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Vitamina D/D3

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benefabio
(@benefabio)
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No, i tempi dovrebbero rimanere sempre quelli, perché fanno parte del totale annuale che comunque non si deve superare espresso in 50 MED per i fototipi III, IV e V e 20 MED per i fototipi I e II, che pressappoco corrispondono ad esposizioni giornaliere di 1,3 SED per i fototipi alti e esposizione a giorni alterni di 1 SED per i fototipi bassi, rispettando quei minuti giornalieri si ha un'ottima produzione di vitamina D e non si danneggia la pelle, spero sia chiaro che sto parlando di esposizioni senza nessuna protezione solare a livello di creme.

Per l'individuazione del fototipo la via migliore è il test sulla pelle che fanno gratuitamente nelle farmacie.


   
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Eva
 Eva
(@eva)
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Ok, grazie!


   
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Eva
 Eva
(@eva)
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Questi minuti da esposizione solare in Primavera ed Estate vanno fatti o dalle 8 alle 11 (orario da prediligere in quanto il migliore) o dalle 15 alle 18.

Perché la mattina (dalle 8 alle 11) è meglio del pomeriggio (dalle 15 alle 18) ???


   
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benefabio
(@benefabio)
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La mattina è meglio per due motivi, secondo uno studio aiuta anche a mantenersi in linea e di pomeriggio c'è più gas ozono, il gas che si crea dallo scontro dei raggi solari con le emissioni dei gas di scarico, la mattina l'aria è più libera e fresca, anche se personalmente proprio riferito alla produzione di vitamina D restringerei gli orari dalle 10 alle 11 e dalle 15 alle 16 perché comunque è meglio avere sempre una buona intensità solare, tanto per stare in tema il famoso sole a 45°, dalle 8 alle 10 e dalle 16 alle 18 si rischia di avere molta meno intensità solare e aumentano anche i raggi UVA.

Converrebbe sempre fare quel minutaggio in quelle ore se proprio vogliamo essere precisi, cioè esiste un orario più conforme che mette d'accordo l'elioterapia con la necessità di un'intensità solare comunque ottimale.

Tanto per capirci, qualsiasi esposizione solare o a una MED o al 25% della MED o a una SED o a 1,3 SED non produrrà mai lo stesso quantitativo di vitamina D ma sarà influenzato dall'intensità solare in cui si effettua l'esposizione, più alta sarà e maggiore sarà la produzione di vitamina D, escludendo i picchi alti dalle 11 alle 15, gli unici orari compatibili con l'elioterapia ma che mantengono un'alta intensità solare rimangono 10-11 e 15-16 con una preferenza per il discorso di cui sopra dalle 10 alle 11.


   
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Eva
 Eva
(@eva)
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Ok, grazie.


   
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Alernd
(@alernd)
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@Benefabio : grazie per la completezza nella trattazione.

Tempo fa avevo letto (credo sul Vitamin D council), che un metodo empirico e rapido per determinare se stiamo assumendo VItamina D in modo corretto - quando siamo all'aperto - è quello di verificare che l’ombra sia inferiore alla nostra altezza.

In questo modo sappiamo che il sole è superiore ai 45° all’orizzonte di cui parlava Benefabio.


   
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benefabio
(@benefabio)
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@Benefabio : grazie per la completezza nella trattazione.

Ti assicuro che è proprio così, perché quando ho avuto dubbi ho interpellato via mail i maggiori esperti a livello mondiale che mi hanno sempre gentilmente risposto, in ultimo proprio su questa faccenda dell'intensità solare.

Il problema è sempre legato comunque alla durata dell'esposizione solare, dato che i massimi esperti parlano sempre del 25% della propria MED, o di 1 SED o di 1.3 SED, a mio parere però in caso di carenza, che è il caso più comune perché non c'è stata persona a cui ho fatto fare le analisi che non stava in carenza, è meglio fare sempre una MED completa, perché solo in quel modo si sale repentinamente, anzi farei proprio una MED davanti e una dietro, naturalmente escludendo qualsiasi integrazione da DBase, una volta ristabiliti i valori oltre i 30/32 poi si può passare ad un'esposizione come quella indicata sopra, ma questa è una mia convinzione perché tutti consiglierebbero il DBase, io non lo consiglio perché ritengo fondamentale per il corpo ristabilire il processo di trasformazione da colesterolo a provitamina D e riprendere il contatto con il sole in modo sicuro, visto che di mezzo ci sono questioni legate al cancro (mammella, utero, colon, prostata, polmoni, cervello), alle malattie autoimmuni (diabete, SLA, autismo), all'osteoporosi (frattura del femore, del polso, dell'anca, collasso della colonna vertebrale). Il DBase fa salire i valori ma ci sono studi (uno studio australiano) che dimostrano che non scherma poi da eventuali fratture o malattie, perché di fatto non realizza lo stesso tipo di protezione che invece garantisce la provitamina D da sole.

