevano cominciato a ricrescere. Eppure i livelli di testosterone ematico non evidenziavano differenze significative tra i tre gruppi: quello delle donne che prima della terapia avevano capelli diradati ed a cui i capelli stavano ricrescendo, quello delle donne che prima della terapia avevano capelli diradati ed a cui i capelli non stavano ricrescendo, e quello delle donne che prima della cura non aveva menzionato problemi di capelli. Tuttavia si è osservato che le donne a cui, durante la terapia, i capelli non stavano ricrescendo avevano un IMC più alto di quelle a cui stavano ricrescendo. Le donne, su cui la terapia ormonale non aveva effetto sulla ricrescita dei capelli, soffrivano solitamente di altri disturbi come la tiroidite di Hashimoto oppure avevano un valore molto basso di THS o un' anemia sideropenica.
Il testosterone è innocente?
Sulla base dei risultati ottenuti gli autori dello studio mettono in dubbio la corrente opinione che un elevato livello di testosterone nella donna favorisca la caduta dei capelli, come invece si riteneva. Essi ipotizzano, al contrario, un effetto anabolizzante degli androgeni sulla crescita dei capelli. Secondo la loro teoria sarebbe l'abbassamento del livello di testosterone - tendente a diminuire con l'età: a 40 è solo la metà di quello che era a 20- il responsabile del diradamento dei capelli, dato che con l'età viene a mancare l'ipotizzato effetto anabolizzante. A dire il vero, hanno premesso gli autori alla pubblicazione, la loro indagine non era rivolta a studiare la crescita dei capelli sotto terapia ormonale sostitutiva androgenica. Ci sarebbe perciò bisogno di uno studio che misuri e valuti in maniera obbiettiva la crescita dei capelli e che non si basi solo sulle affermazioni delle partecipanti. Non di meno i risultati vanno a confermare quelli di una serie di ricerche precedenti che in caso di caduta dei capelli non avevano riscontato un eccessivo livello di androgeni in pazienti con caduta di capelli.
Sembra che la causa della caduta dei capelli nella donna abbia origini multifattoriali. Vi possono indurre sia fattori genetici così come ormonali e psichici. Potrebbero esistere anche altri meccanismi (legati o meno agli androgeni) che hanno effetti diversi sulla crescita dei capelli a seconda delle circostanze. Durante la gravidanza le donne hanno per lo più capelli folti e vigorosi. Ciò dipende dall'elevato livello di estrogeni che prolunga la fase di crescita dei capelli. Contemporaneamente si perdono meno capelli. Dopo il parto il livello di estrogeni si abbassa e come conseguenza nei due o tre mesi successivi si ha una forte caduta di capelli (postpartales Effluvium). Il capello ritorna al suo ciclo di crescita abituale. Durante la menopausa la produzione di estrogeni diminuisce, l'equilibrio ormonale si altera. A questo è probabilmente da attribuire la causa della caduta dei capelli piuttosto che alla concentrazione più elevata di un unico ormone. Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
(@biker40)
Membro
Registrato: 12 anni fa
Post: 544
 

Non è il testosterone che fa cadere i capelli ma probabilmente elevati livelli di DHT.

Tropico, visto che ti piacciono queste cose ti segnalo un integratore: tongkat alì:
http://www.lazonalibera.it/viewtopic.php?f=8&t=1788

Ciao!


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Grazie ora approfondisco questo tongkat.
Il problema dei capelli è che aumentando il testosterone poi i tessuti periferici dotati di 5-alfa reduttasi (prostata, bulbi piliferi etc) lo trasformano in DHT, quindi più testosterone in circolo più DHT nei siti bersagli, almeno è questa la teoria ufficiale e accreditata.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Alphastat ® ovvero Mytosterone (™)
E' una miscela di integratori quali saw palmetto (serenoa repens) con astaxantina, quindi niente di nuovo ma insieme parrebbero fare da booster del testosterone, al contempo diminuire il DHT sierico e a dosi maggiori riesce ad abbassare i livelli di estrogeni.
Sembrerebbe ideale per la calvizie androgenetica, la nota finasteride blocca il DHT e di conseguenza fa innalzare il testosterone ma al contempo un eccesso di testosterone provoca una aromatizzazione in estrogeni con episodi di ginecomastia,disordini nella sfera sessuale, nei più sensibili.
Ad ogni modo ecco il Mytosterone come si comporta
TESTOSTERONE SIERICO TOTALE

DHT SIERICO TOTALE

LIVELLI SIERICI DI ESTRADIOLO

La dose più piccola innalza il testosterone maggiormente ma ha minore effetto sull'estradiolo e sul DHT.

