Mi pare chiaro che in questi sport ha un vantaggio proprio chi geneticamente riesce meglio a sfruttare l'ossidazione degli acidi grassi
La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga
Probabilmente riesce a gestire meglio anche la produzione dell'acido lattico, poi certo la componente mentale non è secondaria per la tenuta.
Tutto sta nel vedere quanto questo sia compatibile con il mantenimento della salute, visto che già questo sport è a rischio
https://www.mangiaconsapevole.com/forum/T-Sovrallenamento-Overtraining-OTS-L-allenamento-abbassa-il-metabolismo.html?pid=32782#pid32782
https://www.mangiaconsapevole.com/forum/T-Sovrallenamento-Overtraining-OTS-L-allenamento-abbassa-il-metabolismo.html?pid=32995#pid32995
La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga
Tim Olso ha anche battuto il record in quella gara, finendola 21 minuti prima. Non ha mangiato nulla (solo bevuto) per tutto il tempo, attingendo solo dalle sue riserve di grasso. Gli atleti a carboidrati, devono mangiare circa ogni 10 miglia carboidrati e bere anche molta acqua per assimilarli, riscontrando problemi digestivi. Se durante la gara non si mangia adeguatamente, si può andare incontro a ipoglicemia con conseguente collasso. Tim Olso, con la sua riserva di grasso da 30000 calorie, avrebbe potuto, virtualmente, correre la 100 miglia tre volte senza mangiare. Mentre la riserva massima di glucidi, dopo la ricarica, è di sole 2000 calorie, che bastano a malapena per correre 10 miglia.
La componente mentale è sicuramente importante: senza disciplina e tenacia sarebbe impensabile partecipare a gare simili e sottoporsi a regimi alimentari rigidi. Io, per esempio, una dieta a zero carboidrati non la farei mai, come non parteciperei nemmeno a una mezza maratona.
Analizzando le necessità energetiche del running, e tutti i dati appresi, sembrerebbe che per eccellere e avere meno guai di salute, derivanti da questo genere di sport, sia necessario essere cheto-adattati.
La salute... associare la salute al running, specialmente agonistico, mi viene difficile; al massimo si cercherà di contenere i danni nel tempo. Quando parlo con i miei amici runner, anche più giovani di me, salta sempre fuori qualche nuovo dolore articolare e anche che sono forti consumatori di pasta, integratori di carbo in gel pieni di benzoati, caffeina, ghiaccio, aspirina e oki. Chi sa, da anziani, come saranno ridotti...
La forma è anche sostanza. Chi veicola un messaggio non può essere estraneo al suo contenuto. Tropico - Chi è musone e triste non riesce a tener lontano la malattia. Tonegawa - Le testimonianze vere di gente normale valgono più di tante elucubrazioni teoriche. Francesca F.C.
Ricerche effettuate sui topi hanno mostrato che gli effetti negativi dell’allenamento aerobico possono essere mitigati assumendo antiossidanti, specificatamente vitamina E, selenio e zinco. Uno studio pubblicato sulla rivista “Free Radical Research” ha scoperto che la vitamina E ha un effetto protettivo contro lo stress ossidativo su ratti che nuotavano per periodi prolungati. Invece il gruppo di controllo, ovvero i ratti che non avevano ricevuto la supplementazione di vitamina E avevano avuto una riduzione di grandezza degli organi sessuali (testicoli e organi sessuali associati). I ricercatori suggeriscono che la vitamina E aumenta l’attività enzimatica dell’animale e riesce a tamponare l’attività dei radicali liberi, detossificando efficacemente l’apparato riproduttore dalle specie ossidanti.
E’ bene notare che i topi eseguivano una quantità elevata di attività: nuotarono per tre ore al giorno, cinque giorni per settimana per quattro settimane, tempi in linea con quelli di un maratoneta che si sta preparando per una competizione. Pensate però che questi atleti eseguono attività a questi ritmi per molti anni.
Un secondo studio in cui sono stati somministrati zinco e selenio supporta questa tesi. Venne usato lo stesso protocollo aerobico sui topi e coloro che non ricevettero alcun supplemento ebbero gli stessi effetti allarmanti ai loro organi riproduttori ed emerse che erano diventati meno fertili a causa dell’abbassamento dei livelli di testosterone e la riduzione della fertilità degli spermatozoi. Il cortisolo era a livelli altissimi. I ricercatori suggerirono che gli antiossidanti ebbero un effetto stimolatore sulla produzione di sperma e di ormoni androgeni, supportando la fertilità. Zinco e selenio tamponarono i radicali liberi abbassando con efficacia la risposta infiammatoria.
Un articolo pubblicato su “Sports Medicine” nel 2001 supporta l’uso di antiossidanti contro lo stress ossidativo causato dall’aerobica, affermando inoltre che la vitamina E è l’antiossidante più testato ed efficace. Anche beta carotene e vitamina C sembrano essere protettivi. I risultati degli studi sugli umani non sono stati così esaurienti rispetto a quelli condotti sui topi perchè su questi ultimi gli esperimenti possono essere controllati più rigidamente e si può obbligare gli animali ad eseguire allenamenti forzati di tre ore, mentre con gli umani ci sono molte più variabili da considerare. Anche la dieta, la predisposizione genetica e le esperienze in ambito sportivo possono dare una varianza significativa sugli effetti infiammatori dell’allenamento aerobico.
Per atleti che si allenano per sport di resistenza, il potenziale protettivo dovuto all’integrazione di antiossidanti è “notevole” e “il consumo di grandi quantità di antiossidanti con la dieta è un’ottima precauzione” concludono i ricercatori dell’articolo apparso su “Sports Medicine” nel 2001. Oltre ai nutrienti appena menzionati è possibile integrare anche magnesio, probiotici e vitamina D che vi aiuteranno a contenere lo stress ossidativo derivante dall’allenamento. Mangiare frutti ricchi di antiossidanti (come bacche, in particolare i lamponi, le fragole e le more) è un’ottima cosa in quanto si è dimostrato che questi frutti hanno un effetto anti-infiammatorio negli atleti.
Fonte: http://www.highintensityitalia.com/allenamento-aerobico-brutte-notizie/
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