Perché se è vero che c'è un accumulo sulla pelle delle MED negli anni è anche vero che chi sta in carenza di vitamina D sta in arretrato proprio di quell'accumulo, quindi la MED rimane comunque sicura come esposizione se considerata nel breve termine della risalita ai livelli di normalità.


   
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benefabio
(@benefabio)
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Post: 297
 

Vi metto anche un programma di abbronzatura per l'estate, perchè non pensate di abbronzarvi con esposizioni al 25% MED, 1 SED, 1.3 SED, 1 MED, perchè difficilmente otterrete risultati in quel senso.

Per i fototipi I e II, esposizione 3 volte a settimana, iniziare le prime 3 esposizioni con 1 SED, poi proseguire incrementando un pò l'esposizione fino a raggiungere con la nona esposizione le 4 SED, proseguire sempre con le 4 SED 3 volte a settimana, ovviamente 4 SED per lato.

Per i fototipi III e IV, esposizione 3 volte a settimana, iniziare le prime 3 esposizioni con 1 SED, poi proseguire incrementando un pò l'esposizione fino a raggiungere con la nona esposizione le 5 SED, proseguire sempre con le 5 SED 3 volte a settimana, ovviamente 5 SED per lato.

Per i fototipi V e VI, esposizione 3 volte a settimana, iniziare le prime 3 esposizioni con 1 SED, poi proseguire incrementando un pò l'esposizione fino a raggiungere con la nona esposizione le 6 SED, proseguire sempre con le 6 SED 3 volte a settimana, ovviamente 6 SED per lato.

Questi risultati vengono da uno studio fatto con le cabine abbronzanti, ma noi possiamo simulare gli stessi valori se conosciamo il nostro fototipo, quindi la nostra MED e di conseguenza di quante SED è composta la nostra MED.

Ricordatevi che le creme protettive moltiplicano ll valore del tempo della nostra MED, una 4 per esempio moltiplicherà il nostro tempo MED per 4, sotto l'ombrellone i raggi passano di 1/3, la sabbia aumenta del 5% i raggi e l'acqua il 10%.


   
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(@digeridoo)
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Vedo che alcuni di voi sono molto preparati sulla questione, approfitto per fare una domanda un po' tecnica.
L'esposizione a lampade HM e HPS nell'ordine di 1600 W, 240000 lumens stimolerebbe la produzione endogena di vitamina D?
La tipa da cui compro alcuni ortaggi ha queste lampade nella serra, almeno sulle piante credo che mimano perfettamente l'effetto del sole. Se funzionano anche sull'uomo il prossimo inverno potrei farmi qualche oretta da lei.
Qualcuno ne sa niente?


   
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Bloomberg5593
(@bloomberg5593)
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Post: 1356
 

C'è bisogno dei raggi UVB per produrre vitamina D, ma per adesso se vivi in Italia basta solo stare un pò in giro ed esporti, è più conveniente il loro utilizzo in inverno. Alcuni tipi di lampade, pur producendo raggi UVB, hanno altre cose nello spettro che sono decisamente dannose.


   
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benefabio
(@benefabio)
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Post: 297
 

L'esposizione a lampade HM e HPS nell'ordine di 1600 W, 240000 lumens stimolerebbe la produzione endogena di vitamina D?
Qualcuno ne sa niente?

Dovresti controllare se quel tipo di lampada emette raggi UVB, simulando lo spettro solare credo di si, ma alla fine come alternativa al sole è sempre meglio un lettino o lampada abbronzante dove bisogna sempre avere a mente il proprio fototipo e quanti joule emette la lampada al minuto, soprattutto per i fototipi I e II dove risulterebbe molto facile raggiungere e superare i valori MED di 200 e 250 joule, questi fototipi possono arrivare a massimo 1 MED e mezza, ossia 300 e 375 joule, ma sempre gradualmente partendo da 100 joule come dose iniziale.

Vi porto qualche novità, sembra che per produrre vitamina D c'è bisogno del sole minimo alto 50 gradi, (non è una notiziola perché ho trovato fior di link anche da autori rilevanti es. Dott. Mercola) questo perché al di sotto di tale soglia i raggi UVB vengono filtrati dall'atmosfera e non riescono a passare lo strato di ozono, ossia c'è comunque produzione di vitamina D al di sotto dei 50° ma è irrilevante per il fabbisogno giornaliero personale (5.000/8.000 U.I.) e comunque c'è una grossa presenza di raggi UVA considerati pericolosi, attualmente andrebbe controllata zona per zona, a Roma oggi il tempo utile è compreso in questo arco di tempo 10,35-15,58, ultimo giorno utile il 17 settembre con una finestra molto corta, 12,50-13,19 quindi ha un senso l'uso delle lampada abbronzanti nel periodo che va dal 18 settembre fino credo a fine marzo.

Il tempo di esposizione entro i 50 gradi va ridotto all'osso: 10 minuti fototipo I, 20 fototipo II, 30 fototipo III, 40 fototipo IV, ovviamente con più percentuale corporea esposta, ma più ci si avvicina alle ore centrali e più questo tempo andrebbe ridotto.