CONCLUSIONI
La precisa combinazione precisa di Astaxantina e Saw Palmetto, Alphastat ® (Mytosterone (™)), ha prodotto cambiamenti significativi nel siero del Testosterone, nel DHT e nei livelli di EStrogeni. Una dose di entrambi 800 mg o 2000 mg / giorno hanno prodotto aumenti significativi del T e diminuzione del DHT entro tre giorni, senza aumenti di ES. L'effetto non era dose-dipendente che indica che la 800 mg / giorno per dose è altrettanto efficace come 2000 mg / die nella fascia di età dei soggetti studiati. I livelli ematici di ES sono anche diminuiti significativamente ed in modo dose-dipendente e indica che 2000 mg / die è più efficace di 800 mg / die. Non c'erano segni esteriori di tossicità o reazioni avverse. Questi dati fornisce il supporto per ogni meccanismo di azione osservata in vitro e suggerisce un ruolo potenziale per il suo utilizzo negli uomini anziani affetti da sindrome da deficienza di testosterone o sintomi di iperplasia prostatica benigna. Fonte


Published Clinical Study Shows Mytosterone™ Boosts Testosterone Levels By 50% While Reducing DHT and Estradiol Levels
www.triarco.com/industrymanufacturing/pressreleases/m_pr_09_22_2008.pdf
Wayne, NJ – September 22, 2008 – Triarco Industries announced today that a clinical
study published in the International Journal of the Society for Sports Nutrition shows
patented MyTosterone™ significantly increases total testosterone levels in men by 50
percent. At the same time, MyTosterone™ substantially reduces levels of
dihydrotestosterone (DHT) and estradiol, hormones implicated in male pattern hair loss
and the accumulation of abdominal fat.
Most men begin losing testosterone by their late 30’s and continue to lose testosterone
at a rate of 1-3 percent each year. Testosterone levels can also be affected by lifestyle
factors such as poor diet and smoking, use of certain medications, and environmental
toxins.
Low testosterone, defined as levels below 300 ng/ml, is recognized as Testosterone
Deficiency Syndrome (TDS) by the International Society of Andrology and the
International Society for the Study of the Aging Male. TDS is associated with decreased
bone density, muscle mass and strength, decreased mood, memory and energy, as well
as increases in abdominal fat, insulin resistance and even increased mortality. Recent
research presented at the Annual Endocrine Society Meeting reported that low
testosterone levels in older men increased risk of all-cause mortality by one-third.
Only an estimated 5 percent of the 5 million men with clinical TDS are being actively
treated. Traditional testosterone therapies tend to increase levels of DHT and estradiol,
and the resulting side-effects are often cited as the reason men stop taking prescription
testosterone.

For many men, the question is not if they want to raise their testosterone levels, but
rather, how can they do so safely and without side-effects,” said study author and
Triarco Director of Research and Development Dr. Mark Anderson.
“What they may not realize is that these side effects are often caused by associated
increases in DHT and estradiol,” Dr. Anderson continued. “MyTosterone™ solves this
problem by lowering levels of these hormones even as it raises testosterone levels.”
The study divided 42 healthy males ages 37-70 years, into two groups. The first group
received 800 milligrams of MyTosterone™ per day and the second group received 2000
milligrams per day. Increases in testosterone levels were observed in both groups after
just three days. Both younger and older men responded similarly to the treatment.
At the end of the fourteen day trial, MyTosterone™ had increased total testosterone
levels by 50 percent. Mytosterone™ also decreased DHT by 20 percent and estradiol
by 9 percent.
“The ability to support not only testosterone levels, but a group of related male
hormones, makes MyTosterone™ ideal for a wide range of men’s health issues, from
aging, vitality, energy and mood, to bone density and muscle mass maintenance,” Dr.
Anderson said.
Triarco President Rodger Rohde Jr. confirmed that the company is in the final stages of
negotiation with one the world’s leading sports nutrition companies for the exclusive use
of MyTosterone™ in sports nutrition products.
“However, testosterone and DHT each impact men’s health so profoundly, and in so
many ways, that we see this as much more than an ingredient for just one product,” said
Rohde. “If you look at the evidence, testosterone plays a crucial role in men’s health at
every age. This means there are a number of ideal markets for MyTosterone™.”
The baby boomer generation, for instance, accounts for 28 percent of the entire U.S.
population. The average male baby boomer is now approximately 56 years old, and is
beginning to feel the effects of testosterone loss. These men are concerned about the
rising DHT levels, hair loss, changes in body composition, energy levels and libido that
come with age.
Triarco is inviting manufacturers interested in product development opportunities still
available for MyTosterone™ to inquire at [email protected], or to schedule a meeting
with a Triarco representative at the upcoming SupplySide West on October 22 – 24th at
the Venetian and Sands Expo in Las Vegas, Nevada.
The published MyTosterone™ clinical study can be found online at
http://www.jissn.com/content/5/1/12.
Triarco is a leading supplier of premium and patented natural ingredients,
including herbs, extracts, powders and granulations, minerals, plant-derived enzymes
and instantized cold-water soluble herbal teas. Triarco was one of the first companies to
implement a certified voucher system in combination with an in-house TLC/HPLC quality
control program. For thirty years, Triarco has led the way in innovation, quality control,
product development and technology. The company holds ten patents and is known for
innovative ingredients such as Aminogen®, Carbogen®, Mytosterone™ Phytavail® and
Serotain®. To learn more visit www.triarco.com or inquire at [email protected].

