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Vitamina D/D3

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benefabio
(@benefabio)
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Con la app uvlens si può verificare a grandi linee l'intensità dei raggi uv, solitamente mi espongo senza crema protettiva un'ora prima e un'ora dopo degli orari segnalati che sono quelli da quando inizia l'uv3 a quando finisce.


   
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Tropico
(@tropico)
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In genere, dovrebbero bastare 15-20 minuti a petto nudo, di ogni giorno estivo però (in Italia), per raggiungere il fabbisogno ed averne poi pure per l'inverno. Io mi riterrei soddisfatto di aver un livello sierico a fine estate di circa 30 ng/ml. Alcune app meteo indicano anch'esse l'indice UV.

Tu @benefabio ti regoli anche con l'ora quindi il tutto è meno variabile e dunque più preciso.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
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benefabio
(@benefabio)
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Non è così che dovrebbe funzionare, a fine estate dovresti stare a 50 ng/ml e sarebbe la punta massima, i 30 ng/ml dovrebbero essere la punta minima a inizio primavera, perchè se a fine estate stai a 30 ng/ml dopo in inverno scendi sotto i 30 ng/ml e vai in insufficienza

Ogni esposizione che faccio è di venti minuti davanti e venti minuti dietro e mi sviluppa un punto sulle analisi, con 20 esposizioni estive dovrei ritornare ai 50 ng/ml, ma io sono fototipo 2, per il fototipo 1 servono 10 minuti davanti e 10 dietro, per il fototipo 3 servono 30 minuti davanti e 30 dietro, ai fototipi 4 40 minuti davanti e 40 dietro, ma mentre i fototipi 1 e 2 devono considerare il tempo da uv2 a uv3, quindi sempre sotto uv3, i fototipi 3 e 4 dovrebbero preferire il tempo che va da uv3 a uv4, quindi sempre sopra uv3 e questa è una differenza sostanziale.

Quindi si dovrebbe partire dal concetto che se a primavera si sta a 30 ng/ml tutti, servono comunque 20 esposizioni ciascuno per tornare a fine estate a 50 ng/ml, differenziando le esposizioni in base al tempo e anche in base all'indice uv e qui l'app UVLens aiuta molto, dopo che si è provveduto in impostazioni a selezionare Indice UV.

Questo post è stato modificato 10 mesi fa 5 volte da benefabio

   
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Tropico
(@tropico)
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Questo studio https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6714464/ dice che se con la vitamina D non ci metti la materia prima (calcio) le ossa forti te le scordi, anzi più vitamina D = meno densità ossea.

Bè se col cemento ogni tanto ci metti pure i mattoni forse il muro regge di più 😋 

Inoltre in questo studio https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21606669/ per sopprimere l'ormone paratiroideo ( spiegare perché sarebbe meglio averlo basso rimanda alla sezione Ray Peat) occorre un livello sierico di vit.D maggiore di 40ng/ml.

Ribadisco che il PTH si abbassa con la presenza di calcio, quindi anche qui, vale lo stesso principio sopra esposto, agire solo con la D può essere contro produttivo.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
Marco R. reacted
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Tropico
(@tropico)
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La resistenza alla vitamina D come possibile causa di malattie autoimmuni: un'ipotesi confermata da un protocollo terapeutico di vitamina D ad alto dosaggio

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33897704/

La vitamina D3 (colecalciferolo) è un secosteroide e proormone che viene metabolizzato in vari tessuti nell'ormone della vitamina D biologicamente più attivo 1,25(OH)2D3 (calcitriolo). L'1,25(OH)2D3 ha molteplici effetti pleiotropici, in particolare all'interno del sistema immunitario, ed è sempre più utilizzato non solo nella profilassi, ma anche nella terapia di varie malattie. In questo contesto, le ultime ricerche hanno rivelato i benefici clinici della terapia con vitamina D3 ad alte dosi nelle malattie autoimmuni. La necessità di alte dosi di vitamina D3 per il successo del trattamento può essere spiegata dal concetto di una forma acquisita di resistenza alla vitamina D. La sua eziologia si basa da un lato sui polimorfismi all'interno dei geni che influenzano il sistema della vitamina D, causando suscettibilità allo sviluppo di una bassa reattività alla vitamina D e malattie autoimmuni; dall'altro si basa su un blocco della segnalazione del recettore della vitamina D, ad es. attraverso infezioni da agenti patogeni. In questo documento, esaminiamo le prove osservative e meccanicistiche per l'ipotesi di resistenza acquisita alla vitamina D. Ci concentriamo in particolare sulla sua conferma clinica dalla nostra esperienza nel trattamento di pazienti con sclerosi multipla con il cosiddetto protocollo Coimbra, in cui dosi giornaliere fino a 1000 I.U. la vitamina D3 per kg di peso corporeo può essere somministrata in modo sicuro. I livelli di ormone paratiroideo nel siero forniscono quindi le informazioni chiave per trovare la giusta dose. Sosteniamo che la resistenza acquisita alla vitamina D fornisca un plausibile meccanismo patologico per lo sviluppo di malattie autoimmuni, che potrebbero essere trattate utilizzando la terapia con vitamina D3 ad alte dosi.

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Ovviamente, non sono d'accordo, nel senso che è il classico procedere senza consapevolezza, una cosa non funziona? Allora ci vuole ancora di più di quella cosa che non funziona. Non solo ti sfondano letteralmente di secosteroide D, ma ti azzerano il calcio dietetico perché giustamente poi vai in ipercalcemia. Invece di riparare il danno alla base, cioè infezioni cellulari che alterano la risposta alla D, ed ho sopra riportato come una carenza di calcio apre la porta a queste infezioni, si preferisce nascondere il problema sotto il tappeto.

Non sono nemmeno d'accordo che il livello giusto sia dai 50 ng/ml in su e che apporti chissà quale superpotere al sistema immunitario, inoltre la soglia di carenza che nelle linee guida hanno abbassato è solo per scaricare il sistema sanitario dalla spesa, non è perché ci vogliono tutti malati, a volte la verità è più banale di quel che si creda.

Il mio corpo ha fatto da laboratorio per molte teorie, molti integratori, "grazie" alla sua fragilità mi ha permesso di avere testimonianza diretta di quel che si fa. Purtroppo per certi fenomeni occorrono anni, e se si sta sbagliando qualcosa ce se ne può accorgere tardi.

Ad ogni modo, dopo un congruo tempo di integrazione e alimentazione ricca di calcio, ho iniziato ad assumere vitamina D, con il solo scopo di provare che la teoria della mia intolleranza alla D per il calcio era fondata. Qualsiasi quantità di vit.D mi dava effetti collaterali entro poche ore se assunta oralmente, poco di più se spalmata sulla pelle, c'era solo ritardo di assorbimento. Ebbene mi sono spinto a dosi per me impensabili prima, 2-3000UI senza nessun effetto collaterale, zero, mentre prima solo 400UI e già dalla prima assunzione mi davano tachicardia selvaggia. Ora torno al bagno di sole e stacco ovviamente l'integratore, mi serviva solo come controllo del mio procedere.

La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano. Huxley | La persona intelligente è quella, e solo quella, che riesce a mettere insieme più aspetti della realtà ed è capace di trovare tra di essi una correlazione. C.Malanga


   
Marco R. reacted
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