Alla luce di questo vanno sfruttate soprattutto le prime 2 settimane di settembre per fare il pieno di vitamina D, il valore delle analisi di settembre/ottobre dovrebbe essere 52, per poi scendere come punta minima a febbraio di 45, o 45 a settembre/ottobre per scendere a febbraio a 38, come vedete sia la punta massima del primo a 52, che la punta minima del secondo a 38, sono equidistanti dal 45 (7), 45 è il riferimento per la massima densità ossea, quindi 52 e 38 in qualche modo di equivalgono perché tutti e due allontanandosi in ugual misura dal 45 vanno a dare la stessa inferiore densità ossea, quindi si può dire che un esame del sangue a settembre da 45 a 52 è ottimo e sicuramente protettivo per la fase invernale, parlo però di valore ottenuto naturalmente e non con la vitamina D sintetica che ha un'emivita molto più breve.

Al limite andrebbe bene anche il valore di 37 a settembre/ottobre e come punta minima a febbraio di 30, dove quantomeno abbiamo tutta la protezione extrarenale, per questo è considerato come valore minimo, ma a livello di densità ossea è meglio il risultato di sopra.


   
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(@davidoff)
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La forma di vitamina D più efficace nel reintegrare le riserve è il calcifediolo contenuto nel farmaco Didrogyl. Rispetto alla D3 che si trova negli alimenti o nel farmaco Dibase, il calcifediolo è una sostanza che ha già saltato un passaggio metabolico a livello del fegato, proprio quello che trasforma la D3 in calcifediolo.


   
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benefabio
(@benefabio)
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La maggior parte dei dottori però consiglia in caso di carenza, sempre il precursore (DBase) e non la 0-25oh diretta, che credo venga usato solo se il precursore risulta inefficace, sull'efficacia in generale credo che il precursore formato dal sole sia a tutt'oggi a detta dei maggiori esperti, ancora imbattibile, sia come durata che come efficacia.

Il prodotto contenuto nel Dydrogyl è comunque un prodotto di sintesi ottenuto da vari processi chimici, se c'è abbastanza sole in giro, e non dovrebbe essere necessario il 50° grado di altezza ma sembra bastare il 30° o il 40°, nello specifico il 30° corrisponde a circa 2 di indice UV per capirci, è utile solo se si sta fuori dalla città, dove per via dello smog bisognerebbe aspettare ancora un quarto d'ora dopo che l'indice UV ha raggiunto i 2 e nel pomeriggio non valutare l'ultima mezzora prima di ritornare all'indice UV 2 perché nel frattempo lo smog è aumentato, in poche parole il vero inverno della vitamina D si ridurrebbe a 3 mesi: Novembre-Dicembre-Gennaio e in questi 3 mesi se si ha fatto una buona scorta in estate (esame di settembre-ottobre tra 40/50 ng/ml.) basta un'alimentazione mirata a funghi, pesci grassi e k2 da briek, goutan, eldan.


   
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benefabio
(@benefabio)
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Post: 297
 

Sono andato a controllare meglio e l'inverno della vitamina d almeno a Roma inizia il 12 novembre e finisce il 29 gennaio, la maggior parte di voi sarà convinta che in quel periodo basti fare integrazione di vitamina D per mantenere un buon livello ma vi dico di no che non basta.

Il motivo principale è che sia la vitamina D da integrazione che la vitamina D da alimentazione fanno parte della vitamina D solforato che serve esclusivamente al trasporto del calcio, la vitamina D prodotta dal sole è vitamina D solfato, che è quella che esplica l'azione protettiva a livello extrarenale, è prodotta insieme ad un altro importante elemento il colesterolo solfato.

Quindi il consiglio che mi sento di dare durante l'inverno della vitamina D usufruite di qualche lampada abbronzante, gradita sarebbe anche qualche seduta a banda stretta 311 total body, ovviamente cum grano salis senza abusare, per raggiungere i due obiettivi di produrre vitamina D solfato e forse ancora più importante il colesterolo solfato, in mancanza del colesterolo solfato il corpo lo andrà comunque a produrre dal colesterolo cattivo lasciando pericolosi residui che possono diventare i mattoni delle placche.


   
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(@luca40)
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@"benefabio" con che frequenza consigli di fare le lampade ?


   
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(@digeridoo)
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Quindi il consiglio che mi sento di dare durante l'inverno della vitamina D usufruite di qualche lampada abbronzante,

Ma andare in montagna funziona allo stesso modo? Lo chiedo perché dopo una settimana bianca torno abbronzata come se fossi stata al mare.
In caso il meccanismo sarebbe l'aria d'alta quota più rarefatta che lascia passare i raggi uvb?


Quindi il consiglio che mi sento di dare durante l'inverno della vitamina D usufruite di qualche lampada abbronzante,

Ma andare in montagna funziona allo stesso modo? Lo chiedo perché dopo una settimana bianca torno abbronzata come se fossi stata al mare.
In caso il meccanismo sarebbe l'aria d'alta quota più rarefatta che lascia passare i raggi uvb?


   
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