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Il legame tra testosterone e tumore della prostata: un mito da sfatare
di Filippo Ongaro

INTRODUZIONE
Come per la donna anche per l’uomo invecchiare significa andare incontro ad una serie di modificazioni ormonali che prendono il nome di andropausa. Anche se i cambiamenti sono meno drammatici e repentini di quelli che caratterizzano la menopausa, essi rimangono pur sempre un elemento fondamentale della perdita di salute tipica dell’invecchiamento maschile. Le conseguenze sono svariate e coinvolgono una riduzione dei livelli di energia e di libido, la perdita di massa muscolare, la riduzione della densità ossea, il peggioramento dell’umore e delle facoltà cognitive e l’aumento di grasso soprattutto addominale. Tutto ciò si associa più o meno direttamente allo sviluppo di numerose malattie cronico-degenerative tra cui le malattie cardio e cerebro-vascolari, il diabete, le dislipidemie, la sindrome metabolica, la depressione e l’Alzheimer.
Tuttavia per decadi la classe medica ha erroneamente sostenuto che elevati livelli di testosterone fossero la causa del tumore alla prostata mettendo così di fatto un veto sulle terapie ormonali correttive che avrebbero potuto ridurre l’incidenza delle malattie sopra elencate in molte persone e migliorare la vita dell’uomo che invecchia.
Ora questa correlazione viene messa in forte dubbio anche grazie al lavoro di Abraham Morgentaler, medico di Harvard che da anni studia la relazione tra tumore della prostata e testosterone. Recentemente il Dr. Morgentaler ha pubblicato negli USA un libro intitolato Testosterone for Life (testosterone per la vita) dove non solo indica i vantaggi per la salute di una terapia ormonale correttiva con testosterone ma anche la dissocia definitivamente dalla genesi del tumore alla prostata. La relazione tra testosterone e tumore prostatico sta subendo una radicale rivalutazione. Le più recenti evidenze scientifiche indicano come non solo una terapia correttiva con testosterone sia sicura per la prostata ma anche come il cancro prostatico sia più frequente nei maschi con i livelli più bassi di testosterone. Ma seguendo la traccia data dal libro di Morgentaler, cerchiamo di capire le origini di questa errata associazione tra livelli di testosterone e tumore della prostata.

ORIGINE DEL PROBLEMA
Il primo ad ipotizzare che il testosterone fosse responsabile del cancro alla prostata fu Charles B. Huggins, un urologo dell’università di Chicago. Huggins, che studiava l’ipertrofia prostatica benigna, negli anni quaranta osservò che nei cani la castrazione comportava un rimpicciolimento della prostata ed una regressione delle eventuali aree tumorali a causa di una riduzione drastica dei livelli di testosterone circolante. Stimolato da questi risultati, Huggins estese le sue ricerche all’uomo. Arruolò un gruppo di maschi con tumore alla prostata già metastatizzato alle ossa e ne abbassò i livelli di testosterone rimuovendo i testicoli o somministrando estrogeni. I ricercatori valutarono il dosaggio di fosfatasi acida, un enzima che aumenta nel caso di cancro alla prostata metastatizzato e osservarono che questo enzima diminuiva nei soggetti a cui veniva abbassato il testosterone e al contrario aumentava in soggetti a cui veniva somministrato testosterone. Dalla pubblicazione di quei dati l’abbassamento del testosterone divenne un trattamento standard nel tumore prostatico. Visti i problemi dovuti alla somministrazione di estrogeni (problemi cardiovascolari, trombosi, ecc) e la difficoltà per un paziente di accettare una rimozione terapeutica dei testicoli, negli anni ottanta furono introdotti nuovi farmaci noti come agonisti LHRH, sostanze cioè capaci di sostituire il fattore di rilascio dell’ormone luteinizzante e di stimolare un iniziale aumento della produzione di testosterone ed un successivo blocco completo della sua sintesi a livelli di castrazione. Nel 1966 Huggins vinse il premio Nobel per il suo lavoro sul tumore della prostata, lavoro che ha influenzato profondamente la classe medica ma che purtroppo oggi viene riconosciuto come fondamentalmente sbagliato. Basta analizzare l’articolo originale di Huggins del 1941 per capire che le sue deduzioni sono alquanto infondate. In questo articolo Huggins e il suo collega Hodges basarono le loro conclusioni sugli effetti del testosterone su un solo soggetto e utilizzarono un parametro come la fosfatasi acida che successivamente venne abbandonata proprio perchè considerata inaffidabile. Un altro studio che influì in modo importante sull’approccio della classe medica al tumore prostatico fu pubblicato nel 1981 da Willet Whitmore, uno dei più importanti urologi di quel tempo. Egli riportò una quasi universale prognosi sfavorevole nei pazienti con tumore alla prostata che ricevevano iniezioni di testosterone. Ma anche in questo caso secondo Morgentaler l’interpretazione attenta dello studio fornisce una visione diversa. Dei 52 pazienti studiati, solo quattro non avevano precedentemente ricevuto un trattamento con estrogeni o la rimozione chirurgica dei testicoli. Di questi quattro soggetti, tre continuarono la terapia con testosterone fino a 310 giorni senza conseguenze negative e uno ebbe una risposta favorevole. Questo esperimento mise alla luce un aspetto molto importante: l’assenza di effetti negativi in soggetti non precedentemente trattati con terapie mirate ad abbassare i livelli di testosterone. Gli autori ipotizzarono che i livelli endogeni normali di testosterone fossero sufficienti per dare una stimolazione massimale della prostata e che livelli superiori a questi non avessero alcun impatto sullo sviluppo della ghiandola. Ovviamente la cosa cambia in soggetti a cui il testosterone è stato precedentemente soppresso a livelli di castrazione.
Questi aspetti, che sono ovviamente di fondamentale importanza, andarono in qualche modo persi in quanto la comunità medica si concentrò sul titolo dell’articolo in cui veniva menzionata solamente una repentina crescita del tumore alla prostata in soggetti trattati con testosterone. Era necessario leggere l’intero articolo per capire che questo era vero solo per i soggetti in cui il testosterone era stato precedentemente soppresso. Nel 2006 Leonard Marks pubblicò uno studio che confermò questa ipotesi e la rafforzò utilizzando mezzi molto più sofisticati di quelli adoperati nei precedenti esperimenti. Un gruppo di soggetti con basso testosterone fu trattato con iniezioni di testosterone o di placebo ogni due settimane per sei mesi. All’inizio e alla fine dello studio furono misurati i livelli di testosterone e di diidrotestosterone (DHT), un suo metabolita molto più attivo sul tessuto prostatico sia nel sangue che direttamente nella prostata. Fu osservato che anche se i livelli circolanti di testosterone e DHT aumentarono notevolmente nei soggetti trattati, le concentrazioni nel tessuto prostatico non cambiarono per nulla e rimasero simili ai livelli riscontrati nei soggetti trattati con placebo. Inoltre i biomarker della crescita cellulare prostatica (PSA) non aumentarono nel gruppo trattato. Lo studio in sostanza dimostrò che aumentare i livelli circolanti di testosterone non significa automaticamente aumentarne le concentrazioni a livello tissutale. Questo esperimento evidenzia come la prostata sia in grado di regolare la propria esposizione al testosterone: una volta esposta ad una quantità adeguata di testosterone, qualsiasi successivo aumento viene trattato come un eccesso e non viene accumulato a livello tissutale. A livelli molto bassi di testosterone (vicino a livelli di castrazione) la crescita prostatica è molto sensibile ai cambiamenti di concentrazione del testosterone stesso. Ulteriori cali faranno ridurre le dimensioni della prostata e al contrario aumenti della concentrazione tissutale di testosterone faranno ingrandire la ghiandola. Tuttavia una volta raggiunto il livello di saturazione ghiandolare, ulteriori aumenti di concentrazione del testosterone avranno poco o nessun effetto sulla crescita della ghiandola e di un eventuale tumore. Studi sperimentali evidenziano come questo livello di saturazione si raggiunga a concentrazioni piuttosto basse di testosterone.

IL RUOLO DEGLI ESTROGENI
Nella salute di una donna in particolare ma anche di un uomo l’equilibrio tra androgeni ed estrogeni è di fondamentale importanza. E’ abbastanza riduttivo chiamare il testosterone l’ormone maschile e gli estrogeni ormoni femminili in quanto entrambi sono presenti ed hanno funzioni importanti in entrambi i sessi. Quello che rende i due sessi diversi da un punto di vista morfologico e comportamentale è un diverso rapporto tra questi ormoni che per di più varia nel tempo: nella donna prevalgono gli effetti degli estrogeni ma con la menopausa cessa la produzione ovarica di ormoni ma continua la produzione di androgeni (ormoni maschili) da parte delle surrenali lasciando la donna in una nuova condizione di dominanza androgenica. Nell’uomo prevalgono gli effetti del testosterone ma con l’andropausa viene ridotta la produzione testicolare di ormoni e il testosterone viene convertito nel tessuto adiposo in estrogeni da parte di un enzima detto aromatasi. Il maschio passa quindi ad una relativa dominanza estrogenica. E’ lecito quindi chiedersi se questa inversione degli equilibri ormonali sia in qualche modo legata all’aumento di patologie cronico-degenerative che avviene caratteristicamente sia dopo la menopausa che dopo l’andropausa. In effetti sembrerebbe proprio che i maschi con livelli ridotti di testosterone e un eccesso di estrogeni abbiano un rischio maggiore di sviluppare un tumore prostatico. Gli studi pubblicati da Morgenteler e da Rhoden e soprattutto il Prostate Cancer Prevention Trial hanno inequivocabilmente dimostrato come gli uomini con bassi livelli di testosterone abbiano un rischio di sviluppare un tumore prostatico pari a soggetti di dieci anni più vecchi. Questo è importante visto che l’età è il fattore di rischio numero uno nel tumore della prostata. Questi studi fanno emergere una correlazione tra riduzione dei livelli di testosterone e aumento del rischio di tumore alla prostata.
Da queste osservazioni emerge un altro aspetto: la riduzione del testosterone comporta in genere in un aumento della massa grassa che è ricca di aromotasi, l’enzima che trasforma il testosterone in estradiolo, il principale estrogeno. E’ noto che la prostata esprime recettori per gli estrogeni e che questi hanno un effetto importante sullo sviluppo e sulla progressione del tumore prostatico tanto è vero che l’uso di anti-estrogeni rallenta la progressione di tumori già esistenti.

CONCLUSIONI
Sebbene l’eziologia del tumore della prostata non sia ancora del tutto chiara è evidente come non si possa più ritenere il testosterone il responsabile di tale tumore. Il quadro è ovviamente molto più complesso di così e del resto se il testosterone ne fosse la causa il cancro prostatico sarebbe una malattia giovanile e invece la sua incidenza aumenta proprio negli anni in cui la produzione di testosterone diminuisce. Studi recenti nel campo della genomica hanno portato alla luce il ruolo di polimorfismi genetici (variazioni individuali di particolari geni) nel determinare il rischio di sviluppare un tumore alla prostata. Di particolare importanza sembrano per esempio essere geni coinvolti nella produzione di steroidi come il gene AT e 5-alfa reduttasi (SRD5A2) che catalizza la trasformazione del testosterone in DHT.
Quello che è certo a questo punto è che per sessant’anni la comunità medica si è rifiutata di usare terapie correttive dell’andropausa per la paura che il testosterone potesse dare luogo ad un cancro. Sembra che questa paura fosse largamente infondata e per questo una comunità crescente di medici oggi ritiene sia necessario trattare le complesse degenerazioni causate dal calo del testosterone nell’uomo che invecchia. Livelli ridotti di testosterone non proteggono dal tumore della prostata e anzi potrebbero aumentarne il rischio soprattutto se associati ad elevati livelli di estrogeni. E’ importante comunque sottolineare che nei soggetti in cui esiste un tumore e soprattutto in quelli già trattati con terapie soppressive del testosterone, una sua assunzione potrebbe accelerare la crescita del tumore. Fonte

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
Puccettone
(@puccettone)
Membro
Registrato: 9 anni fa
Post: 76
 

domanda banale, ma faccio affidamento su eventuali nuovi studi, sulla scoperta di nuove sostane ecc.:
c'è un modo scientifico di aumentare SIGNIFICATIVAMENTE il proprio testosterone senza ricorrere al doping e solo allo scopo di correggere un DEFICIT di testosterone (non quindi per chi ha dei livelli nella norma di testosterone e vuole aumentarli per fare mr. muscolo)?

Dagli studi riportati in questo thread pare che un uomo su 4 (almeno) abbia livelli di testosterone sotto la norma.Penso di rientrare in quella categoria.
La testosterone therapy", anche sotto la supervisione di un endocrinologo, sembra uno cosa su cui non scherzare, con effetti dubbi e possibili controindicazioni.

E' da un po' che non mi aggiorno ma un tempo si consigliavano il DAA, lo ZMA, il tribulus, il tongkat ali, ecc. Li ho provati tutti ma se hanno qualche effetto è assai blando.
Un altra cosa che mi sembra funzionare è lo squat.
Mi sono perso qualcosa? C'è qualche recente studio che dimostri che è possibile aumentare in maniera importante il testosterone (qualora si abbia un deficit) senza rovinarsi la salute?
Hertoge parlava dell'importanza di un'alimentazione paleo ma, oltre al fatto che non mi fido di lui, non riuscirei mai a cibarmi in quel modo a lungo (per me sono poco appetitosi i cibi proteici mentre su grassi e carboidrati non ho problemi...)


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Penso che sia difficile contrastare una cronica insufficienza di testosterone, la produzione è favorita dalla riduzione proteica, favorita da grassi saturi, colesterolo, poche fibre, sui carboidrati la cosa è controversa, ma non penso che una low-carb sia ideale per il rapporto cortisolo/testosterone come si evince da questo studio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20091182 .
Il pregnenolone potrebbe aiutare nella produzione di testosterone, ma comunque un eccesso di testosterone sarà convertito in estrogeni.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
fabio meloni
(@fabietto)
Membro
Registrato: 12 anni fa
Post: 7422
 

Non è detto che basti aumentare il testosterone: ci sarebbe anche il problema dell'aromatasi. La Crisina, l'estratto di radice di ortica, come anche la damiana e altri, potrebbero evitare in parte la conversione in estrogeni e favorire l'utilizzo del testosterone libero.

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Thyroid and sugars, and saturated fats such as coconut oil, usually help to increase testosterone. RP

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
nataku
(@nataku)
Membro
Registrato: 11 anni fa
Post: 2354
 

siccome devo farmi le analisi del testosterone, quello utile è solo il testosterone libero?


   
RispondiCitazione
Tropico
(@tropico)
Membro Admin
Registrato: 12 anni fa
Post: 9884
Topic starter  

Wikipedia recita: il testosterone libero è sintomaticamente e diagnosticamente più affidabile...
Per abbattere i costi fai solo quello libero.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
RispondiCitazione
burc
 burc
(@burc)
Membro
Registrato: 9 anni fa
Post: 146
 

..................fortunatamento non ho patologia (almeno che io sappia), solo che avendo 54 anni ho notato un pochino di decadimento e pensavo di modificare la dieta per mandare l'orologio del tempo un pochino indietro..................per esempio speravo di un ritorno di fiamma del testosterone...............io son sempre stato un riccio ma ultimamente non mi viene mica più voglia 2 volte al giorno.......................


   
RispondiCitazione
fabio meloni
(@fabietto)
Membro
Registrato: 12 anni fa
Post: 7422
 

Un po' di decadimento è fisiologico. Se non hai particolari problemi, un buon metabolismo, nessuna intolleranza, difficilmente ti accorgi cambiando da una dieta bilanciata ad un' altra bilanciata. Io mi accorgo del cambiamento in peggio passando da una dieta bilanciata a una sbilanciata e viceversa.
Per il testosterone utile leggere questo: http://bbhit.altervista.org/testosterone-innalzarlo-naturalmente-funziona/

La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.


   
RispondiCitazione
Pagina 1 / 2